Antonella Sberna, candidata di Fratelli d’Italia alle elezioni europee nel collegio dell’Italia centrale. Perché gli elettori dovrebbero votare la lista di cui fa parte?
Perché finalmente avranno l’opportunità concreta di cambiare l’Europa, esportando il modello di buon governo del centrodestra che è oggi alla guida dell’Italia con ottimi risultati. Questo sarà possibile soltanto con una forte affermazione di Fratelli d’Italia che permetterà al nostro Paese di rafforzarsi all’interno della Ue grazie ad un’azione ancora più forte ed incisiva del nostro governo, e di Giorgia Meloni in particolare. Soltanto un’Europa a trazione centrodestra, con un ruolo più forte e speriamo determinante del gruppo dei Conservatori , può davvero assicurare speranze reali di cambiamento”.
E in che modo?
“Riportando la Ue ad essere un’Europa delle Nazioni, con al centro gli interessi dei popoli e i diritti dei cittadini. Dobbiamo tornare ad un’Europa della solidarietà e dello sviluppo, che sia davvero foriera di grandi opportunità. In questi anni purtroppo abbiamo conosciuto il volto di un’Europa eccessivamente burocratica che ha imposto diktat, tradotti in direttive e regolamenti spesso insostenibili. Riteniamo ad esempio che prima di attuare una direttiva sia necessario valutare l’impatto che questa può comportare sui cittadini o sulle categorie produttive e renderla pienamente sostenibile. Prendiamo l’esempio delle politiche green. Noi siamo favorevoli alla transizione energetica, ma non accettiamo le eco-follie e soprattutto non possiamo consentire che siano i cittadini, le imprese, il tessuto economico e produttivo a pagare il peso di politiche ambientaliste, più ispirate da pregiudizi ideologici che da concrete esigenze di tutela ambientale. Lo abbiamo visto nei confronti dei nostri agricoltori, trattati come un pericolo per la sicurezza del pianeta e vessati da normative che rischiano di mettere in ginocchio l’intero settore agro-alimentare. Le recenti modifiche alla Pac sono state possibili grazie all’azione del governo Meloni che è riuscita a convincere la Ue a mitigare il peso delle condizioni ambientali imposte agli agricoltori per poter accedere ai finanziamenti europei. Condizioni capestro che sono state mitigate, ma che devono essere completamente rivisitate, perché l’agricoltura non è nemica dell’ambiente ma deve essere considerata un’alleata strategica nella lotta ai cambiamenti climatici. Così come diciamo no all’obbligo delle auto elettriche, alle case ecologiche, a imposizioni ideologiche che non hanno fondamento scientifico. Crediamo invece in una transizione graduale, fondata su seri contributi scientifici, non da imporre ma da favorire con concrete politiche di sostegno all’innovazione e alla transizione dei necessari processi di trasformazione energetica ed ambientale. Poi riteniamo essenziale rivedere il Patto di stabilità perché si torni ad investire nello sviluppo e la crescita”.
Un’attenzione particolare è rivolta al sostegno alla natalità. Perché questo punto è per voi tanto importante?
“Perché il nostro continente si sta spopolando, ci sono Comuni in Italia che rischiano letteralmente di chiudere per assenza di nascite. Dobbiamo invertire questa tendenza e puntare sulla maternità come investimento per il futuro. Io ho tre figlie e so perfettamente che non è sempre facile conciliare famiglia e lavoro. Per questo il sostegno alla maternità deve prevedere anche adeguate politiche sociali in grado di aiutare concretamente le famiglie, specie quelle con i carichi familiari maggiori. Molte donne rinunciano alla maternità perché spaventate dalle conseguenze di natura economica che questa può comportare. Ciò non dovrà più accadere e avere figli dovrà diventare un’opportunità, una risorsa, un vantaggio non un problema”.
Perché gli elettori dovrebbero assegnare a lei la preferenza?
