(Meridiananotizie) Roma, 20 aprile 2021 – Nel web e non solo, anche nei telegiornali nazionali, imperversa lo sfogo dell’esponente del M5S, Beppe Grillo (clicca qui), che se la prende con quella che lui evidenzia come una strumentalizzazione mediatica nei confronti del figlio Ciro, indagato per un presunto stupro avvenuto nella villa del comico genovese a Porto Cervo nell’estate del 2019 e a cui avrebbero partecipato, secondo quanto emerge dalla Procura di Tempio Pausania (SS), altri tre amici di Ciro.
“Mio figlio è su tutti i giornali come uno stupratore seriale insieme ad altri tre ragazzi” – inizia così il breve video di Beppe Grillo.
L’attacco alla magistratura e ai mezzi di informazione, da parte del fautore della nascita di un Movimento (M5S) che ha raggiunto gli scranni del Governo con una sua folta rappresentanza di parlamentari attraverso le battaglie popolari che inneggiavano alle manette coloro che erano solo indagati e che attendevano la sentenza dal tribunale, improvvisamente, si riconosce garantista.
“Perché – continua Beppe Grillo nel suo video – se sono degli stupratori seriali non li avete arrestati subito?” – poi, risponde lui stesso alla sua domanda emettendo lui stesso una “sentenza”, volendosi sostituire al magistrato, come se lui avesse la verità di quanto accaduto due anni fa a porto Cervo – “Perché vi siete resi conto che non è vero niente che c’è stato lo stupro. Perché una persona che viene stuprata la mattina, al pomeriggio fa Kite Surf, dopo otto giorni fa la denuncia…vi è sembrato strano? Bene, vi è sembrato strano…E’ strano!!!…Non è un avvocato, il padre che parla!!! C’è un video, passaggio per passaggio”…si vede che c’è il gruppo che ride, che sono ragazzi di 19 anni, che si stanno divertendo. Se dovete arrestare mio figlio – aggiunge Beppe, emettendo la sua personale ‘sentenza’ – che non ha fatto niente, allora arrestate anche me“.
E qui, Beppe Grillo, dà il meglio di se stesso da quel bravo oratore che è ma che, probabilmente, dimentica le modalità con cui si è scagliato negli anni “addietro”, alimentando l’odio gratuito ed inaccettabile del suo seguito di simpatizzanti a 5 stelle che ha saputo ben coinvolgere, verso altre persone che in passato si trovavano nella stessa condizione del figlio, ovvero, ad essere indagate e in attesa di giudizio da parte del tribunale, con prove tutte da dimostrare.
E’ evidente che quando si toccano i propri “affetti” si inneschi un certo turbamento per quanto avvenuto e si tende a criticare, negativamente, il “modus operandi” della macchina giuridica. Quanto accaduto al figlio di Beppe Grillo, dovrebbe, quantomeno porre l’esponente del M5S a rendersi conto che forse, una riforma della giustizia è un passo essenziale che la politica deve fare prima possibile una volta per tutte per garantire, realmente, la condanna o l’assoluzione nei giusti tempi a chi è indagato per qualsivoglia ipotetico reato, senza allungare per anni la durata dei processi che mette in una condizione psicofisica ed emotiva precaria e soggetta ad alterazioni la persona indagata e i suoi familiari, con effetti anche devastanti sulla loro salute.
Riguardo il video pubblicato dal comico genovese, non sono mancati, come era evidente accadesse, i commenti di esponenti della politica e dei media.
Le prime aspre critiche alle affermazioni del comico genovese arrivano proprio da esponenti del M5S è il caso di Federica Daga (deputata) e del consigliere sardo, Patrizia Cadau. “Ho avuto una relazione – dichiara Daga – con una persona violenta per un breve periodo e per elaborare quanto era successo ci ho messo sei mesi, poi, ho denunciato”. “…Mi dispiace per Beppe, la giustizia è lenta e io sono in causa da cinque anni. Non può essere così lunga una causa non sai cosa ti può succedere nell’attesa“.
