(MeridianaNotizie) Roma, 8 marzo 2021 – “Assolto o condannato dalla Cassazione non potrò che continuare nella mia battaglia, cioè a lottare per l’affermazione della giustizia giusta. Lo devo ai miei figli” così in una intervista a L’Opinione.it il regista Ambrogio Crespi in vista del 9 marzo, giorno in cui affronterà l’ultimo grado di giudizio senza il suo avvocato Francesco Paolo Sisto, nel frattempo divenuto sottosegretario alla Giustizia, ma con i legali Marcello Elia e da Riccardo Olivo.
La Suprema Corte di Cassazione si pronuncerà sul presunto coinvolgimento di Ambrogio Crespi con l’ndrangheta.
Il regista, autore di film e documentari contro la criminalità organizzata, da Spes contra spem-Liberi dentro”, a ‘Terra Mia’, da Enzo Tortora, una ferita italiana” a Generale Mori. Un’Italia a testa alta”, attende il verdetto ma non grida al complotto, rinuncia all’idea del martirio.
“ Nessun martirio. No, la paura c’è. Eccome. Io ho due figli di cinque e di otto anni che capiscono tutto e sanno perfettamente chi è il loro papà. Nonostante le farneticanti sentenze di primo e secondo grado la mia fiducia nella giustizia è incrollabile e sono certissimo che a Berlino mi aspetta un giudice”.
“Confido – dice – con estrema fiducia che il 9 marzo la Cassazione mi riconsegni alla mia vita, da uomo libero, estraneo ad ogni fatto contestato sino ad oggi. Questa storia mi ha insegnato molto, ha cambiato la mia vita ed ho cercato disperatamente di fare in modo che non mi distruggesse, trasformando il male che ho ricevuto in bene per gli altri che poi mi è ritornato. Significa cioè dare voce alle parole del poeta Fabrizio De André: ‘Dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior’”.