Tokyo. Paltrinieri, un argento vinto con il cuore
Una medaglia, quella di Paltrinieri alle Olimpiadi, che ha il sapore del riscatto
(Meridiana Notizie) Roma, 2 agosto 2021– L’argento conquistato da Gregorio Paltrinieri nella finale degli 800 metri stile libero è arrivato al termine di una delle gare più esaltanti di Tokyo 2020. Una prestazione che ha regalato emozioni incredibili ed impensate fino a poco tempo fa, considerata la mononucleosi improvvisa che ha colpito Greg ad appena un mese dalle Olimpiadi.
“Ti ritrovi a maggio che ti senti quasi un dio, tutto quello che fai ti viene… sicuramente la strada stava prendendo una buona direzione.. poi tutti i tuoi sogni si sgretolano in un secondo – sono le prime parole a caldo di Paltrinieri – da dio che credevo di essere sono passato giù, in fondo… pian piano scalavo, mi allenavo con le ragazze, sono tornato a fare i tempi da uomo, ci siamo fatti forza con il gruppo ma non sapevo dove sarei arrivato”.
Una gara tirata subito al massimo da Greg, che ha spinto al limite sin dall’inizio, risultando primo in batteria fino al passaggio dei 600 metri. Un approccio inconsueto, per certi versi temerario, in una gara come gli 800 dove gli atleti sono abituati a soppesare le energie, studiando gli avversari per poi forzare e dare tutto nel finale. Non è andata così per Greg che, 50 dopo 50, ha mantenuto il distacco con il rischio di un crollo che non è arrivato. Il calo inevitabile a quattro vasche dal finale lo ha portato ad un testa a testa al cardiopalma con l’americano Finke che per 24 centesimi ha avuto la meglio.
“Un miracolo, neanche io avrei scommesso su questo risultato – ammette Greg a bordo vasca – ma è tutto molto più bello così. Finora ci avevo messo troppa mente, troppe idee e pensieri. Un mio grande amico mi ha detto che queste gare si vincono con il cuore e non con la testa ed oggi il cuore ce l’ho messo tutto”.
Quello che emerge dall’acqua è un Paltrinieri maturo, più umano senza il costume del supereroe invincibile cucito addosso ma con al collo una medaglia che ha il sapore del riscatto. Un metallo, l’argento vivo, che per gli antichi alchimisti simboleggiava quella forza vitale artefice del progresso e della trasformazione.
(A cura di Raffaele Natalucci)