Def. Bitti, UGL: “Cultura della sicurezza parte integrante del percorso di studi di ogni giovane”

44

Def. Bitti, UGL: “Cultura della sicurezza parte integrante del percorso di studi di ogni giovane”

“Il Documento di economia e finanza si muove sulla medesima linea prudenziale della Legge di bilancio, visto il protrarsi dell’incertezza, connessa principalmente alle tensioni internazionali, un atteggiamento condivisibile, avendo comunque presenti alcuni indicatori che fanno ben sperare, dalla crescita del Pil all’incremento dell’occupazione, ad iniziare da quella a tempo indeterminato, passando per gli investimenti, l’aumento degli ordinativi e la ripresa di diversi settori produttivi, compreso il turismo.” Lo ha dichiarato Fiovo Bitti, Dirigente confederale UGL, presente all’audizione sul Documento di economia e finanza 2023 presso le Commissioni Bilancio del Senato e Bilancio, tesoro e programmazione della Camera dei deputati.

“Al nuovo governo – prosegue Bitti – la nostra Organizzazione ha posto due questioni: una di metodo, volta a rafforzare il momento del confronto fra l’esecutivo e le parti sociali, al netto dei ruoli di ogni soggetto; l’altra di merito, sollecitando una serie di interventi, parte dei quali a carattere emergenziale, volti a sostenere le famiglie più esposte agli effetti della crisi, e altri più strutturali, aventi una prospettiva di legislatura, a partire dal potenziamento delle infrastrutture, compreso il ponte sullo stretto di Messina, opera strategica per tutto il Mezzogiorno. Gli obiettivi che l’esecutivo si pone con il Documento di economia e finanza sono quindi condivisibili, fermo restando che, sempre attraverso il confronto, sarà poi opportuno valutare nelle diverse sedi, dai Ministeri al Parlamento, tempistiche e strumenti di intervento, per favorire un corretto bilanciamento fra tenuta dei conti pubblici e sostegno all’economia reale.
La fragilità del contesto complessivo dovrebbe spingere il Governo e il Parlamento a concentrare ogni sforzo possibile su alcune grandi tematiche, destinate ad impattare sul presente e sul futuro dei nostri concittadini.
In primo luogo, il Piano nazionale di ripresa e resilienza: se è indubbio che serve una cabina di regia nazionale di coordinamento, è fondamentale valutare con estrema attenzione le diverse problematiche: gli enti locali sono in difficoltà sulla progettazione e sulla gestione amministrativa degli interventi, anche a causa di alcuni vincoli attualmente esistenti sulla rendicontazione delle spese e sulla tenuta dei bilanci, mentre le aziende sanitarie, scontano in molti casi l’oggettiva lentezza delle procedure edilizie ordinarie e si interrogano su come poi reperire il personale necessario. In definitiva, occorre una seria riflessione sull’intero Piano, non escludendo a priori lo spostamento di risorse su opere e programmi effettivamente realizzabili.
L’altra grande priorità è rappresentata dalla riforma fiscale; è fondamentale ricostruire l’intera impalcatura, partendo da un rinnovato rapporto fra cittadino e amministrazione. La riforma fiscale rappresenta l’occasione attesa per rafforzare, in maniera strutturale e non estemporanea, i redditi da lavoro dipendente, attraverso il taglio del cuneo fiscale e contributivo e con interventi di valorizzazione della contrattazione collettiva, compresa l’ipotesi della flat tax sui redditi incrementali e da pensioni, nonché per rivedere tutta la parte relativa alla tassazione indiretta, con la revisione dei panieri cui si applicano le aliquote Iva e la riorganizzazione delle accise sui prodotti energetici.
La terza grande priorità rimanda al lavoro, sia privato che pubblico, che deve crescere in quantità e in qualità. In questo senso, è fondamentale ripensare alcuni strumenti già esistenti, come il Programma Gol o il Fondo nuove competenze, investire sull’istruzione secondaria e terziaria, favorire la nascita di nuovi Istituti tecnologici superiori, implementare la dotazione organica dei centri per l’impiego, migliorare la sinergia con i servizi per il lavoro e con gli enti paritetici per la formazione continua di derivazione contrattuale.” 


“Gli ammortizzatori sociali – conclude – dovrebbero essere finalizzati al sostegno al reddito, ma anche alla riqualificazione professionale della persona in un’ottica di politica attiva del lavoro; un concetto che dovrebbe guidare pure la riforma del reddito di cittadinanza. Il contrasto al lavoro povero, autentica emergenza nazionale aggravata dalla dinamica inflazionistica, passa da un’attenta azione di riordino delle tipologie contrattuali e, compatibilmente con le risorse di finanza pubblica, con la detassazione degli aumenti contrattuali. La qualità del lavoro passa anche dalla salute e dalla sicurezza nei luoghi di lavoro; serve un grande piano per ridurre l’impatto di un fenomeno che pesa enormemente in termini umani e che impatta sul sistema economico per tre punti percentuali di prodotto interno lordo. La cultura della sicurezza deve essere parte integrante del percorso di studi di ogni giovane, per il quale l’esperienza dell’alternanza scuola-lavoro deve rappresentare un momento di crescita necessario e sicuro. L’occupazione cresce in presenza di coerenti interventi di sostegno agli asset strategici e alle varie componenti del made in Italy.
In questo percorso, si innesta infine la riforma previdenziale, con le priorità rappresentate dal superamento delle stringenti norme del 2011 e dal rafforzamento del potere d’acquisto delle pensioni in essere e di quelle future, in particolare delle giovani generazioni e delle donne.”

Articolo precedenteGROTTAFERRATA, PALAZZO GRUTTER – 28 APRILE 2023: 2° CONVEGNO SULL’ENDOMETRIOSI
Articolo successivoLatina, Matteoni: “Più strade e infrastrutture per sviluppo imprese Sud Lazio”