Anche il mondo del trasporto e della logistica deve fare i conti sul caporalato. A squarciare il velo su questo fenomeno è il caso di una gang di pachistani che in provincia di Modena forniva corrieri a una società che aveva lavori in appalto per il corriere espresso Sda, azienda del gruppo Poste Italiane. I corrieri dal 2020 al 2022 sono stati massacrati di botte. Gli autori dei pestaggi lavoravano per la società per la quale le vittime svolgevano il ruolo di corrieri. Società che già in passato era entrata nel mirino della Guarda di Finanza che aveva negato il rinnovo all’iscrizione alla white list antimafia. Il caso è stato pubblicato dalla rivista bimestrale “Lavialibera”, fondata dall’associazione Libera. Al periodico, Poste Italiane ha precisato che la società in questione è “qualificata nell’albo fornitori” e aveva “i documenti in regola” e “contratti esigui”.
I componenti della gang, tutti pachistani, sui social postavano foto in cui imbracciavano fucili d’assalto e reclutava manodopera per la società fornitrice di Sda, azienda parte del gruppo Poste Italiane, impresa pubblica che fornisce servizi postali, finanziari e assicurativi. Secondo la procura di Modena chi non rispettava le condizioni imposte dalla gang veniva punito con violenti pestaggi, anche all’aperto e in strada. Aggressioni portate avanti con mazze ferrate, bastoni, coltelli. Non mancavano le minacce di ritorsione nei confronti delle famiglie dei lavoratori rimaste in Pakistan.
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