(Meridinananotizie) Torino, 7 marzo 2021 – Ora, servirà tanta umiltà, silenzio assoluto, testa bassa e lavoro…tanto lavoro.
Ieri la Lazio ha dimostrato di avere le possibilità di poter competere con le squadre che la precedono in classifica, ma una grande squadra, deve saper usare testa ed emozioni, dosando logica ed emotività, in un cocktail di capacità tattica, tecnica, corsa e cinismo. Elementi, questi, che ieri la Lazio, purtroppo, per se stessa e soprattutto, per i suoi tifosi, ancora non è stata in grado di dimostrare di possedere.
E adesso, le cose si complicano abbastanza, perché il terreno perso in classifica fa allontanare l’obiettivo del 4° posto…e attenzione che tale momento critico, povero di punti, potrebbe mettere in discussione anche la qualificazione alla Europa League.
I punti persi in campionato, non sono certo quelli contro Inter e Juventus, bensì altri lasciati contro squadre ben al di sotto del valore della Lazio. Segno, evidente, di una mentalità ancora distante da quella di una grande squadra, dove la concentrazione è sempre alta, contro chicchessia, sia l’avversario di categoria inferiore che di categoria superiore. Anche in Champions League, abbiamo assistito ad una gara, quella disputata contro i tedeschi del Bayern, dove i biancoecelsti sono entrati in campo intimoriti dal blasone degli avversari…e questo approccio mentale ha fatto si che la Lazio non giocasse e prendesse 4 gol.
Continuiamo a mettere in risalto il problema della concentrazione e della gestione psicoemotiva dei ragazzi di Mister Inzaghi, perché riguardo il gioco che sanno esprimere in campo, ancora crediamo che i biancocelesti siano una delle squadre che gioca meglio in serie a…e non solo. Ma questo non basta. Le motivazioni, la forte personalità, la concentrazione, il focus continuo e quasi asfissiante, sull’obiettivo da perseguire e l’umiltà di perseguirlo con dedizione, continuità e costanza, sono valori aggiunti che, insieme al bel gioco, non solo esprimono la bellezza del calcio, ma anche dei risultati che portano a vincere campionati e trofei.
Oggi, forse si tornerà a parlare dei cambi errati di Mister Inzaghi, ma noi crediamo più al fatto che, se il “cinismo” che ha saputo esprimere ieri la Juve lo avessero avuto i biancocelesti in alcuni incursione del primo e secondo tempo in area avversaria, probabilmente, oggi non staremo qui a commentare un’altra sconfitta…che fa male!!!
La matematica, certamente, non condanna la Lazio fuori dalle possibili qualificazioni alle prossime competizioni di coppa, però è inevitabile che la bagarre che c’è nei primi 7 posti in classifica, è evidente e non sarà facile, anche alla luce di quanto suddetto, raggiungere agilmente la meta per i biancocelesti.
Meta che la società laziale non può fallire, perché significherebbe tornare indietro di qualche anno. La Lazio ha fatto dei progressi in questi anni, è fuori di dubbio e questo grazie a Mister Inzaghi che ha saputo gestire bene le risorse messe a disposizione dalla società, per questo non può…non deve tornare indietro. Il momento è difficile, anche perché iniziano a mancare le reti della “scarpa d’oro“, Ciro immobile e gli altri attaccanti in forza alla Lazio non sono in grado di garantire lo “score realizzativo” dello scugnizzo partenopeo, per questo diciamo che ora serve solo silenzio e lavorare con molta umiltà, quell’umiltà che insieme alla mancanza d cinismo, ieri è mancata quando la Lazio ha avuto modo di colpire più volte la Juve per fare bottino pieno.
Le dichiarazioni degli allenatori nel post-gara
Pirlo – “Siamo partiti male, per un nostro errore con un retropassaggio e abbiamo spalancato il gol alla Lazio. C’è stata una grande reazione e nonostante le molte assenze abbiamo giocato un’ottima gara. Non ci siamo abbattuti ed è la cosa più importante. Oggi abbiamo iniziato la partita con venti minuti di ritardo ma era normale perché in molti erano fuori posizione e tanti al rientro. Quando vai sotto non è facile recuperare, specie contro la Lazio che aveva avuto tempo per recuperare. Abbiamo fatto una partita importante, in uno scontro importante per la classifica e siamo contenti”.
“Morata non lo abbiamo avuto per alcuni problemi fisici, ora cerca la forma migliore ma per me è fondamentale e lo abbiamo acquistato per le sue caratteristiche uniche. Può dare ancora di più, speriamo rientri al meglio il prima possibile. Kulusevski sta reagendo da campione, quando arrivi alla Juve a vent’anni hai pressione. La Juve è diversa dal Parma, ogni passaggio è importante e sta dimostrando di essere un grande campione e lo sa, sta diventando un campione nella testa e questo è a suo favore”.
S. Inzaghi – “Dobbiamo fare di più, quello che facciamo non basta. Abbiamo tenuto il campo molto molto bene fino all’1-1. Lo abbiamo compromesso da soli con una ripartenza ed un rigore evitabile. Dobbiamo ripartire da qua, avremmo meritato molto di più. Non dobbiamo mollare e credere in quello che facciamo. Siamo in ritardo, avevamo fatto una grande rincorsa. Le assenze ci hanno condizionati, ma una squadra forte deve andare avanti comunque. La squadra quest’anno è ben costruita, ho poco da dire. Purtroppo dopo aver fatto un buon girone d’andata passando il girone di Champions, sono arrivate le assenza di Radu e Luiz Felipe che per noi sono importanti. Non ci sono alibi, vogliamo continuare nel migliore dei modi, ci sono ancora 12 partite“.
Il tabellino della gara
JUVENTUS (4-4-2): Szczesny; Cuadrado (69′ Arthur), Danilo, Demiral, A. Sandro; Chiesa (82′ Bonucci), Rabiot, Ramsey (69′ McKennie), Bernardeschi; Kulusevski (92′ Di Pardo), Morata (69′ Ronaldo). A disposizione: Ake, Buffon, De Marino, Dragusin, Fagioli, Peeters, Pinsoglio. Allenatore: Pirlo.
LAZIO (3-5-2): Reina; Marusic (81′ A. Pereira), Hoedt, Acerbi; Lulic (55′ Patric), Milinkovic-Savic, Leiva (55′ Escalante), L. Alberto (81′ Caicedo), Fares; Correa, Immobile (81′ Muriqi). A disposizione: Akpa Akpro, Cataldi, Musacchio, Parolo, G. Pereira, Shehu, Strakosha. Allenatore: Inzaghi.
ARBITRO: Massa di Imperia
MARCATORI: 14° Correa (L), 39° Rabiot (J), 57° e 59° su rig. Morata (J)
NOTE: Ammoniti: Acerbi (L). Recupero: 1′ pt – 3′ st.
- articolo di Massimo Catalucci