In epoca di pandemia entrare nel maestoso Teatro Argentina e poter assistere ad una rappresentazione è già di per sé una grande emozione; decidere di aprire la stagione operistica con una rivisitazione della Carmen, apice artistico del compositore francese Georges Bizet, amplifica e carica di pathos questa emozione.
Intensa e passionale l’interpretazione del tenore Roberto Cresca di Don Josè; sensuale e vibrante il mezzo soprano Karina Demurova, interprete della Carmen, musicalmente e teatralmente a perfetto agio nella parte, capace di trascinare e ammaliare l’intero pubblico. Spiccano anche il soprano Roberta Manovelli, nelle vesti dell’elegante e delicata Michaëla, che si contrappone per carattere all’ardito Escamillo, interpretato dal baritono Alessio Quaresima Escobar, perfetto, schietto e sicuro di sé nelle sue vesti.
Senza il bisogno di alcuna scenografia, il direttore artistico Roberto Cresca, il direttore di produzione Massimo D’Alessio, la regista Roberta Provenzani e la coreografa Emanuela Boni hanno saputo ricreare alla perfezione scene di vita quotidiana della Siviglia del dopoguerra, attingendo attori e ballerini dalle scuole del territorio (tra cui l’A.S.D. Danzi-Amo di Simona Menturli e l’Accademia delle Arti dello Spettacolo di Viterbo di Emanuela Boni), idea geniale che dona un carattere genuino e spontaneo ai personaggi che animano le scene dell’opera. Infine, una nota di grande merito va all’esibizione impeccabile dell’orchestra, diretta dal maestro Vincenzo Gardani.
(A cura di Katia Mistretta)