(Meridiana Notizie) “L’entrata in vigore della tassa sulle bevande analcoliche con edulcoranti aggiunti, cosiddetta sugar tax, potrebbe generare un “effetto domino” con esiti socio-economici fortemente negativi per il sistema agroalimentare italiano senza peraltro garantire alcunché di certo sotto il profilo della tutela della salute che ne dovrebbe rappresentare l’intima motivazione. In un’ipotetica graduatoria del consumo medio pro-capite di bevande con edulcoranti aggiunti, infatti, il nostro Paese si colloca non solo all’ultimo posto fra gli Stati europei, ma con un valore nel 2022 di 54 litri/anno che è circa il 45% inferiore rispetto ai 98 litri/anno della media europea. Le raccomandazioni dell’OMS relative all’introduzione di una sugar tax, pertanto, non possono rappresentare il fondamento economico-sanitario per la sua applicazione in Italia. Questa imposta, inoltre, è figlia di un’enorme contraddizione che mi auguro questo Governo voglia sanare. Il gettito fiscale stimato in sede di Legge di bilancio è pari a 280 milioni di euro/anno per cui l’imposta è calcolata ipotizzando che i volumi consumati e prodotti rimarranno sostanzialmente inalterati. Ma in tal caso siamo in evidente contrasto con la stessa raccomandazione dell’OMS e viene meno il presupposto sanitario che, solo, ne potrebbe giustificare l’adozione”. Lo ha dichiarato Cesare Pozzi, docente di Economia Industriale presso l’Università Luiss Guido Carli, in merito al dibattito sull’introduzione della sugar tax.
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