Il mercato e il mondo del lavoro sta cambiando, le nuove parole d’ordine per il business sono: flessibilità, adattamento, smart working, soft marketing.
(Meridiananotizie) Ardea, 13 marzo 2021 – La pandemia data dalla diffusione del Virus, meglio conosciuto come Covid-19 in tutte le sue varianti, è inevitabile, ha condizionato e continuerà a condizionare la vita di ognuno di noi e conseguenzialmente, ha trasformato e trasformerà ulteriormente, le nostre consuete abitudini, ciò che davamo oramai per scontato non lo sarà più.
E come si sa, in ogni contesto dove è in atto un cambiamento, voluto o sorto involontariamente (ognuno tragga le proprie conclusioni), dove le procedure di condotta adottate dai Governi in tutto il mondo, determinano cambiamenti nella gestione di molte attività delle realtà sociali in cui siamo calati, ecco che, solo chi avrà la capacità di adattarsi al cambiamento, riuscirà a sopravvivere.
I notiziari tv, radiofonici, della carta stampata, ma anche della rete internet, ci riportano notizie del crollo economico che sta avvenendo in ogni luogo della terra, dovuto, appunto alle negazioni che i governi, giustamente per alcuni e ingiustamente per altri, stanno mettendo in atto a fronte di molti fallimenti aziendali.
La sanità, la scuola, la religione, i mercati economico produttivi, insomma la vita sociale, politica, economica e spirituale in generale di tutti noi nelle sue più svariate sfaccettature, sta subendo uno stravolgimento a cui possiamo solo pensare di adattarci presto se non vogliamo aggravare una situazione già di per sé molto critica sotto ogni aspetto.
Ecco che in questi casi si può venire fuori da situazioni complicate, ricorrendo a strategie che ci aprono a nuovi scenari per trovare soluzioni alternative in un periodo come quello che stiamo percorrendo.
Se prendiamo ad esempio il commercio di beni e servizi, ci potremmo rendere conto che, i dati che provengono dalle attività che svolgono ancora il proprio lavoro nelle modalità tradizionali, ci indicano come queste si trovino a combattere con una crisi economico-finanziaria galoppante che le vede sperperare le proprie risorse in attesa di sovvenzioni governative che tardano ad arrivare e quando arrivano, se arrivano, sono talmente irrisorie che non riescono a coprire i debiti che nel frattempo le stesse aziende hanno accumulato.
La logica conseguenza è che la fine di un’attività economico-produttiva è molto probabile. E questa ha, sicuramente, una ricaduta negativa notevole nella società: meno posti di lavoro, meno tasse per lo Stato, meno produzione del PIL nazionale (PIL è il valore dei prodotti e servizi realizzati all’interno di uno Stato in un determinato arco di tempo). E tutto ciò, innesca anche un minor potere di acquisto per le famiglie.
Le parole d’ordine che riecheggiano, insistentemente, in questo periodo di grandi cambiamenti socioeconomici sono: flessibilità, adattamento, smart working, soft marketing.
E in quest’ottica, se ci concentriamo sul commercio di beni e servizi, molte aziende hanno capito che attendere tempi migliori dalla Politica per risollevare le sorti di un mercato economico produttivo può essere deleterio e prospettare una possibile disfatta per il proprio business.
Ecco quindi che, molte aziende stanno studiando e rinnovando le modalità di commercio dei propri prodotti e/o servizi nel proprio mercato economico-produttivo, ristrutturandosi proprio nel rispetto della flessibilità, adattamento e smart working, sviluppando nuove opportunità nel mondo dell’E-Commerce.
Alcuni dati del commercio elettronico (E-Commerce)
Il periodo di forte negazioni che tutti conosciamo come “lockdown” determinato dalla diffusione del Covid-19, come suddetto, ha condizionato le abitudini dei consumatori di tutto il mondo.
Per fare un’analisi un po’ più ampia, partiamo dal 2019, quando, oltre 4 miliardi di potenziali consumatori, il 60% di esse (2,4 miliardi), hanno fatto almeno un acquisto on-line tramite la rete internet e i vari siti web dedicati all’E-Commerce.
In Italia, la quota dei consumatori on-line, superava all’epoca i 38 milioni ed i fatturati correlati che si registrarono già nell’anno precedente (2018), ci riportano ad un totale di 41 miliardi di euro.
Di questi dati positivi per l’E-Commerce si è occupato il quotidiano economico “IlSole24Ore” (clicca qui) che, in un’intervista al Presidente Davide Casaleggio, dell’omonima Casaleggio Associati, ha evidenziato come la crescita nell’E-Commerce sia costante e veloce, anche se è da sottolineare che molte aziende, già definite dominanti nel settore degli acquisti on-line, quale il settore del turismo, hanno subito dei forti cali a fronte della crescita in altri ambiti settoriali, quali ad esempio quelli eno-gastronomici. Questa tendenza alla decrescita in alcuni settori e crescita in altri è da attribuire ai vari DPCM che hanno limitato gli spostamenti delle persone da un luogo ad un altro. Ma rimane di fatto, comunque, una complessiva crescita di consumatori on-line.
I mercati che attualmente sono più in sviluppo e fatturano diversi miliardi di euro l’anno, oltre il settore alimentare già citato, sono quelli della salute e della bellezza, a cui possiamo aggiungere quei beni di lusso quali gli accessori di abbigliamento.
Nell’ambito della vendita al dettaglio, gli accessori sono la categoria di prodotti che tiene bene il mercato dell’E-Commerce, mentre quello dell’orologeria, ne soffre maggiormente, anche se per alcune aziende del settore ciò non è così perché hanno già sviluppato da tempo la vendita on-line di tale prodotto.
In quest’ottica, possiamo considerare ad esempio che su 280 attività di diversi settori, ad oggi solo il 79% di loro possiede una piattaforma per l’E-Commerce completa per il ritiro e/o il reso dei prodotti, mentre il 37% di esse è abilitato al ritiro o al reso in store dei prodotti acquistati online.
Questo significa che molte aziende ancora si devono adeguare alle dinamiche commerciali delle vendite on-line e perciò, facendo riferimento a quanto detto in apertura di questo articolo, coloro che nascono dall’inizio come attività economico-produttive per la vendita on-line sono, sicuramente, avvantaggiate e godono già dei frutti dati dalla loro produttività attraverso l’E-Commerce; le altre aziende, nei diversi settori, dovranno adeguarsi anch’esse all’evoluzione “obbligata” condizionata dalla pandemia data dalla diffusione del Covid-19 e strutturarsi in breve tempo con una piattaforma on-line per la commercializzazione dei loro beni e/o servizi, se non vogliono pagare in prima persona l’inevitabile cambiamento sociale ed economico ormai iniziato da oltre un anno su scala mondiale.
- articolo di Massimo Catalucci