(MeridianaNotizie) Ardea, 23 febbraio 2019 – «Esistiamo anche noi» è questo l’appello di Barbara Tamanti, ex presidente e membro del direttivo della Consulta Cittadina per il Superamento dell’Handicap Ardea, rivolto al Primo Cittadino di Ardea, Mario Savarese.
La donna, mamma di una ragazza con sindrome di down di 21 anni, scrive una lettera per sollecitare l’Amministrazione comunale nell’andare incontro alle esigenze di famiglie con ragazzi disabili nel proprio nucleo familiare.
«Sono Barbara Tamanti, mamma di Domiziana, una ragazza con sindrome di down – scrive in una lettera la donna – a Maggio è stato presentato un progetto di sport inclusivo, rivolto ai ragazzi con disabilità adulta, quindi fuori dall’obbligo scolastico il progetto era a cura di istruttori qualificati e so di un progetto protocollato al comune, da parte di una società sportiva locale, ma ad oggi non abbiamo avuto ancora nessuna risposta dal Comune in merito agli spazi delle palestre che avevamo chiesto per iniziare il progetto, sì perché per noi genitori non solo non c’è stata nessuna risposta ma neanche un diniego neanche un no. Non so e non voglio sapere cosa ha bloccato l’attivazione di tale progetto ma resta il fatto che nessuna risposta è arrivata alle famiglie di questi ragazzi, non siamo neanche meritevoli di considerazione, il progetto sport non era a carico dell’ente in quanto noi genitori avremmo, ovviamente, pagato l’istruttore di nostra tasca».
«Sindaco, – prosegue Tamanti – lei non crede che le famiglie come la mia abbiano il diritto di essere tenute in considerazione? Degne di ricevere risposte? Lei sa cosa sia la disabilità? Cosa sia avere dei figli con disabilita’ in età adulta ad Ardea? Ragazze e ragazzi che vivono ai margini di questa città perché come noto ad Ardea non c’è nulla per loro, chiedevamo solo uno spazio, un’ora a settimana di una palestra e ci è stato negato perfino questo piccolo spazio, ripeto non oneroso per l’ente perché noi genitori avremmo pagato un istruttore qualificato».
«Un Sindaco che si dice attento e preparato – conclude Tamanti – non può e non deve mettere le famiglie, o meglio la fascia debole della sua cittadinanza in condizioni di elemosinare un servizio o peggio ignorarli con la naturale conseguenza di costringerli nell’ isolamento delle loro case. Io Le chiedo, Sindaco di Ardea, in quanto primo cittadino e forte di potere decisionale al di sopra di dirigenti o altro di darci risposte urgenti, di spiegarci perché questo progetto non ha mai visto la luce».
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