ARDEA – RIFIUTI: IL DECORO AMBIENTALE E URBANO E’ UN FATTO PUBBLICO E PRIVATO

171

Discariche a cielo aperto: responsabilità degli attori di una stessa comunità

– articolo di Massimo Catalucci

www.massimocatalucci.it

(Meridiananotizie) Ardea, 5 ottobre 2023 – Il problema dei rifiuti è un fatto che coinvolge tutta la comunità e riguarda Ardea, così come altre località italiane.

Prendiamo Roma ad esempio, che come grande metropoli dovrebbe avere più risorse di altre piccole realtà locali, per cui far fronte a tale problematica dovrebbe essere più facile. Invece, è sommersa dai rifiuti e ad oggi, nei decenni che si sono susseguiti con le diverse amministrazioni comunali che si sono date il cambio per volere dei cittadini romani,  sembra che la soluzione per lo smaltimento dei rifiuti e il mantenimento del decoro urbano, non sia migliorata…tutt’altro, è andata via, via, sempre più peggiorando.

Qui si potrebbe anche aprire il discorso spinoso e complicato delle discariche pubbliche dislocate nella provincia romana, nelle quali la Capitale smaltisce i propri rifiuti urbani, si veda ad esempio quella di Roncigliano (Albano). Ma questo discorso ci porterebbe su un altro piano che non è quello locale che riguarda le discariche abusive a cielo aperto.

Quindi, tornando al tema centrale di questo articolo, le realtà locali, piccole o grandi che siano, presentano, probabilmente, una costante comune che coinvolge in qualità di attori, non solo l’ente pubblico preposto al servizio di raccolta, smaltimento e pulizia dei luoghi dai rifiuti, bensì, anche il privato (il cittadino, le grandi, medie e piccole imprese locali).

Concentrandoci su Ardea, sono diverse le denunce dei residenti nei social e attraverso articoli di giornale che evidenziano un costante e continuativo degrado ambientale e urbano, dovuto alle tante discariche a cielo aperto che insistono sull’intero e vasto territorio ardeatino che, è bene ricordarlo, si estende per circa 25,000 km nell’entroterra, fino alle pendici con i castelli romani e per circa 9,500 km sul litorale, da Torvaianica (Pomezia) ai confini con Anzio.

Il dato derivato dall’estensione territoriale, non è da sottovalutare se si rapporta al numero di residenti che ad oggi è intorno alle 50.000 unità e che nei periodi estivi, per effetto di un trasferimento sul territorio di villeggianti, molti di questi provenienti dalla Capitale e dai comuni limitrofi, vede crescere la popolazione in modo esponenziale.

Per cui la riflessione da fare si poggia, inevitabilmente, sulla ricerca delle responsabilità di tale degrado, ambientale e urbano.

Ma prima di continuare è, altresì, doveroso, fare una premessa per esaltare alcuni aspetti importanti del comune rutulo sperando che possano suscitare sempre più maggiore consapevolezza in tutti noi: Ardea è un territorio che ha una ricchezza inestimabile: campagne immense in gran parte coltivate e con diverse qualità di piante ed alberi selvatici; ruscelli e piccole cascatelle; chilometri di spiagge, grandi pinete con alberi ad alto fusto che si affacciano sul mare o in prossimità dello stesso; macchia mediterranea; una ricca fauna che vive in mare e tra le dune del litorale tirrenico e quella che prospera nella vegetazione dell’entroterra; senza trascurare la cultura e qui è veloce il riferimento in primis al Museo Manzù, che prende il nome dall’omonimo Maestro Giacomo Manzoni (detto Manzù), uno spazio che ha rappresentato per anni il suo laboratorio dove creava le opere artistiche (quadri e sculture) famose in tutto il mondo e che lui ha voluto donare ad Ardea che ne ha fatto un museo, appunto; così come la storia del territorio, dove su tutti, l’Ipogeo Paleocristiano nei pressi del centro storico del Paese e il sito archeologico Castrum Inui  alla foce del fiume Incastro, sono testimonianze di un passato glorioso e che vede le origini di Ardea (dei rutuli) sorgere prima ancora di quelle di una città ben più nota al mondo intero, Roma.

