Endometriosi: imparare a riconoscerla per sapere come affrontarla e come controllarla
- articolo di Redazione
Si è svolto ieri nel VI MUNICIPIO di Roma, il 9° convegno sull’endometriosi del progetto nazionale del Gruppo Sociale Difesa Valori e Diritti 4.0 – ETS.
Poco afflusso di persone ad un convegno che affrontava una tematica socio-sanitaria di estrema importanza, a dimostrazione che c’è ancora molto da fare per sensibilizzare la comunità in merito ad una patologia che, come si è potuto verificare anche ieri, grazie agli interventi della Dott.ssa Di Roberto Antonietta del Distretto 6 della ASL RM2″ e dell’esperto in endometriosi, il Dott. Massimiliano Marziali (ginecologo, ostetrico), necessita di essere divulgata tra la popolazione affinché si possano fare prevenzione.
Informare correttamente la collettività, significa permettere di individuare, innanzitutto, le sintomatologie che accendono il “campanello d’allarme” nelle donne che potrebbero essere affette da questa infausta e subdola patologia che prende il nome di endometriosi e di conseguenza, capire a chi rivolgersi per poter ricevere nel minor tempo possibile una diagnosi certa.
L’evento è stato presenziato dal presidente del VI Municipio di Roma, Nicola Franco, dall’Assessore alle politiche sociali, Chiara Elisabetta Del Guerra, che si è prodigata molto affinché si potesse realizzare nel proprio municipio il convegno.
Nella accogliente “sala cinema” del complesso pubblico del “VI Municipio di Roma“, erano presenti anche altri consiglieri municipali, che hanno trovato interessante l’argomento trattato e il “format” del convegno che con chiarezza e semplicità riesce a veicolare al pubblico un messaggio complesso, ma reso fruibile e comprensibile a tutti.
La difficoltà di molte donne di parlare di endometriosi
“Un pomeriggio di informazione e formazione per i cittadini del VI municipio di Roma – ha aperto così il suo intervento l’Assessore locale alle pari opportunità, Chiara Elisabetta Del Guerra, che ha aggiunto – Difficile ancora parlare di questa malattia, perché molte donne non sono ancora pronte o non voglio affrontarla o forse, perché si vergognano di condividerla con gli altri, ma questo non ci può fermare”.
“Voglio ringraziare – ha proseguito l’Assessore Del Guerra – lo staff di lavoro del convegno sull’endometriosi, dal Dott. Massimiliano Marziali, per averci spiegato puntualmente il protocollo che a breve verrà approvato dalla Regione Lazio; al presidente del Gruppo Sociale Difesa Valori e Diritti 4.0, il Dott. Massimo Catalucci, per l’impegno intrapreso da marzo 2023 nel portare avanti questa battaglia per tutte le donne vittime di endometriosi; a Marika Rotondi, consigliere regionale del Lazio, che in questo cammino verso la consapevolezza dell’endometriosi, è sempre presente ad ogni convegno, facendo sentire le istituzioni sempre più vicine ai cittadini perché poi, questo è un percorso che va fatto insieme alle istituzioni, senza le quali non si possono realizzare progetti pubblici fruibili dalla collettività. Questa è la strada giusta per andare incontro a chi soffre di Endometriosi“.
In cammino verso la consapevolezza dell’endometriosi
“Dobbiamo farci tutti carico della responsabilità di coinvolgere sempre più persone a questi eventi pubblici ad ingresso gratuito – ha esordito il Dott. Massimo Catalucci, responsabile nazionale del progetto endometriosi del Gruppo Sociale Difesa Valori e Diritti 4.0 – Eventi che sono stati pensati per fare prevenzione nelle donne che sospettano o sanno di essere affette da endometriosi. E dispiace che si faccia ancora difficoltà in alcuni enti locali a far affluire ai nostri convegni su questa infausta e cronica patologia, una consistente partecipazione di pubblico, soprattutto, femminile”.
