18 artisti tra cui tre star “Drag Queen”, hanno approfittato del grande evento per ostentare il loro chiaro pensiero…provocare!!!
Sottile e alquanto indecente, la trovata degli artisti e di chi li ha diretti, nella coreografia che a tutti, tranne agli autori dello show, è apparsa essere la parodia della ben nota “Ultima cena” che riconduce agli ultimi momenti di vita terrena di Nostro Signore Gesù Cristo.
E’, altresì, evidente, invece, la provocazione cui oramai siamo abituati ad assistere costantemente da chi vuole esaltare il proprio pensiero, senza curarsi delle reazioni che questo potrebbe destare, se si vanno anche solo a sfiorare, probabili, altre ideologie e in particolare, credenze religiose.
Quello cui assistiamo è che, se i conservatori delle tradizioni, della storia, delle religioni, si permettono solo di esprimere un loro pensiero in linea con il loro credo politico e religioso, vengono tacciati e considerati negazionisti, fascisti e chi più ne ha ne metta, mentre, se dall’altra parte c’è l’esternazione di un pensiero e questo viene ostentato e sbandierato ai quattro venti e per giunta approfittando della cerimonia di apertura di un evento mondiale, questa non è provocazione ma semplice arte, proprio come accaduto ieri a Parigi sulla Senna, dove è stato aperto il sipario sulle “Olimpiadi 2024”.
Qui non si tratta di fare un processo alle intenzioni, ma la “parodia dell’ultima cena”, è apparsa tale a tutti, o quasi.
Parigi, che può essere considerata meta per eccellenza dagli amanti dell’arte, visto il suo grande patrimonio artistico e per i tanti esempi di architettura di ogni tempo che sono sparsi ovunque nella capitale francese, forse avrebbe dovuto ispirare gli artisti, addetti alla realizzazione degli show nella cerimonia inaugurale, per esaltare tale patrimonio, mettendo in scena qualcosa che catturasse l’attenzione del pubblico mondiale su grandi capolavori…
Ma forse, come e cosa fare, per catturare l’attenzione del mondo intero, gli autori di quella che è stata definita l’esibizione artistica della “Festività”, lo avevano bene in mente: provocare!!!
E così è stato!!!
LA MOTIVAZIONE DI THOMAS JOLLY, IDEATORE DELLA DISCUTIBILE MESSA IN SCENA
“Non volevo essere sovversivo, né choccare nessuno. Semplicemente, in Francia abbiamo il diritto di amarci, come vogliamo e con chi vogliamo“. – Questa è stata la giustificazione di Thomas Jolly, agli attacchi ricevuti per la sua messa in scena alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi 2024 di Parigi.
Thomas Jolly, non ha nascosto la sua difesa del mondo Lgbtq+ (cosa legittima tra l’altro ma forse con tempi e modalità e luoghi sbagliati) continuando sulla sua linea di libertà di espressione quale diritto umano – “Abbiamo il diritto di credere o di non credere. Ieri sera, abbiamo messo in scena semplicemente le idee repubblicane, di benevolenza e di inclusione” – ha proseguito, appellandosi al motto della della Repubblica francese, che recita così: “Liberté, Égalité, Fraternité”.
Evidente la denuncia e la condanna di molti esponenti politici, oltre che della Chiesa Cristiana Cattolica.
LE REAZIONI DELLA POLITICA E DELLA CHIESA
Tra questi il neoletto parlamentare di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini, che ha ironizzato, dando l’impressione di essere anche molto stizzito per ciò che è apparso essere una irrispettosa esibizione artistica nei confronti del mondo cristiano: “Mi è piaciuta molto la cerimonia del Gay Pride. Sapete quando è prevista quella delle Olimpiadi?” – avrebbe commentato a seguito dello show diretto da Thomas Jolly.
Ma anche dalla chiesa francese e dal quotidiano “Avvenire”, le condanne allo show, diciamo “trasgressivo”, per non dire “offensivo”, sono arrivate puntuali: “Siamo feriti” – avrebbero commentato i Vescovi parigini; così come la stampa di ispirazione cattolica che ha commentato così l’esibizione artistica sulla Senna – “Offesa gratuita e di cattivo gusto”.
Se qualcuno se lo fosse dimenticato, sulla terra i Cristiani sono circa 2,4 miliardi, forse un po’ più di attenzione e di rispetto bisognerebbe osservarlo in certi casi, specialmente, quando si è in una diretta televisiva mondiale. Lo diciamo, naturalmente, anche per altri contesti religiosi o che riguardano i dati sensibili delle persone.
E questo non significa negare l’espressione del proprio pensiero a chicchessia e/o la sua libertà di manifestarlo come vuole, ma vuole solo essere una forma di accortezza e di sensibilità e di rispetto, che si dovrebbero osservare quando ci viene dato il potere, in un determinato momento, di stare davanti ad una telecamere con miliardi di telespettatori in tutto il mondo che hanno pensieri, opinioni e credenze religiose diverse tra loro.