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    Home » Marco Cacciatore,(M5S) :“Lo Sviluppo nel Lazio torna possibile solo se Sostenibile”.
    Politica

    Marco Cacciatore,(M5S) :“Lo Sviluppo nel Lazio torna possibile solo se Sostenibile”.

    RedazioneBy Redazione27 Febbraio 2018Nessun commento5 Views
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    Marco Cacciatore,(M5S) :“Lo Sviluppo nel Lazio torna possibile solo se Sostenibile”.

    A Marco Cacciatore, candidato per il M5S alle Regionali Lazio 2018, collegio Città Metropolitana di Roma Capitale, rivolgiamo qualche domanda in merito alla prossima tornata elettorale ormai alle porte, in particolare riferimento alle proposte del M5S.
    D: Cacciatore, i Partiti “tradizionali” criticano il Movimento 5 Stelle di avanzare proposte prive di concretezza e, in particolare sul livello regionale, viziate di “estremismo ambientalista”, che mal si concilia con la necessità di Sviluppo dei territori. Come replicherebbe a questa critica?
    R: La tutela ambientale può essere una risorsa per i territori. Senza far riferimento alle 5 accezioni della definizione di Sviluppo Sostenibile (ambientale, sociale, economica, istituzionale e generazionale), andiamo per esempi onde esser più chiari. Uno dei casi eclatanti di inquinamento ambientale degli ultimi anni a livello nazionale, è quello relativo all’ILVA di Taranto. Bene, per bonificare l’area dell’ILVA servirebbero almeno due decadi di lavoro, specializzato e in grado di restituire fiato all’indotto economico. Al contrario, le politiche più “sviluppiste” che hanno condotto alla situazione attuale, hanno generato, oltre alla diffusione di fenomeni patogeni, un effetto di impoverimento delle famiglie: incidendo indirettamente ma molto pesantemente anche sul resto dello scenario economico di quei territori.
    D: Marco Cacciatore, nel suo territorio – i Castelli Romani e in particolare Marino – quali fenomeni di impatto “insostenibile” riscontra e cosa propone in alternativa il M5S?
    R: Cito il caso a me più vicino territorialmente. Proprio nella mia Città natale e di residenza attuale – Marino, a meno di 30 km da Roma – insiste la più estesa pianificazione urbanistica attualmente in essere nell’intero territorio regionale: c.d. del “Divino Amore”, dal nome del Santuario sito nel Comune di Roma e limitrofo ai terreni oggetto dei piani. Un insediamento residenziale di 1.300.000 miliardi di metri cubi, cui il Comune di Marino non ha rilasciato Permessi a Costruire, porterebbe sul territorio marinese circa 17.000 abitanti in più, che si aggiungerebbero agli attuali 42.000 e oltre, già in alcune zone in stato di carenza sugli standard urbanistici: un termine scientifico e sotto forma numerica, indicatore della qualità della vita in un determinato territorio. La Giunta 5Stelle attualmente in carica a Marino, pur senza opporsi direttamente agli imprenditori interessati alla realizzazione dell’insediamento residenziale, su di uno degli ultimi spazi verdi rimasti sul territorio di Marino, ha finora agito tentando di ricondurre a norma gli strumenti urbanistici vigenti: amministrati in maniera del tutto improvvida, quando o se non scelerata, dalle Giunte sia comunali che regionali degli anni precedenti, compresa quella Zingaretti oggi uscente. La Giunta 5S a Marino sta per portare in Consiglio la sospensione dei Protocolli d’Intesa che diedero vita nel 2011 ai progetti edificatori nell’area, mentre Roberta Lombardi è l’unica candidata Governatore della Regione Lazio ad essersi recata presso quei territori, a ribadire la contrarietà del M5S a quei piani. Il tutto in risposta