La Lazio sotto di un gol al primo tempo, nella ripresa prova a recuperare ma la Roma tiene bene e sfiora anche il raddoppio con El Shaarawy che prende un palo
- articolo di Massimo Catalucci
I derby, come avevamo scritto nell’articolo pre-gara, sono gare particolari che non possono essere affrontate come tutte le altre partite ed oggi, la Roma da questo punto di vista è entrata in campo con l’approccio giusto per vincere la stracittadina.
Mister De Rossi, alla sua prima da allenatore nel derby romano (così come per Tudor), ha conoscenza profonda, come ex giocatore della A.S. Roma, del clima pre-gara che invade le tifoserie e i giocatori nella settimana che precede il match del “Cupolone” e avrà saputo caricare a dovere, emotivamente, i propri ragazzi.
La Lazio dal canto suo ha provato a fare il proprio gioco (quello che ora Tudor vorrebbe) ma non è riuscita concretamente e seriamente, ad impensierire la porta difesa dall’estremo difensore giallorosso, così come non è riuscita a servire palloni giocabili per i suoi attaccanti.
Immobile è apparso molto spaesato e non solo per i palloni che non gli arrivavano (segnali di un addio preannunciato da tempo oramai?), Kamada ha fatto troppo poco per il giocatore che conoscevamo prima che arrivasse alla Lazio e Isaksen si è mosso molto ma anche lui ha peccato di imprecisione e talvolta anch’esso è apparso ai margini del cuore delle gioco. Ha avuto qualche lampo con molte pause e poca determinazione e in un derby dove serve la continuità, questo non è ammesso. Tudor lo sostituisce nella ripresa insieme a Immobile e al loro posto entrano Pedro e Castellanos che ha fatto salire un po’ di più la squadra nella seconda parte della gara ma che si scontrava con il muro difensivo eretto da De Rossi.
Il gol preso dai biancocelesti alla fine del primo tempo (42°) ha aumentato la tensione nei ragazzi di Mister Tudor che, rientrati in campo, apparentemente, nervosi per il gol subito in chiusura della prima parte di gara, hanno provato comunque ad aggredire di più l’avversario ma i giallorossi chiudevano bene ogni spazio ed anzi, su una ripartenza romanista, Lukaku partito in contropiede, arrivato al limite dell’area laziale, appoggiava la sfera alla sua sinistra per l’accorrente El Shaarawy che tirava verso la porta avversaria, prendendo il palo alla destra di Mandas.
Più passano i minuti e più la Lazio cerca di spingere sull’acceleratore ma senza creare preoccupazioni alla retroguardia giallorossa che controlla bene la gara.
Ma in queste fasi congestionate di gioco, basta un non nulla per accedere la miccia della rissa (fortunatamente evitata dall’arbitro Guida che ha gestito bene la gara). Qualche scaramuccia in campo si è avuta con Guendouzi, molto sanguigno il suo carattere…da derby sicuramente, che non accetta le mani sul viso da Dybala a seguito di uno scambio di “opinioni” tra i due per un “tackle” sul francese e risponde a sua volta rialzando le mani al viso dell’avversario, ma niente di che…
La Lazio era riuscita, comunque, nel secondo tempo ad andare in rete con Kamada, imbeccato, manco a dirlo, dal “motorino” biancoceleste, Guendouzi, ma l’arbitro Guida annulla per evidente fuorigioco del giapponese.
La Lazio ci proverà fino alla fine senza riuscire a trovare il pertugio giusto tra le fila dei giallorossi che oggi hanno meritato di portare a casa il risultato pieno. Risultato che, ricordiamolo, nel punteggio sarebbe potuto finire anche in doppia cifra per i ragazzi di Mister De Rossi se il palo non avesse negato il gol al suo attaccante esterno di sinistra.
Le dichiarazioni degli allenatori nel post-gara
DE ROSSI – “Meglio vincere il derby da allenatore o giocatore? E’ bello sempre, sentivamo una grande attesa rispetto a questa partita, come nei tempi migliori quando ci giocavamo altro. Sono molto felice e da tecnico ci sta ancora più tensione emotiva. Avevo chiesto al quarto uomo se si era rotto il tabellone, il tempo non passava mai. I giocatori sotto la Curva? Quando si vince questo match si fa un po’ di cinema, i giocatori mi hanno obbligato ad andare con loro, ero entrato perché era un loro momento. Però mi sono goduto anche io qualche abbraccio con i tifosi”.
