Dal 1° Convegno sull’Endometriosi ad Ardea un coro unanime: Le donne affette da questa patologia non sono “malate immaginarie”, tutt’altro, sono aggredite da lacerazioni pelviche ed extra-pelviche, fortemente debilitanti sotto il profilo fisico e psicoemotivo
– articolo di Massimo Catalucci
(Meridiananotizie) Ardea, 1 aprile 2023 – Si è svolto ieri, presso la sala Consiliare di Ardea, Sandro Pertini, il 1° Convegno sull’Endometriosi, organizzato, coordinato e diretto dal “Gruppo Sociale Difesa Valori e Diritti 4.0 – Regione Lazio”, con il supporto dell’Organismo di Volontariato “A.L.I.C.E.” per la parte medico-scientifica.
Vista l’importanza della tematica affrontata, erano stati invitati a partecipare, indistintamente, tutti i consiglieri comunali, oltre agli assessori, il Sindaco e il Presidente del Consiglio di Ardea ma purtroppo, probabilmente, per altri impegni di lavoro, solo una parte di loro ha partecipato all’evento, dimostrando, comunque, interesse nei confronti di una patologia subdola, poco conosciuta ma molto diffusa.
Ma il pubblico presente, seppur anch’esso in forma ristretta, rispetto a quello che erano le previsioni di risposta ricevute nei giorni precedenti dai social, ha comunque avuto modo di partecipare ad un Convegno dagli alti contenuti medico-scientifici, dove gli esperti relatori, chiamati ad argomentare in merito all’Endometriosi, hanno saputo coinvolgere la platea che a sua volta ha rivolto loro delle domande al fine di soddisfare i propri dubbi ed aumentare, di conseguenza, le conoscenze in merito alla patologia trattata.


“Il rischio di sviluppare sintomi legati all’area ansiosa e depressiva – conclude la psicologa e psicoterapeuta – per le donne che soffrono di Endometriosi, è largamente maggiore rispetto alla popolazione di riferimento, per cui è importante per loro che, oltre al percorso medico investigativo e durante il trattamento farmacologico a cui si sottopongono, elle vengano affiancate anche da uno psicologo-psicoterapeuta che possa supportarle in questo cammino di consapevolezza e sviluppo di una resilienza psicoemotiva, in considerazione del fatto che, parlando di una patologia cronica che non offre una cura definitiva, saranno costrette a conviverci nella loro quotidianità“.
Quanto affermato in sede di Convegno dal Dott. Marziali e dalla Dott.ssa Sona Haroni, evidenzia come ci sia la necessità di sviluppare in Italia la ricerca sull’endometriosi e al contempo, continuare a fare un’informazione e formazione a tappeto, sia sotto il profilo professionale, per preparare medici e paramedici, operatori socio sanitari e altri professionisti quali psicologi e psicoterapeuti che possano apprendere e/o accrescere le loro conoscenze sull’endometriosi e assistere le loro pazienti in modo mirato e specifico.
E’ logico pensare che, non si possono non coinvolgere anche le istituzioni governative che, appoggiandosi a loro volta alle associazioni già esistenti sul territorio nazionale (si vedano A.L.I.C.E. odv e APE) formate per lo più da donne che vivono costantemente questa patologia cronica e a cui partecipano molti professionisti medici ginecologi e ostetrici, psicologi e psicoterapeuti, possono dare il loro contributo affinché si creino i presupposti legislativi per permettere a chi vive questo stato fisico e psicoemotivo debilitante, di migliorare la propria qualità di vita.
Difatti, manca quel cavillo giuridico che permette alle donne, anche a ragazzine di 10/11 anni (ricordiamo che questa patologia può fare la sua comparsa già nella fase premestruale antecedente la prima mestruazione) di essere tutelate dalla legge, che ancora non riconosce l’endometriosi come malattia debilitante e limitante se non addirittura invalidante. Così come sarebbe molto importante, visto che in giovane età molte ragazze possono essere affette da questa patologia, si pensasse ad istituire un tutor scolastico, quale ulteriore supporto sociosanitario adeguatamente formato per assisterle, da inserire negli istituti di istruzione e di formazione.
Ma questo 1° Convegno sull’Endometriosi di Ardea, che fa da apripista ad altri che verranno realizzati nei prossimi mesi in altri comuni della Regione Lazio (il successivo avrà luogo a Grottaferrata), al di là del numero di presenti ieri in aula, ha prodotto gli effetti che ci si era prefissi di raggiungere, almeno in questo primo evento: sensibilizzare l’istituzione pubblica in merito ai danni fisici, psicoemotivi e psicosociali che tale patologia comporta alle donne che ne sono affette; aumentare le conoscenze dei cittadini in merito all’Endometriosi: cos’è, chi colpisce, come riconoscerla, come affrontarla. E infatti, alla chiusura degli interventi dei relatori intervenuti al Convegno di ieri, il Sindaco Maurizio Cremonini, supportato dai consiglieri comunali, Veronica Ortolani, Antonella Cofano, Emanuela Micoli, Antonio Anastasio, Franco Marcucci e agli assessori Simone Centore e Fulvio Bardi, presenti all’evento, ha preso la parola per assicurare che ci sarà l’impegno del Comune di Ardea per trovare uno spazio nel quale ospitare presto uno sportello d’ascolto pubblico per le donne che subiscono i danni derivati dall’Endometriosi.



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