A “Fuori dal Coro” di Mario Giordano, ennesimo servizio giornalistico sulle “zone franche” in mano ai rom nella città rutula alle porte della Capitale d’Italia. Ma anche in altre città italiane i cittadini sono sotto scacco di chi delinque
- articolo di Massimo Catalucci
(Meridiananotizie) Ardea, 8 febbraio 2024 – Dopo l’ennesimo servizio video giornalistico andato in onda ieri sera nella trasmissione televisiva di Mario Giordano, “Fuori dal Coro“, sui social web nelle pagine che riguardano la Città di Ardea, i cittadini stanno evidenziando una motivata insofferenza mista a rabbia e paura, per una situazione che non tende a migliorare, tutt’altro, sta sempre più peggiorando.
Ancora una volta, la troupe giornalistica della su citata trasmissione televisiva, ha evidenziato come l’insediamento, sempre più radicato dei nomadi e rom negli oltre 700 ettari di terra occupati abusivamente, sia territorio di confine tra la legalità e l’illegalità, quest’ultima esercitata indisturbatamente dagli occupanti abusivi che fanno della criminalità il proprio credo di vita, minacciando i bravi ed onesti cittadini che non si sentono più padroni neanche in casa propria.
Le persone perbene, sono costrette a vivere una condizione coercitiva di “omertà”, di cui non gli si può dare colpa perché, da una parte è dettata dalle minacce che subiscono da chi si è appropriato abusivamente del territorio e dall’altra, perché l’amministrazione locale e le forze dell’ordine che dovrebbero garantire loro la sicurezza, non hanno mezzi strumentali e risorse umane, per far valere la legalità laddove questa è stata soppressa da chi delinque.
Ed è così che i cittadini avvertendo l’abbandono da parte delle istituzioni che dovrebbero difenderli, cercano di trovare soluzioni alternative ad un servizio pubblico inesistente, ricorrendo ad un’autotassazione per ricevere un servizio di vigilanza armato al fine di garantirsi una maggiore tranquillità alle imprese che gestiscono, alle case in cui abitano, agli spazi comuni (pubblici) che vivono e alla loro integrità fisica.
Questa condizione, però, non può essere da tutti i cittadini condivisa, perché non tutti possono permettersi di pagare degli extra, dovendo già far fronte alle tante spese cui una famiglia è, generalmente, esposta in una routine di gestione familiare (affitti/mutui, utenze, tasse, imposte, ecc.).
C’è anche chi, tra la cittadinanza, nei social web chiede di tornare a ricomporre delle “ronde”, come già accaduto in passato. Gruppi di persone disposte a fare una turnazione, in forma totalmente di volontariato, per girare nelle vie della città, solo per segnalare alle forze dell’ordine eventuali movimenti strani che dovessero individuare. Questa modalità, a detta di chi ha partecipato a questi gruppi, quando è stata attivata ha dato dei frutti, evidentemente, perché per chi delinque, sapere che in giro ci sono persone che possono segnalare in tempo reale alle forze dell’ordine le loro intenzioni illecite, diventa un fattore deterrente e li scoraggia dal commettere atti criminali.
Però, c’è anche da dire che, forse, la cosa non ha avuto seguito in passato perché c’è chi ha paura di ritorsioni per tale attività di “controllo e denuncia” o forse, perché sono poche le persone che aderiscono ad un servizio di volontariato per la collettività, per cui non c’è possibilità di avere una turnazione ampia. Queste persone che gratuitamente si prestano a fare delle ronde nella loro città, hanno i loro lavori, la loro quotidianità familiare, la loro vita, per cui è plausibilmente comprensibile che le stesse possano non reggere a lungo ritmi di vita così intensi notte e giorno.
Ma pur comprendendo la buona volontà dei cittadini di cercare di far fronte da soli, autotassandosi per un servizio privato di vigilanza armata, piuttosto che organizzarsi con delle ronde per controllare il territorio, l’illegalità ad Ardea, così come in ogni altra parte d’Italia, è un problema che deve essere risolto dalle istituzioni preposte a svolgere determinati servizi di vigilanza e sicurezza pubblica. E’ un problema di cui il Governo si deve far carico e come abbiamo già accennato, anche mettendo in campo l’esercito se dovesse essere utile per bonificare un’intera area diventata zona franca in mano alla criminalità.
C’è anche da sottolineare, per onor di cronaca, che questi fenomeni di criminalità di cui si sta occupando “Fuori dal Coro”, non sono da ricondurre esclusivamente ad Ardea, che non è il centro dell’illegalità nel nostro Paese come potrebbe sembrare, perché come abbiamo visto, sempre nella stessa trasmissione televisiva condotta da Mario Giordano, sia ieri sera, contestualmente al servizio sui rom della città rutula, che in altre occasioni, anche in molte province italiane, tale fenomeno criminale è ricorrente quotidianamente.
Purtroppo, nel nostro Paese, chi delinque, chi vive nell’illegalità, continua a svolgere la propria opera criminale, diffondendo paura e provocando lesioni alle persone minacciate e prese di mira per furti e rapine. E quando dice bene, gli aggrediti si ritrovano con tumefazioni e ferite più o meno gravi, senza pensare che, in alcuni casi, c’è chi ha perso anche la vita per mano dei loro aggressori ma la cosa che sa ancora più di beffa oltre al danno è quella per cui, laddove chi si dovesse difendere dall’aggressore reagendo ed uccidendolo, nel caso sentisse, oggettivamente, minacciata la propria vita o quella dei propri familiari, anche a seguito di ripetute rapine e furti subiti, a passare dalla parte del torto è lo stesso aggredito.
Forse in tal senso, c’è qualcosa da rivedere nelle nostre leggi che, stando allo stato di cose documentato dalle trasmissioni televisive come quella di, “Fuori dal Coro”, appaiono più a favore del criminale che dalla parte delle persone perbene che subiscono tali aggressioni.
Video correlati all’articolo. Fonte: Mediaset “Rete 4” – “Fuori dal Coro” – puntata del 07/02/2024
Articoli che trattano lo stesso argomento. Fonte: www.massimocatalucci.it
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