Mentre l’attenzione pubblica viene spostata sugli orrori della striscia di Gaza, l’Ucraina di Zelensky, a corto di uomini, ricorre a strategie coercitive per reclutare soldati
- articolo di Massimo Catalucci
(Meridiananotizie) Roma, 3 gennaio 2024 – Del conflitto russo-ucraino, se ne sta parlando molto meno, questo perché un altro conflitto, quello nella Striscia di Gaza sta destando le preoccupazioni di molti Stati a livello internazionale, per le ripercussioni che questo potrebbe avere se non si trovano soluzioni.
Sembra quasi che la guerra in Ucraina non desti più preoccupazioni. È come se si percepissero gli eco lontani di una guerra che sta scemando, quando invece, di soluzioni non se ne vedono per cui questo conflitto a cui fanno capo Zelensky da una parte e dall’altra Putin, sta assumendo sempre più le dimensioni di una “grossa polveriera” che potrebbe esplodere da un momento all’altro, coinvolgendo l’intera umanità.
E di soluzioni con il linguaggio diplomatico, per il momento non sembrano esserci, mentre continuano a trovare sfogo i tentativi di far prevalere le proprie ragioni attraverso il conflitto bellico che imperversa e continua a mietere vittime, molte di queste innocenti, in un gioco di potere dove il pezzetto di terra che si vuole legittimare come proprio con la forza, conta molto di più di tante vite umane.
E in questo scenario di guerra generale deprimente e sconfortante, dove ci si sente, singolarmente, impotenti davanti alle decisioni dei vari governi che non riescono o non vogliono, trovare soluzioni che tendono a mediare gli interessi degli uni e degli altri, per produrre punti di incontro concreti, con la prerogativa di partenza che, sia da una parte che dall’altra si debba rinunciare a qualcosa per arrivare a un’intesa vantaggiosa per entrambi, si continuano a registrare bollettini di guerra contando, quotidianamente, un numero sempre più elevato di morti e feriti. Senza pensare al grado di impoverimento economico che un conflitto si porta dietro e che invade diversi Stati e milioni di cittadini.
La guerra si sa, è un vero schifo e generalmente, i cittadini non possono sottrarsi al volere di chi decide per loro (i governanti) di entrare in un conflitto.
La stessa Italia, facente parte della Nato, pur avendo nella sua costituzione l’articolo 11 (*) che ripudia la guerra, di controcanto, è obbligata da tale patto (questo è ciò che affermano i nostri governanti), deve sostenere quegli Stati offesi bellicosamente, per cui, mentre ripudiamo la guerra come da costituzione, al contempo la sosteniamo. Già questo appare come un principio su cui ci sarebbe da discutere all’infinito ma volendo tralasciare le riflessioni al lettore in merito alla posizione del nostro Governo nei confronti di conflitti al di fuori dei nostri confini, vediamo cosa sta accadendo in terra Ucraina, dove la guerra tra i due Stati non tende a spegnersi, tutt’altro.
È di questi giorni la notizia che denuncerebbe come l’Ucraina, a causa della scarsità di uomini, stia ricorrendo a strategie, non certamente condivisibili se confermate, per reclutare soldati da mandare al fronte.
Oramai la notizia sta rimbalzando in diverse agenzie stampa e quello che fa tremare sono le modalità coercitive con cui Zelensky sembrerebbe voler arruolare nuovi soldati (si stima che ne servano circa 500.000).
Una notizia apparsa qualche giorno fa sul sito web giornalistico “SIR Agenzia dell’informazione“, narra di come uomini mascherati entrano in alcuni locali e con la forza, laddove questi non sono accondiscendenti, “sequestrano”, questo crediamo sia il termine giusto, uomini che vengono poi trasportati in aree destinate al reclutamento e all’addestramento per poi essere, laddove ritenuti idonei, spediti al fronte.
Sappiamo che in Ucraina dal 24 febbraio 2022, giorno in cui la Russia invase i suoi territori, vige la legge marziale indetta dallo stesso Zelensky.
In questi due anni di escalation distruttiva tra i due Stati, a farne le spese sono giovani ragazzi che in un primo momento, probabilmente, molti di loro mossi dal senso patriottico, hanno deciso di arruolarsi, spontaneamente, al richiamo della madre Patria ma ora, quegli stessi ragazzi, anche per un dilungarsi di una guerra che da alcuni era stata dichiarata “lampo” ma che è in atto da quasi 24 mesi, stanno cercando di eludere tale chiamata.
E in questo nuovo scenario dove, come riportato da alcune agenzie stampa, il Governo ucraino non ci va tanto per il sottile e con la forza “ingaggia” nuove leve da mandare al fronte, in una guerra che appare sempre più infinita, in tanti cercano scappatoie per sottrarsi al reclutamento coercitivo in atto. Ma questa condizione, crea anche i presupposti per dare luogo a fenomeni di corruzione, dove da una parte troviamo la persona disperata che cerca di sfuggire alle armi e dall’altra, chi vede in questa circostanza un business illecito non indifferente.
Infatti, si parla che per evitare l’arruolamento, “pacchetto competo” di falsi documenti che attestano l’inidoneità alle attività militari e che permettono di poter uscire dalla Nazione, ci vogliono circa 16.000 euro. E in un Paese dove l’economia non è che sia delle più prosperose, possiamo affermare che questo inneschi altre manovre illecite per procurarsi tali soldi, in una routine di illegalità continua.
A dare conferma che l’esercito ucraino ha bisogno di risorse umane da impiegare al fronte per arginare l’avanzata dei soldati russi, è intervenuto qualche giorno fa con un messaggio stampa, il maggiore Oleksandr Volkov, comandante di un battaglione della 24ª brigata meccanizzata ucraina: “Le nostre unità sono a corto di personale, abbiamo bisogno di giovani sotto i 40 anni e motivati“.
D’altra parte, il Governo ucraino sapeva fin dall’inizio che la guerra sarebbe stata lunga e che ci sarebbero voluti molti uomini per fronteggiare l’avanzata russa, infatti, all’alba di questo conflitto, il ministro degli interni ucraino precisò da subito che ogni cittadino avrebbe potuto imbracciare un’arma e che, da quel momento, gli uomini in salute tra i 18 e i 60 anni non avrebbero potuto lasciare il Paese o spostarsi in altre regioni e avrebbero dovuto rendersi reperibili per essere arruolati. Oggi, evidentemente, per quanto fin qui visto, anche le sicurezze di Zelensky di fronteggiare la potenza di Putin, stanno vacillando, per cui il capo del Governo ucraino sta tentando, probabilmente, di giocarsi tutte le carte che riesce ancora ad avere in mano, in questo caso, quelle della coercizione e di una pratica, non del tutto legale di arruolamento.
Ma quanto ancora potrà durare questo massacro? Si sapeva sin dall’inizio che i russi avrebbero avuto maggiori risorse degli ucraini e ora la domanda è, quando Zelensky rimarrà ulteriormente a corto di risorse umane, per diversi motivi, perché molti suoi uomini sono stati decimati nel corso del conflitto e altri perché sono riusciti a sottrarsi all’arruolamento, sarà il momento in cui la Nato interverrà in suo soccorso? E in che modo, mandando truppe alleate?
Se questo dovesse risultare il triste scenario per il futuro, dovremmo aspettarci giorni molto bui per l’intera umanità. Di questo passo, un conflitto mondiale diventerebbe sempre più, purtroppo, una realtà dalla quale, difficilmente, riusciremmo a sottrarci.
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(*) Costituzione Italiana – Art. 11 – Principi fondamentali – L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
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