(MeridianaNotizie) Roma, 7 giugno 2018 – A duecento anni dalla nascita del filosofo Karl Marx, sul palcoscenico del Teatro Argentina, dal 14 al 16 giugno, va in scena Il Capitale di Karl Marx – Quasi un vangelo apocrifo, tratto dalla monumentale opera filosofica ed economica del grande pensatore di Treviri, il cui primo volume fu pubblicato 150 anni. Lo spettacolo, diretto e ideato da Marco Lucchesi, si presenta come un cenacolo interdisciplinare per 25 giovani artisti, frutto di oltre un anno di laboratori e letture, che intesse una drammaturgia dei concetti attraverso l’incarnazione attoriale di tesi e antitesi. Una lettura lucida e coerente della società, che va aldilà di qualsiasi confessione politica, e con rigore offre riflessioni sul lavoro, sul denaro, sull’economia, sulla ricchezza e sulle relazioni umane. La musica sostiene avvincenti dialoghi sul plusvalore e il profitto, in uno spettacolo che alterna l’opera alla prosa, il canto al poema, la canzone napoletana a Bob Dylan a Luis Bacalov con le note di Estaba la madre, opera intrisa del dolore della tragedia argentina, in grado di accogliere un nuovo testo di altri dolori e altre tragedie. La “bibbia marxiana” è simbolicamente interpretata da un’attrice, coadiuvata in scena da altri attori della Scuola di Perfezionamento del Teatro di Roma e da quindici cantanti del Conservatorio di Santa Cecilia. Il Capitale di Karl Marx – Quasi un vangelo apocrifo è una produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale, in collaborazione con il Conservatorio di Santa Cecilia, l’Istituto dell’Enciclopedia Treccani, il Progetto Speciale MiBACT, il Liceo Artistico Via di Ripetta.
(a cura di Cecilia Guglielmetti)