Ardea, non passa il «No al Ddl Pillon» : il Consiglio boccia la mozione del Pd

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(MeridianaNotizie) Ardea, 10 maggio 2019 – Bocciata ad Ardea la mozione contro il Ddl Pillon presentata dal Partito Democratico.  Il documento, presentato dal consigliere comunale Alessandro Mari, intendeva impegnare l’amministrazione a dire no al disegno di legge su affido condiviso, chiedendone il ritiro immediato. Un Ddl, che, secondo il consigliere comunale del Partito Democratico «rischia di mettere in discussione diritti fondamentali come quello dei minori e delle donne» pertanto, il leader piddino, con la collaborazione della Sinistra di Ardea, invitava il consiglio comunale a «mandare un messaggio forte al Parlamento» affermando la contrarietà al varo della riforma. Un intervento, dove è stata citata, dallo stesso Alessandro Mari, anche una dichiarazione, piuttosto critica,  del vicepremier Luigi Di Mario al Ddl stesso.

Dopo l’intervento del consigliere piddino, ha preso la parola la consigliera  pentastellata Antonella Passaretta, la donna ha ricordato che su l’argomento «è stata data al gruppo consiliare M5S facoltà di votare secondo coscienza» affermando il suo volere di votare la mozione con voto «favorevole» per lanciare un messaggio deciso a chi governa «respingendo senza indugio il disegno di legge» definito dalla consigliera grillina «retrogrado e oscurantista come il personaggio che lo ha concepito» ma anche «inemendabile e pericoloso, da respingere al proponente (Pillon) senza se e senza ma».

A far capire che non ci sarebbe stata apertura totale alla mozione la consigliera comunale Anna Maria Tarantino del Movimento 5 Stelle , che si è presa l’onere di dare lettura di una sorta di contromozione, presentata dalla stessa, dove attraverso un excursus della legge n.54 del 2006 (Affido Condivido), da donna, riconosce che «la legge in essere è estremamente tutelante per le donne» ricordando ai presenti la situazione storica attuale: «un affido esclusivo alle madri nella quasi totalità dei casi, casa coniugale assegnata insieme ai figli, assegno di mantenimento per i figli e per il coniuge donna» riconoscendo nella nuova proposta di Ddl «i principi giurisprudenziali più recenti e soprattutto i principi costituzionali applicabili al diritto di famiglia». Nel suo intervento, la consigliera pentastellata, ha ricordato che tali principi sono condivisi nel contratto di Governo tra Lega e M5S a pag. 24 alla voce Diritto di famiglia, leggendo testualmente il testo. In riferimento al Ddl, la Tarantino lo definisce «un punto di partenza», dall’impianto generale «più che condivisibile». Nel suo intervento, lancia una frecciatina al consigliere Alessandro Mari, ricordandogli che il sesso debole «non è la donna», augurandosi che il Parlamento approvi una riforma «attraverso qualche modifica» che sposi il «preminente interesse dei figli». Conclude il suo intervento affermando che tale contrasto al Ddl Pillon non è altro che «una strumentalizzazione politica» che il centrosinistra sta facendo per fare pressione a livello nazionale.

Dello stesso parere, la consigliera di Forza Italia Raffaella Neocliti che «condivide ogni parola» del discorso di Anna Maria Tarantino. Non avendo preparato nulla di scritto, Neocliti vede il Ddl «un inizio» per garantire una «parità genitoriale»  troppo spesso negata al genitore non collocatario. Necessario quindi mettere «entrambi i genitori sullo stesso livello» ricordando a tutti i presenti, da donna e mamma, che troppo spesso in  fase di separazione o divorzio sono «proprio le madri a ricattare i padri». Secondo Raffaella Neocliti, tale iniziativa è stata «strumentalizzata dalle femministe e dal comunismo», per tali ragioni afferma nel suo intervento di votare la mozione con voto «contrario».

Della stessa lunghezza d’onda anche la consigliera leghista Luana Ludovici. Un atto dal contenuto «del tutto sessista» e «strumentalizzato politicamente». Un documento «di competenza della Commissione Giustizia del Senato, non di certo del Comune di Ardea» ribadisce la leader della Lega. Come detto nel precedente intervento della consigliera Anna Maria Tarantino, ricorda il contratto di governo firmato da Lega e M5S a pag. 24 dove vengono specificati i tre elementi fondamentali del contratto, e cioè «tempi paritetici, mantenimento diretto e contrasto all’Alienazione Parentale». Conclude il suo intervento invitando tutto il  Consiglio comunale a votare con «voto contrario».

Iscritto a parlare anche il consigliere pentastellato Marcello Grillo che ha affrontato il dibattito «senza ideologismi e atteggiamenti da stadio» cercando si spostare l’attenzione collocandosi «in mezzo» all’attuale discussione. Citando il promotore della legge n.54 del 2006, prof. Marino Maglietta, ribadisce che la legge attualmente, purtroppo, «non viene applicata» dai Tribunali «affidando troppo spesso in maniera esclusiva i figli ad uno dei genitori, spesso la madre». Grillo ricorda che la legge va «sicuramente rivista», nonostante non apprezza «il Ddl pillon» ma neanche come «è stata impostata la mozione». La mozione, secondo Marcello Grillo schematizza «la donna vittima e l’uomo carnefice», ma nei fatti  «non è proprio così». Il consigliere pentastellato riconosce di essere «contro qualsiasi tipo di discriminazione», ascoltando tutti, compresi i «papà separati» e non solo esclusivamente la categoria femminile. Il consigliere Grillo ricorda che, ad oggi con l’attuale riforma, «i figli nel 95% dei casi sono collocati dalla madre e solo il 5% dal padre». Una mozione che definisce «folle» nei contenuti tanto da «astenersi».

Alfredo Cugini, consigliere comunale di minoranza, esprime un pensiero «con piena libertà di coscienza e pensiero». Rivolgendosi al collega Alessandro Mari, non capisce quale sia stata la necessità di proporre questa mozione visto e considerato che le modifiche al ddl «non sono concluse», pertanto si riserva la libertà di «astenersi» sul punto.

Anche il Sindaco di Ardea, Mario Savarese esprime il parere personale sulla vicenda. «Sono contrario ad esprimere un giudizio nell’azione del governo su questa questione» dichiara il Primo Cittadino che ribadisce di non condividere che tale atto venga utilizzato «strumentalmente in Consiglio comunale».

Conclude gli interventi il capo gruppo del Movimento Cinque Stelle, Debora Duranti, ribadendo che il tema va «trattato in maniera approfondita» lasciando il voto secondo «coscienza».

Con n.9 voti contrari, n.5 favorevoli e n.4 astenuti,  la mozione è respinta.
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