(MeridianaNotizie) Roma, ,23 luglio 2022 – L’Unione europea sostiene con decisione il diritto delle donne all’autodeterminazione in materia di aborto. Il Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria, ha espresso fermo dissenso nei confronti della decisione con cui la Corte Suprema americana ha abolito decisione Roe v. Wade (1973) con la motivazione che “la Costituzione non conferisce il diritto all’aborto”.
I delegati Ue hanno ribadito la propria condanna “del deterioramento dei diritti e della salute sessuale e riproduttiva delle donne nel mondo” e hanno chiesto, in particolare agli Stati Uniti e a tutti i Paesi UE, di adoperarsi per garantire alle donne un accesso sicuro all’aborto. Con diverse risoluzioni il Parlamento europeo ha incoraggiato il Presidente Joe Biden e la sua amministrazione a garantire a tutte le donne procedure legali e sicure di interruzione alla gravidanza.
Biden ha condannato con parole dure la sentenza adottata dalla Corte Suprema, definendola “un tragico errore” che mette a rischio la salute e la vite delle donne nel Paese. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha definito la sentenza della Suprema Corte “una battuta d’arresto” nel dibattito sulla parità di genere, mentre l’Onu ha parlato di “un colpo terribile ai diritti umani delle donne”.
Grazie alla pronuncia, i singoli Stati americani sono liberi di applicare liberamente le loro leggi in materia. Lo hanno fatto per primi il Missouri e il Texas che, con la legge (Senate Bill 8 – SB8), entrata in vigore nel settembre 2021, di fatto ha introdotto un divieto assoluto di aborto, poiché la legge non prevede eccezioni nemmeno in caso di stupro, incesto o per condizioni di salute del feto che mettano a rischio la vita della donna dopo la nascita. Per questo, il Parlamento europeo ha rivolto al governo del Texas un appello per l’immediata abrogazione del provvedimento.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, per proteggere la salute di donne e ragazze e aiutare a prevenire gli oltre 25 milioni di aborti non sicuri che si verificano ogni anno, ha pubblicato le nuove “Linee guida sull’aborto”. Sottolinea l’Oms che solo circa la metà di tutti gli aborti avvengono in condizioni di sicurezza per le donne e che gli aborti non sicuri causano circa 39.000 decessi ogni anno e provocano milioni di donne in più ricoverate in ospedale con complicazioni. La maggior parte dei decessi, precisa l’Oms, avviene nei paesi più poveri, oltre il 60% in Africa e il 30% in Asia.
Le linee guida dell’Oms sono state elaborate sulla base delle più recenti evidenze scientifiche e riportano oltre 50 raccomandazioni che abbracciano la pratica clinica, l’erogazione di servizi sanitari e gli interventi legali e politici a sostegno di un’assistenza abortiva di qualità.
La dott.ssa Bela Ganatra, capo dell’Unità per la prevenzione dell’aborto pericoloso dell’Oms, ha precisato che i tassi più alti di aborto sono stati riscontrati nei paesi con le maggiori restrizioni legali. Precisa Ganatra che nei paesi ad alto reddito, in cui l’aborto è ampiamente legale (il termine “ampiamente legale” significa che l’aborto è disponibile su richiesta o per ampi motivi socioeconomici), si sono verificati 11 aborti ogni 1.000 donne in età riproduttiva, rispetto ai 32 aborti ogni 1.000 donne dei paesi ad alto reddito ma con più restrizioni legali all’accesso.
L’Oms ribadisce, ai fini della diminuzione delle interruzioni delle gravidanze, l’importanza della prevenzione. Se si vogliono prevenire gravidanze indesiderate e aborti non sicuri, ricorda Ganatra, è necessario fornire alle donne e alle ragazze un pacchetto completo di educazione sessuale, informazioni e servizi accurati sulla pianificazione familiare, oltre, naturalmente, all’accesso a cure di qualità per l’aborto.
A cura di Debora Felici