“Dobbiamo migliorare tantissimo, perché dobbiamo essere sempre questi anche nelle partite come quelle del Lecce. Ho ringraziato tutti alla fine della gara per l’atteggiamento. Tutti meravigliosi. Abraham nel finale? Avevamo bisogno di due cavalli avanti negli ultimi minuti e chi entra in un derby, dopo un calvario, è sempre carico. Non vedeva l’ora di giocare, infatti ha corso dietro tutti“.
“Odio i finti umili, il mio merito c’è. Questa opportunità mi è cascata dal cielo. Un’occasione enorme perché alleno giocatori forti, che spesso nascondono sotto il tappeto alcuni miei errori. Fino all’anno scorso in Serie B si parlava solo dell’ex calciatore De Rossi, adesso sono felice che si parla dell’allenatore. Non voglio essere coccolato, ma trattato da mister vero. Ogni settimana vivo un’emozione nuova che porterò con me. Ora al futuro non ci penso, mi godo il presente. Milan? Il mio staff mi vieta di vedere le squadre che dovremo affrontare”.
TUDOR – “Ci è mancato là davanti il tridente, i centrocampisti la lucidità e il tiro e la pericolosità. Era troppo in questo momento la Roma per questa gara in 7 giorni, per il poco tempo in cui abbiamo lavorato e per le dinamiche dentro la squadra. Facciamo i complimenti a loro e torniamo a lavorare. Triplo cambio a fine primo tempo? Ciro e Romagnoli hanno avuto dei problemini”.
“Dinamiche? Conoscere meglio la squadra da parte mia. Se gli fai due allenamenti non li conosci bene, c’è da migliorare tutto e di interpretare questo modo di calcio anche a livello fisico. Per reggere un calcio fisico devi lavorare due mesetti, per reggere questo livello. Sono ottimista. Vedo tante belle cose con un calcio diverso. Ci vorrà un po’ di tempo, guardiamo con positività in avanti”.
“Avanti è evidente che facciamo fatica che c’è da vedere, sono tre davanti che devono fare la differenza vera con l’aiuto dei quinti. Oggi era difficile perché era la terza in 7 gg.. La Roma poi era difficile perché fa pressing, alzano i terzini e tutti sono in mezzo e se tu non la prepari bene è difficile rubarla. Se vuoi rubarla, l’idea era di essere compatti. Non era facile oggi, per prenderli alti da dietro si doveva spaccare la linea. Abbiamo sofferto la fisicità delle seconde palle, soprattutto nel secondo tempo. Avevano più gamba di noi”.
“Quali sono i miei obiettivi? Sono sempre gli stessi, di crescere e migliorare. Di vedere più incisività, cattiveria mantenendo equilibrio e compattezza. Non vedo l’ora che sia lunedì per lavorare e preparare la prossima gara”.
Il tabellino della gara
ROMA-LAZIO 1-0
ROMA: Svilar; Cristante, Pellegrini, Llorente, Paredes (81° Bove), Celik, Dybala (78° Abraham), Mancini, Angeliño (78° Smalling), Lukaku, El Shaarawy (70° Spinazzola) .
A disp.: Rui Patricio, Boer, Karsdorp, Huijsen, Renato Sanches, Baldanzi, Kristensen, Zalewski, Pisilli, João Costa.
All.: Daniele De Rossi
LAZIO: Mandas; Vecino (70° Luis Alberto), Kamada, Felipe Anderson, Guendouzi, Romagnoli (46° Patric), Casale, Immobile (46° Castellanos), Isaksen (46° Pedro), Gila, Marusic (78° Pellegrini).
A disp.: Sepe, Renzetti, Hysaj, Cataldi, Rovella.
All.: Igor Tudor
Arbitro: Marco Guida (sez. Torre Annunziata)
Assistenti di linea: Di Iorio – Perrotti
IV Uomo: Fabbri
V.A.R.: Irrati
A.V.A.R.: Maresca
Marcatore: 42° Mancini
NOTE. Ammoniti: 21° Vecino (L), 55° Mancini (R), 68° Celik (R), 73° Pedro (L), 75° Castellanos (L), 80° Paredes (R), 93° Pellegrini (R), 95 Lukaku (R)
Recupero: 1` pt, 5` st.
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