Roma. Ultime ore per il Comune di Roma per comprare il deposito Atac di piazza Bainsizza
L’ombra della Procura della Corte dei Conti e la nuova indagine della Procura sugli ex 37 manager dell’Atac
(Meridiana Notizie) Roma, 8 maggio 2022 – La Procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati per il reato di bancarotta, 37 ex manager di Atac. Il dossier trasmesso all’esame della Guardia di finanza riguarderebbe le operazioni in perdita di Atac: possibili premi erogati dall’azienda in crisi, contratti per la manutenzione e la fornitura di pneumatici fuori mercato, consulenze esterne e ipertrofia della struttura dirigenziale. Condotte che, se accertate, avrebbero contribuito a portare l’azienda municipalizzata dei trasporti sull’orlo del fallimento, con un debito arrivato fino a 1 miliardo e 300 milioni di euro.
Già i commissari nominati per il concordato, nella relazione depositata al Tribunale fallimentare, avevano invitato “a riesaminare tutte le vicende oggetto di segnalazione alla Corte dei Conti alle quali non è ancora seguita la formale apertura del giudizio contabile di responsabilità”. Si tratterebbe, dunque, di una vicenda che spiegherebbe perché un’azienda municipalizzata, fiore all’occhiello della Capitale di Italia, nel corso di vent’anni abbia subito un simile tracollo fino a diventare simbolo del degrado della città.
In tale quadro a tinte fosche, peraltro, si aggiunge anche la controversa scelta del Comune di Roma, di riacquistare l’ex deposito Atac a piazza Bainsizza a Roma, anche se dovrà spendere oltre 3 milioni di euro in più del dovuto. In realtà, la “perdita” potrebbe addirittura essere di 35 milioni di euro. il Campidoglio ha partecipato a ben 2 aste pubbliche, facendo alzare il prezzo del bene, obbligando se stesso a un esborso di oltre 4 milioni di euro, rispetto al prezzo con cui avrebbe potuto rilevare il deposito esercitando subito la prelazione. In proposito, è stato presentato anche un esposto alla Corte dei Conti per l’ipotesi di danno erariale, mentre i comitati dei cittadini sono scesi in piazza per un sit-in di protesta e una raccolta di firme volta a chiedere al Comune di essere ascoltati e di riconsiderare tale decisione.