“La tecnologia – continua Bordignon – pur offrendo soluzioni a numerosi problemi, rende l’uomo vulnerabile in molteplici modi: crea dipendenze, mette a rischio la privacy e la sicurezza, riduce le abilità, ed espone a manipolazioni e disinformazione. Per questo, chi sviluppa IA ha una responsabilità etica e sociale imprescindibile. Il Forum delle Associazioni Familiari, che rappresenta quasi 5 milioni di famiglie, sottolinea l’urgenza di proteggere i minori dall’esposizione precoce e indiscriminata alle tecnologie, come smartphone, social media e IA, le quali possono generare dipendenza, ridurre esperienze reali e compromettere lo sviluppo armonioso dei giovani ragazzi. Studi scientifici confermano che prima dei 14 anni il possesso di uno smartphone personale è dannoso, così come l’apertura di un profilo sui social media prima dei 16 anni. Nelle scuole dove gli smartphone non sono ammessi, gli studenti socializzano e apprendono meglio. Questo perché il cervello emotivo dei minori, fino ai 14-15 anni, è particolarmente vulnerabile all’ingaggio dopaminergico generato dai social media e dai videogiochi”.
Secondo Bordignon: “Anche nell’ambito scolastico, è necessario essere coerenti con quanto descritto dalle neuroscienze. Smartphone e tablet dovrebbero essere utilizzati esclusivamente dai docenti per arricchire le attività didattiche, evitando l’uso autonomo da parte degli studenti almeno fino ai 15 anni. Alla luce di queste considerazioni, riteniamo che sia giunto il momento di sviluppare strumenti educativi e legislativi capaci di ridurre gli impatti negativi dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie sulla vita dei minori. È opportuno garantire che queste servano l’uomo senza impoverire le potenzialità e la crescita delle nuove generazioni”, conclude.