Tribunale di Velletri: le barriere nel Consorzio Lido di Tirrenella vanno rimosse. Una prima “picconata” al problema dei passaggi a mare dei Consorzi di Ardea?

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(Meridiananotizie) Ardea, 17 giugno 2021 – Il tema dei Consorzi ad Ardea è da oltre mezzo secolo un problema piuttosto complesso per come si è trascinato nel tempo senza adeguati e decisivi interventi, da parte delle amministrazioni locali che si sono susseguite, atti a voler regolarizzare tale situazione che presenta, ancora oggi, non poche anomalie.

E se le varie amministrazioni locali fino ad oggi non hanno trovato il “bandolo della matassa” per sciogliere, diciamo così, la confusione provocata dalla convergenza di più fattori complicati o contraddittori che avvolgono il problema dei Consorzi, ecco che il 26/10/2017, il Tribunale di Velletri a firma del Vice Procuratore Onorario, Dott. Giuseppe Magnano, emetteva un’ordinanza di rimozione di alcuni abusi persistenti all’interno del Consorzio Lido di Tirrenella che ha avuto esecuzione nella giornata odierna.

Oggetto della rimozione degli abusi sono state le barriere (manufatti in cemento: “New Jersey” e “Fioriere“) che impedivano il libero passaggio carrabile sul Lungomare dei Troiani.

E dopo tanti anni, questa prima “picconata” alle irregolarità che presentano diversi Consorzi, non potrà passare inosservata.

A questo punto la domanda è conseguenziale: quello di oggi, sarà il primo atto di una serie di aperture di tutte le strade chiuse all’interno dei consorzi che corrono sul lungomare adiacenti l’arenile per renderle percorribili, liberamente, da chiunque e non solo dai consorziati?

Crediamo che qualcosa si muoverà, perché ora è legittimo pensare che il Consorzio Lido di Tirrenella non vorrà soccombere al ruolo di “agnello sacrificale” come unico Consorzio che ha abusato di un bene della collettività, circoscrivendolo, nello specifico, quale uso carrabile esclusivo dei propri consorziati.

Gli abusilamenta una consorziataesistono da più amministrazioni (riferito ai CDA del Consorzio Lido di Tirrenella – NDR) le quali portano più o meno sempre gli stessi nomi che cambiano solo tipo di carica; ma se non ci fossero stati gli abusi presenti non ci sarebbe nemmeno stata l’ordinanza del 2016 emessa dall’allora Sindaco di Ardea Di Fiori e non rispettata dal nostro Consorzio ricevente. Inoltre, gli stessi amministratori non hanno mai convocato alcuna assemblea consortile per mettere a conoscenza i consorziati dell’ordinanza del 2016, né nell’immediato, né nell’assemblea per rinnovo CDA del 2018“.

Quanto dichiarato dalla consorziata di cui per motivi di privacy non pubblichiamo il nominativo, fa emergere un altro aspetto molto delicato che ci riconduce ad una sorta di omertà che vigerebbe, il condizionale è d’obbligo, all’interno della gestione dei Consorzi.

La rimozioneprosegue la consorziata – dei blocchi di cemento, “New Jersey” e “Fioriere”, quali barriere che non permettono il libero transito carrabile sul Lungomare dei Troiani, nonché i due cancelli che chiudono il Consorzio Lido di Tirrenella posti, abusivamente, da non si sa bene chi, mettono in difficoltà molti consorziati che non erano a conoscenza di tali abusi anche per mancanza di comunicazioni in tal senso da parte dei vari CDA“.

Preciso – aggiunge la consorziata – che a noi proprietari immobiliari piace che il Consorzio sia protetto da recinzioni e cancelli di accesso, questo per questioni di sicurezza, visto anche che ad Ardea atti criminali sono all’ordine del giorno e un minimo di protezione alle proprie abitazioni fa piacere. Ma se ciò è frutto di unì abuso allora non piace più perché con i nostri nomi non si possono compiere illeciti, fra parentesi, tenendoci allo scuro e impedendoci di visionare le carte relative al Consorzio come invece è un nostro diritto“.

Inoltre – conclude la consorziata – abbiamo scoperto che di abusi non ci sono solo quelli suddetti. Scopriamo infatti fra il 2020 e il 2021 che un terreno è da anni occupato, abusivamente, dall’amministrazione attuale del Consorzio Lido di Tirenella così come da tutte le precedenti da un capannone, che noi consorziati credevamo fosse in regola con le leggi urbanistiche, catastali ed edilizie“.

  • articolo di Massimo Catalucci

 

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