(MeridianaNotizie), Roma, 5 novembre 2017. Se si è affetti da ipotiroidismo, può capitare di sentirsi depressi, tristi. Questo perché la cattiva produzione di ormoni da parte della tiroide influenza i livelli di serotonina nel cervello. Lo dichiara Yordanka Ivanova, ricercatrice cheNel caso di squilibrio ormonale si può andare incontro ad attacchi d’ansia o di panico,mancanza di concentrazione .
La serotonina è un’ammina biogena definita un neurotrasmettitore o neuromediatore, cioè una sostanza che veicola l’informazione tra i neuroni del Sistema Nervoso Centrale.Il 95% della serotonina è sintetizzato dalle cellule enterocromaffini gastrointestinali e soltanto il 2% è prodotto nelle diverse aree del Sistema Nervoso Centrale.La parte restante è racchiusa nelle piastrine.
Il triptofano è un amminoacido essenziale, cioè va assunto tramite l’alimentazione, dato che l’organismo non è in grado di produrlo. Da esso inizia la sintesi della serotonina.
La serotonina svolge un ruolo importante nella regolazione dell’umore, del sonno, della tiroide, della temperatura corporea, della sessualità e dell’appetito. La serotonina è coinvolta in numerosi come l’emicrania, il disturbo bipolare, la depressione e l’ansia e del panico.
La serotonina partecipa alla regolazione degli ormoni ipofisari specie il somatotropo ( STH), la prolattina (PRL), la corticotropina (ACTH), la tireotropina (TSH).
La vitamina D, colecalciferolo, interviene nella sintesi della serotonina.
E’ quindi valutabile come un ormone fortemente serotoninergico e di conseguenza antidepressivo.
Secondo le più recenti ricerche la depressione è un segno, cioè l’espressione di una attivazione cronica del sistema immunitario, cioè un sintomo di infiammazione cronica.Una grande quantità di ricerca suggerisce che la depressione è associata a una risposta infiammatoria cronica ed è accompagnata da un aumento dello stress ossidativo.Molti studi dimostrano prove di un stretto legame tra depressione e infiammazione autoimmune.La depressione è spesso presente nelle malattie infiammatorie acute.
Livelli più elevati di infiammazione aumentano il rischio di sviluppare depressione.La somministrazione di endotossine che provocano sintomi di infiammazione in persone sane provocano sintomi depressivi.Un quarto dei pazienti che assumono l’interferone, un farmaco usato per trattare l’epatite C e che causa uno stato infiammatorio, sviluppano depressione maggiore.La remissione della depressione clinica è spesso associata a una normalizzazione dei marker infiammatori.Durante una reazione infiammatoria si formano sostanze chimiche chiamate “citochine”, queste includono il fattore di necrosi tumorale (TNF), interleuchina (IL) -1, e interferone (IFN) ?.Già dai primi anni 1980 si sa che le citochine infiammatorie producono una vasta gamma di sintomi psichiatrici e neurologici tipici della depressione.È interessante notare che gli antidepressivi (soprattutto SSRI) hanno dimostrato di ridurre la produzione di citochine pro-infiammatorie come TNF-?, IL-1, interferone IFN-? e aumentare la produzione di citochine antinfiammatorie.Questo suggerisce che gli SSRI sono anti-infiammatori, e devono la loro azione antidepressivi alla azione riducente dello stato infiammatorio.
Tuttavia non sono privi di effetti collaterali onde possibile e’ meglio evitare di assumerli optando per un integrazione di l-triptofano e 5htp che sono i precursori naturali della serotonina.
Quindi se la connessione tra infiammazione, squilibrio endocrino, endotossine, alterazione della permeabilità intestinale, sistema immunitario ci convince, cosa dobbiamo fare?
Modificare il nostro stile di vita e’ la risposta corretta.
Il nostro stile di vita, le nostre abitudini alimentari, l’inquinamento ambientale, le modificazioni OGM, i pesticidi soprattutto di nuova generazione, gli squilibri endocrini (surreni, tiroide, ipofisi, pineale, pancreas), infezioni croniche, mancanza di sonno, obesità, carenza di Vitamina D e stress cronico, sono tutti aspetti che devono essere analizzati ed eventualmente affrontati e corretti.