“L’indisponibilità di ArcelorMittal a sottoscrivere l’aumento di capitale proposto dal Governo rischia di avere ripercussioni drammatiche per i lavoratori pugliesi e per il futuro della siderurgia nel nostro Paese. È fondamentale raggiungere un compromesso che punti a salvaguardare i livelli occupazionali, supportare il rilancio dell’intera filiera e garantire la sostenibilità ambientale. La vertenza dell’Ex Ilva è figlia di un fenomeno sempre più evidente, ovvero la crisi di un modello economico fondato sulla globalizzazione dei mercati a discapito dei diritti dei lavoratori. È prioritario contrastare il dumping fiscale e le delocalizzazioni tutelando le produzioni nazionali e implementando gli investimenti nelle aziende strategiche. In tal senso, occorre mettere in campo delle politiche industriali e infrastrutturali a medio e lungo termine in grado di sostenere la crescita, la competitività delle imprese e la creazione di nuovi posti di lavoro. I processi di transizione energetica e digitale in corso e il fenomeno della deglobalizzazione, ovvero il progressivo rientro della produzione e l’incentivo dei mercati locali, impongono di individuare nuove strategie di sviluppo nella prospettiva di favorire un risorgimento industriale”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito alla vertenza Ex Ilva.
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