Insomma, Ardea ha molto e potrebbe sfruttare quel tanto che ha di ricchezze naturali e storico culturali ma questo, purtroppo, non accade, perché?

Abbiamo detto che il degrado che vige ad Ardea è costante e continuativo e di solito, le responsabilità di tale condizione negativa, vengono fatte ricadere sempre sulle amministrazioni locali che dovrebbero sorvegliare i luoghi e contestualmente, far fronte al mantenimento decoroso degli stessi. Ma se è vero questo aspetto, non possiamo esimerci anche dal considerare le responsabilità che ricadono su tutti noi cittadini che, dovremmo avere l’obbligo di osservare un comportamento adeguato e conservatore dei luoghi che viviamo giornalmente, contribuendo a mantenere il decoro urbano e ambientale che si confà ad una comunità che vuole definirsi civile.

Ma sappiamo che non sempre è così e che la maleducazione, la mancanza del senso civico e dell’amor proprio, inteso come “autonomo comportamento di rispetto della propria condizione umana”, venendo meno in alcuni cittadini (troppi), unite ad una mancanza di risorse umane e strumentali, cui dovrebbe disporre l’amministrazione pubblica (per effetto di una coperta sempre corta di risorse economiche), concorrono a creare lo stato di cose che conosciamo: degrado ambientale e urbano.

Ecco quindi che, le responsabilità della qualità di un territorio, quest’ultima intesa come caratteristica di vivibilità dello stesso, sono da dividere tra il pubblico e il privato.

Come abbiamo visto anche ultimamente, a seguito di una segnalazione di un giornalista locale di Ardea che documentava, fotograficamente, l’abbandono di rifiuti di ogni genere davanti l’ingresso del sito archeologico Castrum Inuii, il Comune ha provveduto a farsi carico di bonificare tale area ma ora, la domanda è: per quanto tempo rimarranno puliti e decorosi i luoghi una volta liberati da tutti i rifiuti?

Se facciamo un passo indietro, già in altre circostanze è accaduto che le amministrazioni locali sono intervenute su segnalazione dei cittadini per liberare i luoghi dalle discariche abusive dove queste insistevano ma, purtroppo, con la stessa velocità in quei luoghi bonificati, si riformavano presto accumuli di rifiuti.

E’ evidente, come già detto, che l’amministrazione locale non avendo sufficienti risorse per presiedere il territorio con mezzi e agenti addetti alla sorveglianza, deve trovare nei cittadini una collaborazione al mantenimento del decoro ambientale e urbano.

Le telecamere poste nei luoghi strategici per “sorprendere” eventuali malfattori e incivili nell’atto di scaricare rifiuti abusivamente, ad oggi non hanno portato i frutti che si sperava di raccogliere, vuoi perché tali impianti (videocamere e fototrappole) non funzionano a dovere, vuoi perché tali dispositivi vengono manomessi, vuoi perché non c’è personale a sufficienza per gestirle da remoto, attraverso i servizi multimediali della rete internet; oppure non c’è personale e mezzi a sufficienza per intervenire sul posto in modo tempestivo.

Potremmo allargare il discorso alle pene che non sono mai certe nei confronti dei trasgressori, sempre che questi vengano individuati e perseguiti, per cui, rimanendo impunti, si sentono ancora più liberi di potersi ripetere più volte nei loro atti incivili.

Insomma, il discorso della coperta delle risorse troppo corta, è ridondante e in questo conteso, da parte sua il cittadino che ha in sé il sano buon senso civico, farà bene a continuare a segnalare eventuali stati di degrado all’Amministrazione Locale che deve  intervenire laddove richiesto ma ciò di cui c’è ancora più bisogno nella nostra comunità, è la costruzione di una cultura popolare che fondi le sue radici sul concetto di salute pubblica e rispetto delle parti comuni, troppo spesso considerate quest’ultime terra di  “nessuno”, quando in realtà sono territori di tutti noi, quindi, di chi li rispetta e di chi, purtroppo, li infanga deturpandoli con discariche abusive a cielo aperto.

 

Articolo precedente#Stobenegrazie: depressione tra stigma e opportunità di cura
Articolo successivoYouth4Climate. Riccardo Di Stefano, Confindustria: “Sostenibilità ambientale non può prescindere da quella economica e sociale”