Una zona Champions oramai sempre più consolidata, un primo posto nel mini-campionato di Europa League e i quarti di finale di Coppa Italia. Basterebbero anche solo e soltanto i traguardi raggiunti per descrivere quella che è stata la prima parte di stagione della Lazio.
Parlare di sorpresa ormai può essere considerato un errore o, ancora peggio, uno sminuire il cammino fatto. Gli uomini di Baroni sono ormai una vera e propria certezza. Ed è proprio il tecnico ex Verona quello che può senza alcun dubbio esser definito l’uomo in più. Il suo lavoro è stato importante e, sotto certi punti di vista, a dir poco entusiasmante.
Sono numerosi i segreti della Lazio di Baroni, fattori che hanno permesso alla Lazio di cambiare letteralmente volto rispetto alla precedente stagione.
Il 61enne nativo di Firenze è arrivato a Roma in punta di piedi, tra nasi storti e musi lunghi. D’altronde le doppie dimissioni, prima di Sarri e poi di Tudor, avevano fatto tornare in voga contestazioni e critiche che parevano essere solo e soltanto un lontano ricordo sulla sponda biancoceleste del Tevere. Insomma, in un clima non certo idilliaco, l’allenatore ha iniziato a mettersi al lavoro e lo ha fatto puntando su una parola incredibilmente scontata nella Capitale, ossia normalità. Una normalità che ha portato ad avvicinarsi alla stagione con aspettative basse, forse anche troppo. Ma è stato proprio questo che ha creato un clima di grande serenità. Infatti, fin dalle prime partite, la Lazio gioca con spensieratezza e leggerezza. Non sentire sulle spalle la tensione di dover raggiungere un obiettivo a tutti costi sta davvero facendo la differenza. Per di più Baroni ha un grandissimo merito, ossia quello di tenere in considerazione tutta la rosa. Non esistono titolari, non esistono riserve e tutti possono e devono dire la loro. Tante volte infatti a esser decisivi sono stati i gol dei subentrati.
A colpire è poi stata la reazione che c’è sempre stata dopo le sconfitte, anche dopo quella pesantissima contro l’Inter, pensiamo ad esempio al pareggio con l’Atalanta. Questo è il più chiaro dei segnali di un gruppo dove a regnare sono compattezza e unità di intenti. Ma questo lo si capiva e lo si percepiva chiaramente anche solo e soltanto osservando le esultanze post partita. Ed è per tutto questo che diviene più che lecito e logico chiedersi dove possa arrivare questa Lazio.
Senza fare voli pindarici, le difficoltà di Milan, Juve e Roma, aprono la possibilità di centrare un piazzamento Champions. Ovviamente servono continuità di risultati e maturità. Insomma, occorre superare la prova del nove e test come il derby del 5 gennaio possono senza dubbio dire tanto. Non va però snobbato il cammino europeo. Quanto fatto dai biancocelesti fino a oggi fa infatti capire che bisogna giocarsela fino alla fine. Gli stessi bookmaker vedono i biancocelesti tra le potenziali favorite, quasi alla pari di colossi come Tottenham e Manchester United. Ed è proprio ciò a testimoniare la bontà del lavoro fatto fino a ora. All’insegna di normalità e leggerezza.