al teatrino delle posizioni politiche dei Partiti: tra le quali quelle di chi è stato artefice politico, nel centro-destra marinese per anni al Governo della Città, dei piani che oggi invece chiede di revocare; o quelle chi vota da “sinistra” le Delibere del M5S in Consiglio Comunale, salvo poi criticarne l’inerzia senza mai fare la minima pressione – almeno ufficialmente – verso la Giunta regionale del proprio stesso colore politico. A tal proposito voglio anche ricordare che, da Giugno 2017 a oggi, il Sindaco di Marino – Avv. Carlo Colizza – ha richiesto 4 volte ufficialmente e a mezzo Protocollo un Incontro in tema di “Divino Amore” con il Presidente uscente (si spera vivamente lo sia davvero) Zingaretti, senza ricevere mai la benché minima risposta. La Regione Lazio a 5 Stelle saprà coordinarsi con il Comune di Marino e congiuntamente, come ha stabilito l’Avvocato Generale della Regione Lazio – Avv. Sabato – nel 2015, procedere in autotutela a revocare o annullare i Piani edificatori. Le inchieste della Corte dei Conti degli anni precedenti hanno visto emergere milioni di euro in danni urbanistici a Marino. I progetti in questione, nel quadro dell’attuale PRG, peggiorerebbero ulteriormente, decisamente e decisivamente la qualità della vita dei Cittadini marinesi, privandoli della possibilità di fruire di quei territori come sede di percorsi turistici, enogastronomici o sportivi, inseriti nel quadro del perimetro del Parco Appia Antica ricongiunto al Parco Castelli Romani: come chiede il M5S Regione Lazio da qualche anno in Consiglio regionale. Ancora, il “Divino Amore” potrebbe anche essere sede di investimenti agricoli, tra i quali annoverare anche altri prodotti oltre la viti-vinicoltura. Ad esempio, le nostre terre erano un tempo sede di coltivazioni di canapa tra le più abbondanti e bio-diverse al mondo. Oggi, nonostante le restrizioni derivate dal quadro europeo, una recente Legge Regionale ha consentito la coltivazione di canapa a fini sia ludico-ricreativi che industriali. Le coltivazioni di canapa verrebbero così a costituire il volano di un nuovo rilancio economico sul territorio di Marino, collegandosi a tutti i mondi industriali o artigianali cui si ricollega la canapa, detta “il maiale della botanica”: vedasi il tessile, il farmaceutico, l’industria degli idrocarburi, il settore alimentare, l’edilizia, ecc.
    D: Altri casi di Sviluppo Insostenibile nei Castelli Romani?
    R: Cito la questione “Aeroporto di Ciampino”, una Struttura di rilievo ormai nazionale, fino al 2002 ad uso quasi esclusivamente militare. Da quell’anno la destinazione commerciale riconosciuta all’impianto, ha visto negli anni moltiplicare esponenzialmente il numero di voli e di passeggeri in transito: senza minimamente interrogarsi sugli impatti di questi flussi sull’Ambiente, la Salute dei Cittadini residenti nelle aree limitrofe e la loro stessa vita quotidiana. Già, perché assolverebbero tecnicamente a questa funzione due procedure, la Valutazione di Impatto Ambientale e la Valutazione Ambientale Strategica – VIA e VAS, richieste per insediamenti anche ben più ridotti dell’Aeroporto G.B. Pastine, che invece in merito all’Aeroporto in questione non sono mai state espletate. Oggi la procedura di VIA è in corso, fatti salvi i possibili effetti delle recenti modifiche legislative per nulla incoraggianti in merito. Il Comune di Marino ha presentato Osservazioni, come ha fatto il Comune di Roma Capitale e a differenza del Comune di Ciampino targato PD, riprese dall’attività del Comitato che da anni conduce la vertenza contro gli impatti dell’Aeroporto: il CRIAAC (Comitato per la Riduzione