“SI VIS PACEM, PARA BELLUM”…SE FOSSE VERO DOVREBBE REGNARE LA PACE DA SECOLI E INVECE…

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1977 – Papa Paolo VI: “…per avere la Pace autentica e felice si debba: difendere la Vita, risanare la Vita, promuovere la Vita

– articolo di Massimo Catalucci

www.massimocatalucci.it

(Meridiananotizie) Roma, 10 ottobre 2023 Le parole riportate nel sottotitolo di questo articolo, tratte dalla lettera di Papa Paolo VI da Lui scritta per la Celebrazione della X Giornata della Pace, all’alba del 1977, dal titolo
“SE VUOI LA PACE, DIFENDI LA VITA”, risuonano forte e chiaro in questo periodo dove le “armi” della diplomazia non riescono ad avere la meglio su quelle distruttive che diffondono morte tra l’umanità.

A nulla sono servite le guerre che si sono susseguite nei secoli, tanto decantate nel segno di una lotta all’aggressore per la libertà dei popoli dalla schiavitù cui questi erano relegati, con l’obiettivo di portare la pace.

Se fosse vero che le guerre servissero a portare la pace e a liberare gli oppressi, per tutte le guerre che sono state armate per questi scopi, ad oggi dovremmo godere appieno di questi nobili valori: fratellanza, condivisione, solidarietà, libertà…ma non sembra essere esattamente, così!!!

Tutt’altro, continuiamo ad alimentare guerre alla ricerca di una pace che non potrà mai arrivare con questi presupposti e la cosa peggiore è che si cerca di far passare ancora il principio che, “se vuoi la pace, prepara la guerra” (si vis pacem, para bellum).

E in quest’ottica, purtroppo, la macchina della diplomazia (volutamente? involontariamente?), sta facendo acqua da tutte le parti e non è in grado di garantire quel “filtro” strategico e basato sul dialogo e sul sano “compromesso”, inteso come ricerca di una “mediazione” che soddisfi le parti in conflitto tra loro.

“Mediare” è  considerato un sinonimo di “negoziare” ma forse, hanno in loro un “seme” diverso: il primo, assume più le caratteristiche di un “incontro” leale e reale, dove le parti sono pronte a discutere sul piano paritario, cosa possono ottenere dalla mediazione stessa, per se stessi ma senza prevaricare le esigenze dell’altro, con la predisposizione di partenza di entrambi di rinunciare anche a qualcosa per favorire l’accordo che avvantaggi tutti; mentre il secondo, vede le parti opposte che tentano di portare a casa un vantaggio per loro stessi a discapito dell’altro (vince il più forte e il più attrezzato per la guerra).

E quello della mediazione reale tra gli esseri umani è l’aspetto più difficile da mettere in pratica perché, purtroppo, la presunzione, la voglia di prevalere sull’altro e la fame di potere che si è sempre più sviluppata nella nostra società in molti di noi, sono elementi che tendono ad involverci e che non lasciano speranza ad un futuro di pace, fratellanza e libertà dei popoli.

Gli ultimi dati che ci arrivano dalla “Striscia di Gaza”, nell’eterno conflitto tra Israele e Palestina, denotano la tendenza involutiva dell nostra specie.

Intanto, possiamo notare che per il momento l’attenzione si è spostata alle feroci e brutali notizie che arrivano dal Medio Oriente, per cui passano in secondo piano quelle della guerra che va avanti da tre anni tra Russia e Ucraina. Che sia ora meno importante il conflitto tra Putin e Zelensky di quello che si sta consumando nella striscia di Gaza?

Certamente, no!!!

Questo è solo per dire che di conflitti nel mondo ce ne sono tanti…troppi. Ci sono tanti focolai che sono accesi da secoli, se non da millenni e quello della “Striscia di Gaza” è solo uno di quelli che non si sono mai placati e anche quando in alcuni periodi si raggiunge una tregua concordata, quasi come fosse un momentaneo recupero delle proprie risorse, poco dopo si ricomincia a farsi la guerra.

La storia ci insegna che un conflitto richiama spesso un altro conflitto nel quale poi, in mezzo c’è un “periodo di pace”, dove, purtroppo, nell’insana visione di quel principio su cui gli Stati si poggiano, gli stessi “si preparano alla prossima guerra“.

E’ il serpente dalla bocca di fuoco che si morde la coda (mai metafora fu così appropriata nella sua riproduzione iconica).

Allora, è bene ricordare ancora una volta le parole di Papa Paolo VI, nella lettera da Lui scritta in occasione della celebrazione della “X GIORNATA DELLA PACE“, il 1° GENNAIO 1977 – “Per ritrovare la chiave della verità in questo conflitto (riferito all’eterno conflitto tra oppressore e oppresso – NDR) – scrive il Santo Padre – che da teorico e morale si fa tragicamente reale, e che profana e insanguina, ancora oggi, tante pagine dell’umana convivenza, bisogna senz’altro riconoscere il primato alla Vita, come valore e come condizione della Pace.

Ecco la formula – continua Papa Paolo VI – ‘se vuoi la Pace, difendi la Vita‘. La Vita è il vertice della Pace. Se la logica del nostro operare parte dalla sacralità della Vita, la guerra, come mezzo normale e abituale per l’affermazione del diritto e quindi della Pace, è virtualmente squalificata. La Pace altro non è che il sopravvento incontestabile del diritto e alla fine la felice celebrazione della Vita”.

Da tutto ciò ne consegue una certezza: “la Pace dona la Vita, la guerra infligge la morte“, per cui se vogliamo veramente la Pace, dobbiamo, necessariamente, cercare, trovare, praticare e diffondere la Pace. Qualsiasi altra pratica conflittuale, richiamerebbe primo o dopo altri conflitti.

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