Disastro ambientale alle porte della Capitale, brucia discarica abusiva in un terreno dell’ex proprietario di EcoX. Una colonna di fumo nero, visibile dall’Eur ai Castelli si sta alzando nel cielo di Roma mettendo in allarme tutto il quadrante sud. A bruciare una grande quantità di pneumatici ad Ardea, nella località di Montagnano, a ridosso della frazione di Cecchina, il luogo prescelto per la costruzione del termovalorizzatore di Roma Capitale.
Dalle ore 5 circa di questa mattina, i Vigili del Fuoco di Roma sono impegnati ad Ardea in Via Montagnano SNC, con tre squadre, due Autobotti e il Carro Schiuma per l’incendio di una discarica non autorizzata composta principalmente da pneumatici e materiali di vario genere. Le operazioni di spegnimento e bonifica sono tutt’ora in corso. Sul posto Il CRRC VVF, Carabinieri e ARPA per quanto di loro competenza.
Una enorme nube di fumo alta decine di metri, si è innalzata in aria e si sta spostando in direzione del comune di Pomezia e verso i comuni di Albano e Castel Gandolfo, e del comune di Marino. La colonna è visibile non solo da Ardea, ma da quasi tutti i comuni dei Castelli Romani.
Le autorità sanitarie hanno chiesto ai cittadini di chiudere le finestre di tutta l’area circostante.
“La discarica di pneumatici era sta più volte denunciata dal Comune – dichiara il sindaco di Ardea, Fabrizio Cremonini – ma l’intervento di bonifica di fatto non è mai stato avvenuto. L’area era di proprietà dell’ex proprietario di Ecox ormai morto e ora era in custodia ad altre persone”.
Sulla questione è intervenuto anche l’ex comandante della polizia locale, Sergio Ierace, ora a capo del comando di Lanuvio:
“Dopo il disastro del deposito di Pomezia, ritenuto un vero disastro ecologico, feci luce sulle proprietà in zona di Ardea che sembravano a rischio scoprendo un sequestro operato dalla forestale. Un terreno posizionato alle spalle della villa in Ardea della nota famiglia. Si eseguirono delle attività nel corso delle quali risultò che gli eredi rinunciarono a quelle eredità non facendosi così ovviamente gravame della bonifica degli stessi sebbene vi furono diffide formali.”.
Anche il presidente del Comitato UST di Montagnano Manolo Tuzzi ha commentato quanto sta avvenendo:
“Questo terreno ha una lunga storia alle spalle e già 30 anni fa – all’epoca ospitava un centro di recupero di rottami – si era verificato un incendio di enormi proporzioni. In tempi recenti invece era finito per ospitare questa enorme quantità di rifiuti: parliamo di circa 1 ettaro completamente pieno zeppo di pneumatici. Le ultime denunce da parte del nostro Comitato risalgono al 2021: purtroppo però nessuno ha fatto nulla. E’ soltanto l’ennesimo disastro annunciato. L’aria chiaramente è irrespirabile. Vicino al terreno che sta bruciando ci sono anche due case abitate. La colonna di fumo è altissima ed è visibile dall’area dei Castelli e fino al Grande Raccordo Anulare”.
Intanto il Comune di Ardea è in stretto contatto con la Asl Roma 6 e l’Arpa Lazio dai primissimi minuti successivi all’incendio divampato nelle prime ore di questa mattina (8 aprile 2024) a Montagnano. Non appena si avranno notizie certe circa i rilievi effettuati dalle autorità competenti verranno immediatamente diffuse e saranno adottati i provvedimenti che verranno ritenuti opportuni. Al momento, si raccomanda alla popolazione residente nelle zone limitrofe a quella dell’incendio di tenere le finestre chiuse, proteggendo le vie respiratorie soprattutto nei soggetti con fragilità e maggiormente esposti.
INDICAZIONI PRELIMINARI A TUTELA DELLA SALUTE PUBBLICA
Il Commissario Straordinario della Asl Roma 6 dottor Francesco Marchitelli è in costante contatto con il Comune e le forze dell’ordine. L’incendio risulta circoscritto ma ancora attivo al momento della presente comunicazione.
Il personale ARPA Lazio ha proceduto ad installare una centralina per il monitoraggio della qualità dell’aria.
In attesa degli esiti delle indagini analitiche condotte, verranno a breve fornite ai sindaci dei comuni presumibilmente interessati le seguenti indicazioni preliminari a tutela della salute della popolazione laddove sia visibile il fumo e l’odore dovesse essere intenso:
– Tenere chiuse porte e finestre
– Limitare gli spostamenti allo stretto necessario
– Lavare con accuratezza frutta e verdura di produzione propria
Ad avvenuta comunicazione del completamento delle operazioni di spegnimento da parte dei VVF nonché all’acquisizione degli esiti degli accertamenti in corso da parte delle autorità preposte, si provederà a fornire ulteriori misure di prezauzione ritenute necessarie ovvero alla revoca di quanto sopra disposto.
Società Italiana di Medicina Ambientale invita alla massima prudenza: esposizione non solo aerea ma anche alimentare. Da rogo possibile diffusione di metalli pesanti e furani
Una eventuale diffusione di diossina nell’aria causata dall’incendio presso la discarica abusiva di Ardea determinerebbe enormi rischi per la salute umana, essendo ben noti gli effetti cancerogeni e neurotossici di tale sostanza sul corpo umano. Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) lanciando l’allarme su potenziali conseguenze per la popolazione locale.
“La diossina è un inquinante organico persistente classificato dalla IARC come cancerogeno certo per l’uomo, oltre ad avere effetti neurotossici ed essere un distruttore endocrino – spiega il presidente Sima, Alessandro Miani – Il rischio aereo della diossina è limitato all’area interessata dai fumi del rogo e, in caso di nube tossica, a tutto il territorio colpito dalla ricaduta a terra dei fumi. Nel 90% dei casi l’esposizione umana alla diossina avviene per via alimentare attraverso il ciclo alimentare completo: frutta e verdura, foraggio di animali, allevamenti di animali, erbivori, carnivori di cui l’uomo si ciba. La diossina si bioaccumula soprattutto nei tessuti grassi dell’uomo e la sua emivita è piuttosto lunga: dai 5,8 anni ai 11,3 anni a seconda del metabolismo e dell’abbondanza di massa grassa. Studi effettuati nella terra dei fuochi hanno evidenziato presenza di diossina anche nel latte materno ed in quantità maggiori nelle donne più adulte che per più anni hanno assorbito ed accumulato l’inquinante tossico”.“La via aerea di esposizione è invece limitata alla zona dell’incendio in quanto la diossina è una sostanza chimicamente pesante che tende a precipitare entro brevi distanze dal luogo di emissione in atmosfera – spiega ancora Miani – Oltre alla diossina anche altre sostanze tossiche e cancerogene come metalli pesanti e furani possono liberarsi da un rogo e su questo le autorità dovranno monitorare aria, suolo e acque per comprendere quali e quanti inquinanti hanno interessato l’incendio”.
La Società Italiana di Medicina Ambientale consiglia quindi di evitare, in attesa di analisi e dati certi, di mangiare prodotti agricoli coltivati nelle zone adiacenti la discarica di Ardea e carni di animali allevati nelle stesse aree. Bene evitare contatto diretto con i fumi tossici che possono contenere anche altre sostanze irritanti per le vie respiratorie e le mucose esposte.