“Il dibattito sul salario minimo rischia di essere fuorviante oltre che ideologico. L’Italia è uno dei Paesi con la contrattazione collettiva più avanzata e diffusa, una contrattazione collettiva che arriva a coprire ampi settori dell’economia e centinaia di tipologie dei lavoratori, costituendo un baluardo a tutela dei loro diritti, ma anche dei diritti delle imprese. Come Feoli riteniamo che la strada da perseguire sia quella dell’ampliamento delle coperture della contrattazione collettiva, che prevede anche la retribuzione minima oltre che diritti e doveri in capo a dipendenti e datori di lavoro, alle categorie professionali – soprattutto alle nuove tipologie di lavoratori – che oggi ne sono sprovviste. Il salario minimo punta di certo a migliorare le condizioni dei lavoratori, ma è un atto unilaterale che non tiene in considerazione l’impresa. Un ragionamento figlio di una cultura sbagliata. Dare certezze ai dipendenti, garantire una equa retribuzione ai lavoratori e alle loro famiglie non sono temi che possono essere affrontati e risolti con il salario minimo. Per garantire buona occupazione e buona retribuzione occorre detessare il costo del lavoro, così da venire incontro alle aziende e rendere più pesanti le buste paga dei lavoratori”.
Lo dichiara in una nota Marco Claudio De Sanctis, vicepresidente di Feoli (Federazione Europea Operatori della Logistica Integrata) e responsabile Relazioni Istituzionali di Sic Europe, azienda leader nel settore del trasporto, della logistica e del facility management.
Roma, 7 Luglio 2023