(MeridianaNotizie) Ardea, 25 agosto 2019 – Il sindaco di Ardea attraverso una nota stampa risponde alle notizie che definisce “fuorvianti” pubblicate dai consiglieri di minoranza Edelvais Ludovici e Maurice Montesi, in merito all’apertura della nuova casa comunale .
Della storia più vicina ai nostri giorni, quella che in ogni antico paese italico, ha visto sorgere opere imponenti e di pregio, non solo artistico, ma anche culturale e sociale, Ardea non possiede nulla, perché nulla vi fu mai realizzato.Alla fine della seconda guerra mondiale Ardea si concentrava nella Rocca e nelle sue vicinanze e la popolazione contava poco più di mille abitanti. Non fu mai sentita, né si verificò, la necessità di realizzare opere pubbliche di un certo rilievo, o palazzi che in epoca recente sarebbero stati adattati a musei, teatri, biblioteche, casa comunale. La casa del popolo, edificata in epoca fascista, fu inspiegabilmente demolita.È in quest’epoca moderna che Ardea vede vertiginosamente aumentare la propria popolazione. Contava poco più di duemila abitanti nel 1951 che da allora crebbero al ritmo di oltre il 60% ogni decennio. Quando Ardea divenne comune autonomo staccandosi da Pomezia, contava meno di seimila abitanti. Quella crescita imponente avrebbe dovuto mettere in allarme il governo cittadino di allora; ma purtroppo non accadde.
Il Consiglio Comunale si riuniva nella piccola sala di quello che un tempo era stato l’unico cinema del paese. Il comune continuava a operare in quello stesso stabile di proprietà dei nobili Sforza Cesarini che ospitava i rappresentanti dell’appodiato di Genzano; nel 1971 il Commissario Valeri spese 25 milioni di Lire per ristrutturare l’immobile ormai fatiscente. Quello stesso edificio è ancora oggi la sede del Comune di Ardea, cittadina di 52.000 abitanti. Dodici vani per quattrocento metri quadrati in un vecchio casale che mostra tutti i segni della sua stanchezza nelle ampie crepe dei muri maestri, e nelle infiltrazioni d’acqua dal solaio.
Oggi la ASL ci impone pesanti ristrutturazioni all’edificio per adattarlo, sia in termini di sicurezza statica, sia di salubrità del posto di lavoro, nonché renderlo accessibile privandolo delle numerose barriere architettoniche.
È stato il Sindaco Carlo Eufemi, alla fine del suo secondo mandato, a volere con determinazione che si costruisse, finalmente, un luogo degno di questa città e il 12 dicembre del 2012 fu inaugurata la Sala del Consiglio Comunale.
Doveva essere l’inizio di un futuro che avrebbe visto Ardea non crescere più soltanto in posti letto, ma finalmente come una vera città degna della storia che rappresenta.
Da quel giorno Ardea è cresciuta di altri 8.000 letti senza che si edificasse un’aula scolastica, un solo metro quadrato di uffici pubblici, una piazza, un giardino.
Per la sua natura demografica Ardea dovrebbe contare non meno di 250 impiegati comunali da collocare in uffici obbligatoriamente privi di barriere architettoniche.
E in questo contesto che s’inquadra il progetto di quest’amministrazione. Vogliamo invertire questa scellerata rotta che ci ha condotto fino a qui e arrivare presto alla costruzione di una nuova Casa Comunale degna della città, per i cittadini, proseguendo quel piano mai completato che è iniziato proprio con la Sala Pertini.
Nella nostra idea la Casa Comunale sarà un edificio realizzato con nuove tecnologie che coniugano il basso impatto ambientale con l’alta efficienza energetica; sarà al massimo di tre piani e avrà un collegamento diretto con la Sala del Consiglio Comunale.
Un programma così ambizioso richiede anni di lavoro, e l’ente non si può più permettere di attendere oltre. Nessuna tra le sette sedi che ora ospitano gli uffici comunali è idonea a svolgere il proprio compito: sono inadeguate sia per i lavoratori, sia per il pubblico che per ovvi motivi devono ricevere. Alcune addirittura sono pericolose, fatiscenti e costose oltre il tollerabile, per gli affitti e per le manutenzioni richieste.
Di recente la ASL ci ha intimato la messa a norma degli edifici. L’inottemperanza alle prescrizioni andrebbe ad aggiungere alla sanzione amministrativa già comminata al sindaco, anche la condanna penale e la chiusura degli uffici. Non c’è più tempo: occorre agire subito.
Abbiamo valutato l’impegno economico della messa a norma richiesta dalla ASL, ma i costi, prossimi al mezzo milione di Euro, sono al momento insostenibili. È da questa necessità che nasce l’idea di passare attraverso una soluzione transitoria, che ci traghetti fino al completamento del progetto.