“C’è ancora molto da fare – ha aggiunto il Dott. Catalucci – per informare, formare ed orientare la collettività, in ragione di cos’è esattamente l’endometriosi, chi colpisce, come riconoscerla e come affrontarla. Sono, altresì, soddisfatto – ha precisato il Dott. Catalucci che è anche presidente dell’Ente No-Profit che sta portando avanti su scala nazionale il progetto sulla divulgazione delle corrette informazioni sull’endometriosi – della disponibilità dimostrata nei nostri confronti dagli Enti locali che ci stanno ospitando nei loro territori e sono molto soddisfatto del lavoro finì qui svolto dal nostro gruppo e dai professionisti che ci accompagnano in un viaggio all’insegna della consapevolezza della patologia qui trattata, su tutti il nostro responsabile scientifico, il Dott. Massimiliano Marziali, uno dei pochi, veramente, esperti in Italia di Endometriosi“.
“Così come mi preme evidenziare il grande lavoro che il Consigliere Marika Rotondi sta facendo in Regione Lazio, per cui ad oggi, a distanza di pochi mesi dall’apertura del nostro progetto, si è arrivati a definire una commissione di lavoro regionale che metterà a punto a breve – questo è quanto è emerso ieri al convegno – la rete sanitaria per la presa in carico e la gestione della paziente affetta da endometriosi. Noi continueremo il nostro viaggio – ha concluso il Presidente Catalucci – fino a quando non sarà fatto qualcosa di veramente concreto per le donne che patiscono le sofferenze lancinanti che questa patologia provoca loro, penalizzando la loro qualità di vita. A tal scopo, invito le donne che ci leggono e che vogliano saperne di più sull’endometriosi, a partecipare al nostro prossimo convegno ad Anzio che si terrà sabato 30 novembre alle ore 17:00, presso l’Hotel Lido Garda“.
Una Rete Sanitaria Regionale per la gestione della paziente affetta da endometriosi
“Sono orgogliosa – ha affermato il consigliere regionale del Lazio, Marika Rotondi – di quanto siamo stati in grado di mettere in campo in poco tempo ed in modo concreto in Consiglio Regionale. Sono circa vent’anni – ha proseguito il consigliere- che le donne affette da endometriosi attendono che si faccia qualcosa di concreto per loro. Personalmente – ha aggiunto Rotondi – da quando sono venuta a conoscenza del progetto nazionale di sensibilizzazione, cui si sta dedicando da marzo del 2023 il Gruppo Sociale Difesa Valori e Diritti 4.0, ho iniziato ad approfondire la situazione in Regione Lazio e comunque a livello nazionale nel sistema sanitario e mi sono resa conto che, fino a quel momento non era stato fatto praticamente, nulla, per le donne che patiscono le sofferenze di questa patologia. Se escludiamo che nel 2017 l’endometriosi è stata inserita nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e che per tale riconoscimento della patologia, viene concesso, semplicemente, un ticket sanitario che consiste in una visita ginecologica ed una ecografia, ma quando si è solo al III o IV stadio, è facilmente comprensibile che questo non è sufficiente per aiutare le donne affette da endometriosi e soprattutto, dimostra che non si era compresa la vera gravità dell’endometriosi“.
“A questo punto – ha proseguito il consigliere regionale– dopo aver effettuato delle ricerche personali con il mio staff in merito all’endometriosi e alla situazione attuale sanitaria esistente in Italia, insieme al Dott. Massimiliano Marziali e al Dott. Catalucci, quest’ultimo promotore dell’iniziativa dei Convegni pubblici su territorio nazionale che si prefigge di sensibilizzare la collettività verso la corretta informazione sulla patologia, ci siamo riuniti per mettere a punto un progetto da presentare ai dirigenti della Sanità regionale. Qui, l’idea progettuale presentata è stata ben recepita, perché evidentemente, ben argomentata . E così, il 21 marzo scorso, la Giunta regionale del Lazio, con atto n. G03215/2024 su proposta n. 10164 del 21/03/2024, ‘istituiva un Gruppo di Lavoro per la definizione della Rete Regionale per la gestione della paziente affetta da endometriosi’.
“Questa era la prima fase del progetto sanitario – ha concluso il consigliere Rotondi – ora siamo in attesa entro la fine di quest’anno di passare alla fase successiva, che è la realizzazione sul territorio regionale della rete sanitaria. Una volta realizzato in ogni sua parte, questo sarà il primo vero progetto Nazionale sanitario pubblico dedicato esclusivamente alla donne affette da endometriosi e che le seguirà, con un pool di professionisti in ogni campo, per tutto l’arco della loro vita, visto che tale patologia è cronica e non esistono cure definitive, solo trattamenti terapeutici che possono migliorare la loro qualità di vita“.