ARDEA – GLI EFFETTI DEL FORNO CREMATORIO SULL’AMBIENTE E SULLA SALUTE DEI CITTADINI

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ISDE – Ing. Giovanni Ghirga: “L’EPA stima che un forno crematorio che cremi in media 100 salme l’anno, emetta quasi un chilo di mercurio

– articolo di Massimo Catalucci

www.massimocatalucci.it

(Meridiananotizie) Ardea, 13 ottobre 2023 – Sta facendo discutere i cittadini di Ardea, la costruzione del forno crematorio al cimitero di Via Strampelli.

A sollevare la polemica, è il possibile inquinamento che tale struttura, una volta in funzione, potrebbe apportare in un area già fortemente soggetta al problema delle discariche abusive che sorgono quotidianamente nel territorio comunale: rifiuti di ogni genere abbandonati in ogni dove e spesso anche molto tossici; incendi provocati volontariamente per bruciare, sempre abusivamente, ad esempio cavi elettrici da cui estrarre il rame. Poi, come se non bastasse, c’è il problema mai risolto della discarica di Roncigliano (Albano), con i suoi invasi che accolgono i rifiuti provenienti dalla vicina  Capitale d’Italia. Tra l’altro, è anche in atto da tempo la spigolosa discussione sulla realizzazione di un inceneritore nell’area di Santa Palomba, in prossimità della rotonda dove convergono le seguenti strade: via Ardeatina, via Cancelliera e via Valle Caia (confini tra Pomezia, Roma, Ardea, Albano).

Ma prima di proseguire è bene fare una precisazione sugli inceneritori o temovalorizzatori che, in sostanza sono la stessa cosa, con la differenza che i primi bruciano solo rifiuti mentre i secondi oltre a bruciare rifiuti producono energia elettrica e recuperano calore. Ma in un mondo che sta andando verso l’elettrico, si tende a produrre i secondi impianti descritti, per cui in Europa hanno tutti il nome di INCINERATOR e in Italia, forse solo per una tipica operazione di greenwashing [Fonte – Treccani], si usa ancora fare distinzione tra inceneritori e termovalorizzatori, per cui si parla di quest’ultimi come fossero una reale alternativa al contrasto dell’inquinamento, quando sembrerebbe essere, invece, una strategia di comunicazione o se vogliamo di marketing, che vuole presentare come ecosostenibili tali attività di smaltimento dei rifiuti, cercando di occultarne l’impatto ambientale negativo.

Questa precisazione era utile perché la polemica sollevata dai cittadini riguardo il possibile ulteriore inquinamento che provocherebbe il nascente forno crematorio nella zona di Ardea, pronto ad accogliere cremazioni dalla provincia di Roma e da quella a nord di Latina, potrebbe essere fondata se messa anche a confronto con quanto dichiarato nell’ottobre del 2016 in un documento dell’ISDE (Associazione Italiana Medici per l’Ambiente) dall’Ing. Giovanni Ghirga.

Infatti, da quanto si legge nella relazione dell’Ingegnere, “Una recente revisione della letteratura ha messo in evidenza che le emissioni di mercurio dai forni crematori non sono affatto trascurabili (2). L’EPA stima che un forno crematorio che cremi in media 100 salme l’anno, emetta quasi un chilo di mercurio (1). La cremazione annuale di migliaia di salme potrebbe causare emissioni di decine di chilogrammi di mercurio.

Ora, sulla base di quanto emerso dal documento dell’ISDE, forse, sarà il caso di fare un’ulteriore attenta analisi di valutazione, riguardo la reale emissione di fonti di inquinamento ambientale che fuoriusciranno, in termini di polveri sottili liberate nell’aria, dai forni crematori, considerando, altresì, l’inevitabile stato di inquinamento in cui già verte il Comune di Ardea per le discariche abusive persistenti sul suo territorio, come già evidenziato nella prima parte di questo articolo.

 

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