“Il video di Beppe Grillo a difesa del figlio – afferma Cadau – indagato per violenza sessuale insieme ad altri tre ragazzi, è imbarazzante almeno per una ragione. In un passaggio Grillo sostiene che la presunta vittima non sia credibile per il fatto di aver denunciato lo stupro dopo otto giorni“. “…Una vittima – aggiunge Cadau – denuncia quando riesce a superare la paralisi dell’omertà e della vergogna che l’hanno ingoiata e non esistono tempi ‘ragionevoli’ per l’elaborazione del trauma, ognuno ha i suoi e spesso non basta una vita per arrivare all’accettazione di quello che è successo“.
Lega: “Garantismo a giorni alterni. Il sabato Salvini è colpevole, il lunedì suo figlio è innocente“. Italia Viva, per voce di Maria Elena Boschi: “Che grillo usi il suo potere mediatico e politico per assolvere il figlio è vergognoso“. Dal PD, Valentina Cuppi e Simona Malpezzi: “Il frasario tipico di chi colpevolizza la vittima, parole sconcertanti“; Anna Rossomando “…le parole di grillo puntano invece a screditare una ragazza che ha denunciato uno stupro. Questo già di per sé non è accettabile, le motivazioni, poi, lo sono ancora meno“.
La Meloni (Fratelli d’Italia) prende le distanze da chi opera, mediaticamente, nelle modalità adottate, in questo caso, da Beppe Grillo, dichiarando che la situazione che coinvolge suo figlio è complessa e difficile ma che, a differenza del comico fondatore del M5S, lei non fa politica su queste cose e sulle dichiarazioni video di quest’ultimo afferma: “Mi è sembrato molto distonico un Beppe Grillo che attacca la Magistratura, dopo aver usato il giustizialismo spinto per tanti anni e averne fatto cassa di voti. Ma oltre non vado, perché non conosco la vicenda giudiziaria e mi rendo conto che quando vengono colpiti gli affetti importanti, si può perdere la testa“.
Più decise le affermazioni delle esponenti dei Verdi che accusano il comico genovese di minimizzare la posizione della presunta vittima di stupro: “Il punto di vista della giovane donna gli è indifferente” – dichiarano Elena Grandi, Fulvia Gravame, Luana Zanella, Fiorella Zabatta.
Dalla parte di Beppe Grillo si schiera Alessandro Di Battista: “Sei un papà e ti capisco. Spero che tutto si chiarisca alla svelta. Coraggio Beppe“. Ed anche la Sottosegretaria alla Giustizia, Anna Macina dice la sua spezzando un lancia a favore del M5S: “A chi alimenta polemiche dico che la violenza sessuale è un tema che va affrontato con serietà e su cui il Movimento ha lavorato tanto in questi anni, dando un grosso contributo per migliorare la normativa vigente“.
Entrano in merito alla questione delle dichiarazioni video di Beppe Grillo anche i direttori dei TG, Mentana (LA7) e Giannini (La Stampa), che si trovano a commentare su una stessa linea, in sintesi, affermando che laddove ci sono delle indagini spetta alla magistratura fare luce su quanto accaduto ed esprimersi in un giudizio. “Il giustizialismo colpevolista – aggiunge inoltre Mentana – praticato sistematicamente dal Movimento creato da Grillo contro i familiari degli avversari politici si trasforma in garantismo in questa occasione“.
A tutto ciò, come è giusto che sia, si aggiungono le dichiarazioni della famiglia della ragazza del presunto abuso: “Siamo distrutti. Il tentativo di fare spettacolo sulla pelle altrui è una farsa ripugnante. Cercare di trascinare la vittima sul banco degli imputati, cercare di sminuire e ridicolizzare il dolore sono strategie misere“.
Una cosa è certa, il video del comico genovese, fondatore del M5S, come era inevitabile accadesse, ha creato non poche polemiche nella Politica e attratto l’attenzione della collettività su un tema importante quello per cui, chi è indagato non è detto che sia colpevole e che i giudizi personali non possono essere usati per screditare nessuno. Spetta alla magistratura, seppur lenta e che, come abbiamo detto dovrebbe essere riformata, fare le indagini del caso laddove sussistano i presupposti per avviarle e dare luogo ad un processo. Vedremo cosa accadrà in seguito e quali effetti avrà prodotto questa uscita video di Beppe Grillo anche all’interno del suo Movimento.
- articolo di Massimo Catalucci