(MeridianaNotizie) Roma, 10 aprile 2020 – Angelo Bauguini e Santino Franchina, Consiglieri Nazionali dell’Ordine dei Giornalisti hanno vinto la loro battaglia e grazie alla protesta presentata al Ministro Alfonso Bonafede hanno riportato ordine nelle disposizioni riguardanti l’iscrizione all’albo professionale dei giornalisti pubblicisti. Le disposizioni e la risposta del Ministero di Giustizia ai due consiglieri nazionali firmatari dell’esposto contro il Consiglio nazionale dell’Ordine di fatto sconfessa in maniera netta e definitiva le regole con cui il Consiglio Nazionale dell’Ordine nella seduta del 28-01-2020 aveva di fatto stravolto l’iscrizione per i giornalisti pubblicisti, inventandosi una sorta di “foglio rosa” che in realtà a giudizio del Ministero della Giustizia non è per nulla regolare. Ma partiamo dall’esposto presentato al Ministro Bonafede dai consiglieri nazionali Bauguini e Franchina. “In merito a questa delibera- scrivono i due consiglieri nazionali al Ministro- si ritiene opportuno evidenziare che con il provvedimento di che trattasi si forniscono ulteriori linee guida per l’iscrizione all’Albo con l’istituzione di quello che viene definito un “foglio rosa” per gli aspiranti pubblicisti. Tale provvedimento prevede che gli Ordini regionali che ricevono le domande di iscrizione all’Elenco dei Pubblicisti, dall’1 aprile p.v., devono istituire un registro degli aspiranti Pubblicisti in totale difformità di quanto previsto dalla Legge istitutiva dell’Ordine dei Giornalisti n. 69/1963 (art 35 ) e dall’art. 41 del DPR N. 115/1965, che indicano in modo chiaro e netto quali sono i documenti necessari per l’iscrizione all’Albo dei Giornalisti- Elenco Pubblicisti”. II due consiglieri nazionali dell’Ordine specificano che “Nuove linee guida, si impone una modalità di accesso totalmente difforme e contrastante con le normative vigenti stabilendo che l’interessato dovrà comunicare l’inizio della propria attività all’Ordine regionale competente che provvederà poi ad iscriverlo nel “Registro degli aspiranti pubblicisti”. Per quella che viene definita una “comunicazione” si prevede perfino che gli Ordini regionali possono imporre eventuali diritti di segreteria”. E’ chiaro che a giudizio di Bauguini e Franchina “Il documento approvato dal Consiglio Nazionale rappresenta una sorta di autoriforma dell’accesso dei Pubblicisti all’Albo che, aggirando le norme vigenti, impongono di fatto nuovi criteri che solo il legislatore avrebbe potuto riformare. A tale riguardo si ritiene opportuno evidenziare che tale “disciplina” (così viene definita nell’ultimo comma del documento) si applica addirittura con effetto retroattivo e cioè anche agli aspiranti pubblicisti che hanno iniziato la loro attività dall’1-1-2019”. I due consiglieri nazionali nell’esposto al Ministro aggiugono un dato di grande rilevanza territoriale e segnalano al Ministro Bonadfede che alcuni presidenti di Ordini regionali “hanno affermato che non terranno conto della nuova “disciplina” e continueranno pertanto ad iscrivere i Pubblicisti osservando tutto quanto previsto solo dalla legge istitutiva dell’Ordine. Ciò aggiungerà elementi di disparità di trattamento tra residenti in diverse regioni aumentando le già numerose diversità esistenti in termini di costi, numero di articoli e retribuzioni minime richiesti per le iscrizioni dei Pubblicisti in sede regionale. Per esempio, in alcuni Ordini regionali è necessario dimostrare un guadagno minimo nel biennio di 5.000 euro mentre in alcuni Ordini sono sufficienti 800 euro di retribuzione. Diverse anche le spese di segreteria già imposti in sede regionale che variano da 100 a 450 euro”. Sulla base di queste motivazioni si chiede quindi un intervento del Ministro perché venga riprristinato il vecchio regolamento. A questa protesta-demuncia “al fine di verificare l’esistenza di vizi di legittimità nella nuova disciplina”, il Ministero di Grazia e Giustizia ha ora risposto dando piena ragione all’esposto presentato da Franchina e Bauguini contro il Consiglio Nazionale dell’Ordine e ripristinando le vecchie regole.
|