Successivamente si trasferiranno in via Crispi gli uffici dei servizi sociali e alla persona.
Si riaprirà la delegazione in via Campo di Carne con l’aggiunta di ulteriori servizi quali l’ufficio tributi e lo stato civile. Si digitalizzeranno tutti i vecchi documenti e si chiuderà l’archivio oggi in affitto.Inspiegabilmente una parte dei consiglieri dell’opposizione si sta opponendo con forza a questo programma, sostenendo motivazioni pretestuose e perfino non veritiere.
A prescindere dalle argomentazioni addotte, costoro propongono una soluzione alternativa che consisterebbe nel mettere subito in sicurezza e a norma gli attuali uffici mentre si attiva un progetto per la realizzazione in edilizia contrattata di una nuova scuola presso la quale trasferire gli alunni che attualmente frequentano la scuola di via Lazio; l’edificio, così liberato e opportunamente adattato dovrebbe ospitare gli uffici comunali in via definitiva – non è prevista in questa ipotesi la realizzazione di nuovi uffici.
Abbiamo analizzato vantaggi, svantaggi, costi e criticità delle soluzioni proposte e quet’analisi, che dettagliatamente è stata riportata sul nostro blog, è visionabile al link https://wp.me/p2Do7u-1qN
Dall’analisi si evince con evidenza che la soluzione proposta dalla minoranza presenta molti punti deboli:
La soluzione proposta dalla minoranza richiede un investimento oggi improponibile per mancanza di fondi, per la messa a norma degli attuali uffici.
Il costo complessivo nei quattro anni necessari al completamento del progetto (qualunque dei due) è sicuramente favorevole alla proposta dell’amministrazione perché farebbe registrare un risparmio di quasi mezzo milione di Euro.
I tempi di fruibilità degli uffici sarebbero immediati nella soluzione da noi proposta, indeterminati nell’altra.
Nella proposta dell’amministrazione si prevede l’aumento della capacità degli edifici per ospitare un numero maggiore di impiegati comunali, nessun incremento di spazi nella proposta della minoranza.
Il plesso scolastico di via Lazio ha usufruito del Fondo Kioto per le scuole, un importante finanziamento a fondo perduto erogato dalla regione tramite il quale sono stati completamente rifatti gli impianti di climatizzazione dell’intero edificio. A causa di quel finanziamento non è oggi possibile cambiare la destinazione dello stabile.
Gli oppositori più accaniti, volutamente miopi, sono gli autori di un articolo pubblicato sulla stampa locale nel quale si affermano inesattezze e si danno per scontati fatti mai accaduti.
Cito riprendendo dall’articolo e rispondo punto punto.
Chi mai ha affermato di aver fatto una scoperta? Piuttosto l’amministrazione ha denunciato una necessità troppo a lungo nascosta in passato, quando si agiva in totale assenza di programmazione come ampiamente dimostrato dallo stato in cui versa la città.
“Hanno chiuso l’ufficio anagrafe di Tor San Lorenzo… e Montagnano”.
“A Tor San Lorenzo L’ufficio SUAP si trova ubicato in un fabbricato dove il Comune paga l’affitto a riscatto dell’immobile”.
Non è così; la possibilità di riscattare l’affitto dell’immobile era prevista solo nei primi 5 anni di contratto e non è mai stata rinnovata.
“Non esistono documenti tecnici che possono attestare l’idoneità della palazzina”.
È normale che sia così, giacché per la palazzina non è mai stato completato l’iter di agibilità/idoneità. Dopo la firma del contratto preliminare, il costruttore sta realizzando tutto quanto è necessario a certificare l’immobile per l’uso al quale è destinato. Se ciò non avverrà, come previsto dal preliminare, il contratto definito non si perfezionerà.
“Non c’è un piano logistico su come i cittadini potranno raggiungere tale località”.
Semmai nulla di simile esiste oggi. Con la nuova dislocazione degli uffici il flusso degli utenti dal quartiere della Nuova Florida, della Banditella, del lungomare Nord, della zona a Nord del comune – un totale di oltre 25.000 residenti – ricaverà un vantaggio valutabile intorno al 30% negli spostamenti. L’apertura di uffici distaccati a Tor San Lorenzo diminuirà sensibilmente anche il flusso di cittadini che risiedono in tutta l’area a Sud del Comune.
“La somma che l’amministrazione andrà a spendere è superiore a quella attuale”.
Il piano finanziario completo è stato ampiamente illustrato e chiunque, valutando tutti gli aspetti legati al progetto, è in grado di riconoscere che questa nostra ipotesi porterà semmai un grande vantaggio economico oltre che logistico e in termini di qualità dei servizi.