L’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale è al lavoro per realizzare l’apertura di nuove aule studio all’interno di alcuni dei luoghi più suggestivi della Capitale. Le nuove aule studio, che saranno complementari al sistema delle biblioteche civiche, sono pensate per offrire al pubblico nuovi spazi pubblici gratuiti dedicati alla lettura, allo studio e alla socializzazione.
L’iniziativa fa parte di un progetto che si inserisce in una strategia più ampia che mira al potenziamento dei presidi culturali della città di Roma. Il progetto vedrà realizzare una rete composta da 68 spazi culturali presenti in tutta la città: 42 biblioteche, in gran parte riqualificate con i fondi PNRR, 16 aule studio e 10 poli civici con il fine nobile di rendere più capillare l’accesso gratuito alla cultura e alla conoscenza. Le prime aule studio sono state inaugurate a Palazzo Esposizioni Roma, alla Casa del Cinema, al Museo Canonica, al Museo di Roma a Palazzo Braschi, al Macro a la Pelanda del Mattatoio, nei quartieri Montespaccato e Trionfale e una all’interno del Centro Commerciale Euclide.
Prossimamente sono previste le aperture al Parco Archeologico del Celio e al quartiere di Tor Pignatara. Inoltre, L’Assessorato alla Cultura è al lavoro per aprire nuove aule studio anche alla Centrale Montemartini e alla Torre dei Conti, e all’interno del futuro Museo delle Periferie a Tor Bella Monaca. Con l’arrivo di Internet siamo entrati in un’era di ritiro.
Lo smartphone e l’AI stanno ridisegnando velocemente il modo in cui interagiamo con gli altri tanto che si parla di crescita esponenziale della solitudine. L’ex chirurgo generale degli Stati Uniti, Vivek Murthy, sostiene che la solitudine ha effetti negativi sulla salute, paragonabili a quelli del consumo di tabacco e dell’obesità. Gli spazi pubblici, come biblioteche e presidi culturali non solo in centro ma anche in aree decentrate, oltre alla funzione di fornire spazi di aggregazione soprattutto per i giovani, potranno dare un contributo a non indebolire ulteriormente le relazioni umane.
Fonti
Culture.Roma.it; Social Media Opinion – New York Times ;