Ormai è noto a tutti che il gioco online va verso una graduale riforma che comporterà una serie di cambiamenti. In particolare per quel che concerne le nuove concessioni, tema che ha impegnato non solo il Governo ma anche i concessionari, in vista di un bando che avrà un forte impatto sull’intero settore.
Non è un segreto che l’obiettivo dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sia quello di pubblicare, entro fine anno, il bando di assegnazione per le nuove concessioni: “Una deadline rigida che l’ADM vuole rispettare, in attesa del giudizio del Consiglio di Stato e sulle sempre possibili osservazioni da parte degli Stati Membri” – riferiscono Siliva Urso, esperta del team di Giochidislots.com, noto sito specializzato del settore.
Ci sarà un mercato tutto nuovo e delle anticipazioni sono state fornite dallo studio CGIA Mestre-As.Tro: “In settembre c’erano 81 concessionari, 54 di questi italiani e 27 di differente nazionalità. Tra questi 23 hanno sede legale a Malta, tutti gli altri invece tra Bulgaria, Danimarca, UK e Slovenia” – continua Urso.
Difatti è noto che la normativa nazionale permetta a società dello spazio economico europeo di diventare concessionari di gioco ed esercitare la loro attività sul territorio a patto che ci sia un titolo abilitativo rilasciato a norma di legge dallo Stato in cui si ha sede legale. I siti tramite cui viene esercitato il gioco online sono infatti 428, di cui 324 in capo a concessionari italiani e 104 esteri. Il computo è di 89 concessioni, 61 italiane e 28 estere.
“Non esiste un numero massimo di concessioni, ma l’eventuale una tantum di 7 milioni di richiesta per la nuove concessioni è destinata a limitare il numero di concessionari. L’80% della raccolta e l’85% della spesa si realizzano in 18 concessioni che ogni anno creano una spesa da oltre 50 milioni di euro. Allargando l’osservazione alle prime 30 concessioni si scopre che queste, da sole, sono il 94% del mercato e superano insieme i 20 milioni di euro”, prosegue la redattrice di Giochidislots.com .
Ed il resto? Tutto tra spesa e raccolta resta realizzato dalle 56 concessioni che restano. Il dubbio è legato al fatto che non è chiaro se gli operatori disporranno dei mezzi finanziari richiesti dal Bando.
Lo studio CGIA-As.Tro prevede dunque uno scenario da non sottovalutare, in cui 30 concessioni non produrrebbero problemi per il nuovo bando di gara, ma in cui appena cinquanta verrebbero assegnate. Le 56 concessioni con spese inferiori ai 20 milioni di euro potrebbero dunque uscire di scena. Una situazione che avrebbe due effetti collaterali: la riduzione dei punti vendita ricariche, che passerebbero quindi a 30.000 e l’eliminazione delle skin, oggi pari a 428.