“Perché sono una persona comune, una mamma, una moglie, una professionista che ha scelto di fare politica per poter essere utile alla collettività. Non a caso il mio principale campo d’azione è stato quello sociale. Sono stata assessore alle politiche sociali del Comune di Viterbo e mi sono trovata proprio ad amministrare questo settore nel periodo peggiore della storia italiana, ovvero durante il COVID 19. Proprio allora ho compreso quanto siano sbagliate e fallimentari politiche incentrate unicamente sul rigore e sui tagli alla spesa pubblica e di come fosse necessario invertire la tendenza. Tutti eravamo convinti che la tragedia del Covid avesse convinto l’Europa a cambiare strada e che si fosse finalmente creata una forte solidarietà fra tutti gli Stati. Ciò però è avvenuto soltanto in parte e durante le discussioni relative agli aiuti per la ripresa, abbiamo dovuto ascoltare da parte di alcuni Paesi rigoristi toni egoistici e per nulla improntati alla solidarietà comune, come se l’emergenza pandemica non avesse insegnato nulla. Per questo è necessario tornare all’Europa che avevano sognato i padri fondatori, un’Europa delle Nazioni, unita da comuni valori di pace, solidarietà, sviluppo economico nel rispetto delle identità nazionali. Invece fino ad oggi abbiamo conosciuto un’Europa simile ad un grande carrozzone burocratico, che ha imposto misure di austerità, ha minacciato multe e sanzioni agli Stati non allineati ai parametri economici, ha imposto direttive insostenibili per molte categorie, ha tentato di imporci stili di vita e abitudini alimentari incompatibili con le nostra tradizioni, penalizzando la qualità dei nostri prodotti agroalimentari, e che nell’opinione pubblica ha finito con l’essere percepita, non come una grande opportunità, ma un pericolo per il futuro degli stessi popoli europei. Al punto che in molti Paesi è cresciuto il fronte di chi chiede di uscire dalla Ue. Pericolo che si può scongiurare soltanto rifondando l’Europa e cambiandone completamente l’impostazione politica e di governo, come noi intendiamo fare”.
Quanto conta il suo essere viterbese in questa campagna elettorale?
“Ovviamente non rinnego le mie origini viterbesi e sono orgogliosa di essere l’unica candidata della Tuscia in queste elezioni europee. Soltanto Fratelli d’Italia ha voluto dare alla Provincia di Viterbo la possibilità di essere rappresentata in Europa. Una Provincia che ha straordinarie ricchezze in campo culturale, storico, paesaggistico, agroalimentare, ma che può anche contare su un volontariato attivo che ho potuto conoscere da vicino durante il periodo della mia attività amministrativa e dal quale ho ricevuto grande collaborazione e supporto nel successo delle politiche sociali. Sono stata orgogliosa nelle settimane scorse di aver ricevuto una benemerenza da parte della Croce Rossa proprio in virtù dell’eccellente lavoro che insieme abbiamo svolto per aiutare le persone fragili durante il periodo della pandemia. Il sostegno al mondo del volontariato sarà un altro punto centrale del mio impegno in Europa. Ma sono anche orgogliosa di essere cittadina del Lazio, regione dove con la Giunta Rocca sta governando un modello di centrodestra affidabile, concreto e vincente. La Regione Lazio a guida centrodestra in appena 14 mesi di governo ha già dato importanti segnali di cambiamento, ad esempio rivoluzionando il sistema sanitario regionale con una forte politica di investimenti che sta rivitalizzando la sanità territoriale dopo anni di depauperamenti, Una Regione inoltre leader nel campo del sostegno alle imprese, grazie all’azione della vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico Roberta Angelilli, una politica fatta di concreti investimenti rivolti soprattutto all’innovazione dei processi produttivi e allo sviluppo dell’imprenditoria giovanile. Forte di queste esperienze e di questi esempi positivi mi candido ad andare in Europa, per poter portare nelle sedi europee un’esperienza di buon governo che soltanto il centrodestra, e Fratelli d’Italia in modo particolare, sta dimostrando di poter garantire”