Israele, raid su ospedale a nord Gaza: 12 morti.

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(Adnkronos) – Mentre la Cina si dice disposta a lavorare "insieme per ripristinare la pace in Medio Oriente il prima possibile", l'esercito israeliano fa sapere che tre comandanti di compagnia di Hamas sono stati uccisi nei raid notturni secondo le ultime news di oggi lunedì 20 novembre. Nel frattempo è salito anche il bilancio delle vittime degli attacchi israeliani all’ospedale indonesiano nel nord di Gaza. Secondo i funzionari del ministero della Sanità dell’enclave da 8 sono diventate 12. Secondo quanto riportato da al Jazeera, tra le persone uccise si cono medici e pazienti. L’aggiornamento arriva mentre i carri armati israeliani continuano a circondare l’ospedale.  Mentre secondo Medici senza frontiere sono almeno 70 i morti nell'ospedale Nasser di Khan Yunis in seguito a un raid di Israele. Decine di pazienti, fra cui anche bambini e adolescenti, hanno dovuto essere soccorsi per "gravi ustioni". Sono state ricoverate 122 persone. "L'ospedale è saturo", ha scritto Msf. Sabato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha anticipato l'estensione delle operazioni delle forze militari anche al sud della Striscia di Gaza, dove all'inizio della guerra era stato chiesto alla popolazione di sfollare (solo ieri sono arrivate 20mila persone al sud, secondo i dati dell'Onu). Saranno trasferiti in Egitto attraverso il valico di Rafah 28 neonati prematuri che erano ricoverati in un ospedale degli Emirati Arabi Uniti a sud di Gaza, dove erano arrivati dal complesso medico di al-Shifa a nord. Lo rende noto la Mezzaluna Rossa palestinese sui social. "Pochi istanti fa le ambulanze della Mezzaluna Rossa palestinese sono partite dall'ospedale emiratino di Rafah per trasportare 28 neonati prematuri al valico di Rafah, in preparazione del loro trasferimento negli ospedali egiziani dove riceveranno cure mediche", ha scritto la Mezzaluna Rossa palestinese, aggiungendo che "ciò avviene in coordinamento con l'Organizzazione mondiale della sanità e l'ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha)". Tre comandanti di compagnia di Hamas sono stati uccisi nei raid notturni sulla Striscia di Gaza. Lo hanno annunciato le Forze di difesa israeliane (Idf), secondo quanto riporta il Times of Israel. Le Idf hanno spiegato che i raid sono stati condotti contro i covi dei presunti comandanti di Hamas sulla base di informazioni di intelligence fornite dallo Shin Bet e dalla Direzione dell'intelligence militare. L'esercito ha poi reso noto che un altro raid aereo è stato eseguito su indicazione delle truppe della Brigata Nahal contro un edificio utilizzato anche come deposito di armi e dove si nascondeva un gruppo di operativi di Hamas. L'edificio è stato distrutto. La comunità internazionale deve agire con urgenza per fermare il "disastro umanitario" in corso nella Striscia di Gaza, ha dichiarato al canto suo il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, rivolgendosi ai ministri degli Esteri dei Paesi arabi e musulmani e al segretario generale dell'Organizzazione per la cooperazione islamica (Oci) in visita nel Paese asiatico. "Lavoriamo insieme per raffreddare rapidamente la situazione a Gaza e ripristinare la pace in Medio Oriente il prima possibile", ha detto Wang. Una delegazione composta dai ministri degli Esteri dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), dell'Indonesia, dell'Egitto, dell'Arabia Saudita e della Giordania si trova a Pechino per colloqui volti ad "ridurre l'escalation" nel conflitto tra Israele e Hamas. Una fonte impegnata nei negoziati con Hamas ha detto ad Haaretz che il gruppo islamista ha espresso la volontà di aumentare il numero di ostaggi che è disposta a rilasciare. Secondo il quotidiano israeliano, il numero e l'identità degli ostaggi che verranno rilasciati non sono ancora stati concordati e le trattative continuano. "I contatti indiretti tra Israele e Hamas sono già falliti due volte, quando si stimava che l'accordo potesse essere concluso. Abbiamo bisogno di più pazienza", ha aggiunto. Israele, Stati Uniti e Qatar hanno espresso nei giorni scorsi ottimismo riguardo alla possibilità che un accordo venga concluso nei prossimi giorni. Uno dei motivi per cui i negoziati sono lenti è dovuto al fatto che il leader di Hamas nella Striscia di Gaza, Yahya Sinwar, non mantiene un contatto continuo con i team negoziali dell'organizzazione.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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