“Emanuela Orlandi, gli anni passano ma le difficoltà sempre crescenti della ricerca della verità non hanno fermato e non fermeranno mai chi desidera fare chiarezza su uno dei casi più oscuri degli ultimi decenni in Italia”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Maritato che aggiunge: “Per questo esprimiamo la massima solidarietà al fratello della ragazza scomparsa, Pietro, il quale si è letteralmente aggrappato alla speranza di capire cosa sia successo alla sorella. I fatti sono noti a tutti: il giorno della scomparsa, 22 giugno del 1983 Emanuela, 15enne figlia di un messo pontificio che abitava nella Città del Vaticano, si reca alla quotidiana lezione di flauto e alle 16, una volta conclusa la lezione, s’incontra con le amiche alla fermata dell’autobus. Ma, nel corso della recente commemorazione, è venuta fuori una notizia clamorosa che ribalta tutto il quadro investigativo: Emanuela non avrebbe preso quel bus perché troppo affollato”, chiarisce Maritato. “Per questo, chiediamo la riapertura delle indagini e sollecitiamo affinché si faccia chiarezza una volta per tutte perché una ragazza non può sparire nel nulla continuando a seguire piste che non portano ad alcun risultato”, chiosa il presidente.
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