(MeridianaNotizie) Roma, 23 febbraio 2019 -Nomina dei manager, offerta e spesa sanitaria, sistemi informativi, responsabilità personale al vertice aziendale. Sono alcuni dei temi che saranno affrontati nella prossima riunione del tavolo regionale sulla sanità privata, “con l’obiettivo – afferma la responsabile della sanità per la Lega nel Lazio, Luisa Regimenti – di trovare un giusto equilibrio tra questo settore e quello della sanità pubblica, che nel Lazio offre in ogni caso servizi di qualità e professionalità di eccellenza”.
Il tavolo tecnico, promosso dalla stessa Regimenti in accordo con il coordinatore regionale Francesco Zicchieri e i consiglieri della Lega, Corrotti e Tripodi, vedrà la presenza dei rappresentanti delle Case di cura private, convenzionate e religiose. L’iniziativa arriva in un momento delicato, così come denunciano i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Roma, che, “dopo la rottura delle trattative al tavolo nazionale per il rinnovo del contratto della sanità privata, scaduto da dodici anni” annunciano una nuova “mobilitazione delle oltre 25 mila lavoratrici e lavoratori che nel Lazio, nelle strutture accreditate dell’assistenza sanitaria, garantiscono ogni giorno servizi pubblici essenziali per la salute dei cittadini” e chiedono che la “Regione Lazio rispetti gli impegni presi”.
Alla Pisana, quindi, la Lega è impegnata sul doppio binario pubblico-privato, con due gruppi di professionisti ed esperti del settore sanitario pronti a un confronto costruttivo per trovare soluzioni appropriate, eliminando le tante criticità attualmente presenti.
“La sanità privata – sottolinea Regimenti – non può essere messa in secondo piano e con questo tavolo regionale vogliamo far emergere le priorità cui far fronte per rendere il settore più competitivo, in grado di offrire servizi adeguati ai cittadini, ma anche di amministrare in modo ottimale l’organizzazione interna e la professionalità degli operatori che vi lavorano”.
Tra i tanti temi che saranno in discussione, spiega l’esponente leghista, “c’è ad esempio quello della scelta dei manager, che ancora oggi esula dalla valutazione dei risultati conseguiti e questo non si può più accettare. Bisogna inoltre adottare tipici meccanismi di procedura fallimentare e concorsuale per quelle aziende pubbliche che chiudono il proprio bilancio in perdita per tre anni consecutivi, prevedendo precise azioni giudiziali e l’imputazione della responsabilità personale al vertice aziendale. E’ necessario – continua – intervenire anche sulla spesa sanitaria, la cui allocazione dovrebbe essere divisa in due macro settori: uno da indirizzare alla remunerazione tariffaria delle prestazioni prodotte in ambito pubblico-privato e l’altro a copertura dei costi di funzionamento, con investimenti tecnologici o strutturali, ad appannaggio esclusivo della sanità pubblica”.
Secondo Regimenti occorre poi “riorganizzare l’offerta sanitaria, mettendo le competenze del settore pubblico a disposizione del territorio e della rete d’urgenza e focalizzare quelle del privato nella gestione delle acuzie, dell’urgenza differibile e della specialistica ambulatoriale. In questa prospettiva, un ruolo significativo riguarda la centralizzazione dei sistemi informativi, ad uso di tutti gli operatori, pubblici e privati, che permetterebbe di avere la cartella clinica informatizzata, con evidenti vantaggi nella valutazione dei posti letto disponibili nei reparti e nella decongestione dei pronto soccorso”.
Tra le nostre proposte, conclude Regimenti, ci sarà anche quella di “istituire una commissione ad hoc per definire gli standard del materiale e delle attrezzature utilizzate nel lavoro quotidiano, come barelle, letti, comodini, aste portaflebo. In questo modo, i costi di approvvigionamento verrebbero abbattuti e ci si potrebbe dotare di magazzini efficienti, rendendo le strutture interoperabili”.