(Adnkronos) – L’Associazione nazionale magistrati contro l’ipotesi di un concorso per il reclutamento straordinario dei magistrati. “Se le decisioni del Consiglio dei Ministri confermeranno le indiscrezioni di stampa, la giunta esecutiva centrale dichiara fin d’ora lo stato di agitazione e, nel monitorare gli sviluppi della vicenda, si appresta a proporre, nel prossimo Comitato direttivo dell’associazione fissato per il 2 e 3 marzo, le più forti iniziative di protesta, ivi compreso lo sciopero, contro tali improvvide iniziative del governo”, afferma l’Anm in una nota. “Solo qualche giorno fa in un incontro con il ministro Nordio, avevamo ricevuto ampia assicurazione in merito all’inesistenza di una prospettiva immediata di reclutamento straordinario in magistratura in violazione dei principi costituzionali del concorso pubblico – ricorda l’Anm – Apprendiamo ora da fonti di stampa che il tema è tornato alla ribalta ed è all’ordine del giorno dell’odierno consiglio dei ministri. Con il pretesto dell’attuazione del Pnrr il Governo si appresta a scardinare l’architettura costituzionale del concorso per la magistratura”, denuncia il sindacato delle toghe. “Sono già in corso di svolgimento concorsi per 1300 e più posti. La proiezione attendibile è che, sulla base del piano di assunzioni già in atto, al 2026 ci saranno non più, probabilmente meno, di 300 vacanze, numero assolutamente fisiologico. L’idea di bandire un concorso straordinario per circa 750 posti riservato ad alcune categorie, scelte ad arbitrio del governo e senza adeguate garanzie selettive – osserva l’Anm – avrà solo l’effetto di mortificare, in uno con la magistratura, il merito, l’impegno e la passione dei giovani laureati, di quanti hanno svolto stage di formazioni presso gli uffici giudiziari e di quanti si stanno impegnando nell’ufficio per il processo”. “L’ordine giudiziario sarà privato di un presidio fondamentale della sua legittimazione, dato da un concorso serio, rigoroso e aperto, senza riserve, che dia la possibilità di accesso alla magistratura di tutti i cittadini. La giustizia, e i cittadini nel cui nome essa è amministrata – conclude la nota – non meritano tutto questo”. —[email protected] (Web Info)
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