dell’Impatto Ambientale dell’Aeroporto di Ciampino). Relativamente all’insonorizzazione acustica invece, la Regione Lazio ha ridotto la quota del gettito IRESA (Imposta Regionale sulle Emissioni Sonore degli Aeromobili Civili) riservata dalla Legge quadro all’insonorizzazione degli impianti aeroportuali, portandola dal 50 al 10% del totale riscosso. A mio parere, stante la prerogativa delle Regioni di modificare i termini delle Leggi quadro in maggior tutela delle tutele della Cittadinanza, questa azione risulta anche di dubbia legittimità. Il Ministero dell’Ambiente, che da anni prometteva una Conferenza dei Servizi in tema di inquinamento acustico dell’Aeroporto G.B. Pastine, ha tutto d’un tratto optato per una forma diversa di intermediazione amministrativa: la Conferenza Unificata Stato, Regioni, Comuni e Città Metropolitane, composta di Enti e soggetti istituzionali estratti a sorte, con la partecipazione quasi inesistente e di sicuro inconsistente riservata ai portatori di “interessi diffusi”, sarebbe a dire la società civile che vive sulla pelle il disagio del (mal)funzionamento dell’impianto in questione. Così, potrebbe trovarsi a decidere sulla compatibilità degli impatti ambientali prodotti dall’Aeroporto di Ciampino la Regione Sardegna piuttosto che il Comune di Potenza, ma non i Comuni direttamente interessati e soprattutto le parti sociali che si oppongono alla mole attuale della sua attività. Anche qui, grazie all’azione congiunta dei Sindaci di Roma e Marino, si è ottenuto di far partecipare alla procedura di Conferenza Unificata anche i Comuni interessati, che nel quadro ANCI stanno apportando le proprie Osservazioni: di nuovo, nel caso dei Comuni di Marino e Roma riprese dalla collaborazione con il Comitato CRIAAC. Il M5S in Regione Lazio si propone l’obiettivo di individuare un sito alternativo per il volo commerciale su Roma, iniziando sin da subito a ridurre i flussi di voli e passeggeri in transito da e per l’Aeroporto G.B. Pastine di Ciampino. Altro caso è quello delle antenne c.d. “di Monte Cavo” a Rocca di Papa, tra le quali quelle del gestore che serve anche Mediaset. In forza di due Sentenze sia del TAR Lazio che del Consiglio di Stato, queste antenne devono essere delocalizzate. L’attuale Sindaco di Rocca di Papa, pur dopo aver promesso nella Campagna elettorale del 2016 l’osservanza dei pronunciamenti del Giudice Amministrativo, oggi c’è il timore stia cercando l’espediente per poter consentire l’ubicazione delle antenne presso siti poco distanti da quelli attuali, sempre nel territorio del Comune di Rocca di Papa: di fatto aggirando il contenuto sostanziale delle Sentenze, che provavano la rilevanza del pericolo per la Salute umana di quegli impianti per tutti gli abitanti anche dei Comuni limitrofi, come sottolinea da qualche anno il Comitato di Tutela Monte Porzio Catone. Su questo punto il M5S Regione Lazio ha presentato, nel corso della precedente Legislatura, una Proposta di Legge-quadro, che a dir poco decima i livelli di impatto dei c.d. “obiettivi di qualità”. In quella stessa linea di riduzione degli impatti andrà la Giunta regionale a 5Stelle presieduta da Roberta Lombardi, che ha espresso anche sul Programma elettorale l’impegno di riprendere in mano l’adozione della Legge regionale. Casi come questi, alla stregua di quanto accade per l’ILVA di Taranto, impoveriscono oltre ad addolorare la Cittadinanza che abita i territori limitrofi, di fatto ulteriormente compromettendo ogni possibilità di rilancio della keynesiana “Domanda Aggregata”.

    D: Cacciaore, per toccare un Punto strettamente regionale, cosa farà il M5S sulla gestione Rifiuti?
    R: Dopo i 5 anni della Giunta uscente, è ormai sfumata la promessa revisione e nuova adozione del Piano Rifiuti Regionale, ormai risalente al 2012 e praticamente privo di efficacia stante la cassazione da parte del TAR degli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO). Ai sensi del D.Lgs. 152/2006, gli ATO avrebbero dovuto coincidere con le rispettive Autorità d’Ambito: titolari della gestione degli appalti, sottraendola ai Comuni e con la possibilità di riorganizzare i servizi e gli impianti secondo il fabbisogno di smaltimento delle Comunità di riferimento. La Giunta Regionale del Lazio a 5Stelle approverà quanto prima questo importante Atto, saprà pianificare la gestione dei rifiuti favorendo la localizzazione di Impianti di minori dimensioni, gestiti possibilmente da Partecipate pubbliche e orientando gli utili all’efficientamento dei servizi, favorendo il recupero dei materiali a partire dal Compostaggio: così da stimolare la formazione di indotti economici di trasformazione del rifiuto in “materia prima seconda”, all’interno della relativa filiera. Senza un Piano dei Rifiuti, invece, fino ad oggi ha avuto vigenza la “legge del più forte”, instaurando un quasi-monopolio dei gestori privati di discariche, vista anche la situazione prossima al crack di LazioAmbiente, a svantaggio dei Comuni e di conseguenza ricadenti sulla Cittadinanza in termini di pressone fiscale (la TARI è la tassa che più incide tra quelle comunali, per i Cittadini e in particolare per i Piccoli e Medi Imprenditori, Commercianti, Esercenti – i c.d. “produttori di rifiuti assimilati”). Quando, per puro caso in Estate, va a fuoco una discarica, o viene rilevato un valore difforme che avvia una procedura di sospensione delle attività, senza un Piano Rifiuti i Comuni che si servivano di quel sito si vedono catapultati verso mete senza alcuna logica, che comportano sempre l’aumento dei costi: sempre e sempre più a scapito dei Cittadini (di nuovo). Non solo, se le difformità o i danni a quel sito vengono stimati essere più alti di quelli preventivati per la futura bonifica, componente della tariffa pattuita all’atto del Contratto che lega la discarica al Comune, le eccedenze verranno riversate dall’Ente anche retroattivamente. La Regione Lazio a 5Stelle saprà invece promuovere e fornire assistenza ai Comuni per l’implementazione della c.d. “TARI puntuale”, che deve corrispondere all’implementazione di sistemi di raccolta “Porta a Porta” e consente ai Comuni di garantire agevolazioni ai Cittadini, in cambio di pratiche di auto-smaltimento. Ad es. la L. 221/2015, specificata dal DM 266/2016, favorisce il Compostaggio di Comunità tramite la possibilità di adibire terreni agricoli, o a destinazione vivaistica o semplicemente incolti, a siti di Compostaggio aerobico di piccole dimensioni (80-120 T/anno), consentendo agli Utenti che se ne servono, nel raggio di 1 Km2, di vedersi riconosciuta un’agevolazione fiscale dal Comune, che potrebbero in parte girare al pagamento di un servizio di ritiro e traporto ad hoc, che consentirebbe all’imprenditore del micro-sito di Compostaggio di Comunità un introito. Un modo per rendere i rifiuti non solo una “risorsa”, ma anche filiera economica capace di restituire attività all’impresa sui territori, che negli anni potrebbe portare alla specializzazione di micro-poli artigianali, specializzai nella trasformazione dei Rifiuti e nel loro recupero a “materia prima seconda”.
    Ecco come le questioni ambientali e le posizioni politiche di reale e concreto Ambientalismo, sono tutt’altro che di ostacolo allo Sviluppo: risultando piuttosto l’unico presupposto che può stare alla base di un processo di ripresa economica, costituendo un elemento di rilancio per l’impresa diffusa e orientata alla Salvaguardia del Territorio e della Salute, alla riqualificazione dei Territori e della qualità della Vita.

    m5s marco cacciatore
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