Nel 2025, una Éclat del 1977 torna a sfidare le piste europee grazie a un progetto che unisce competizione, restauro e divulgazione. Al volante, Gianluca Bardelli per un tributo autentico al mito inglese.*
Il progetto Eclat Racing celebra i cinquant’anni della sportiva inglese con un programma internazionale tra passato e presente. Al volante, Gianluca Bardelli.
Ci sono auto che, pur nate per la strada, conservano nel telaio e nelle proporzioni un’anima da pista. La Lotus Éclat è una di queste. Nata nel 1974 come evoluzione della Elite, questa GT 2+2 inglese con carrozzeria in vetroresina e telaio a longheroni si distingue per una linea affilata e per una leggerezza funzionale a una guida pura, oggi pressoché dimenticata.
Nel 2025, la Éclat torna a vivere la sua vocazione agonistica grazie al progetto Éclat Racing, che porta in pista un esemplare del 1977 con una missione precisa: onorare i cinquant’anni del modello nel modo più autentico possibile, ovvero correndo.
L’iniziativa nasce dalla passione dell’imprenditore lucano Nicola Cippone, che insieme ai figli Tommaso e Lucarocco ha restituito nuova vita alla vettura, affidandone il volante a Gianluca Bardelli, pilota e collaudatore di esperienza internazionale, noto nel panorama delle storiche per la sua capacità di interpretare al meglio il comportamento di auto complesse e raffinate.
«L’auto storica è un organismo vivo – racconta Cippone – e se non corre, si spegne. Il nostro obiettivo è riportare in pista non solo una vettura, ma un’intera filosofia costruttiva e di guida».
Un programma europeo tra mito e memoria
Il calendario 2025 è ricco e selezionato. Si parte il 7 giugno al Red Bull Ring, in Austria, per la Lotus Speed Cup, il campionato riservato alle vetture di Hethel. Poi sarà la volta dell’HSCC – lo storico club inglese dedicato alle competizioni vintage – con tre tappe: Donington Park (21-22 giugno), Brands Hatch GP (12-13 luglio) e il prestigioso Gold Cup di Oulton Park (25-27 luglio). Ad agosto, l’immancabile appuntamento con il Silverstone Classic, prima del ritorno in Italia a settembre e ottobre con Vallelunga (14 settembre) e Imola (5 ottobre).
Una stagione intensa che porta in pista non solo una Lotus, ma una visione del motorismo classico che unisce performance, filologia tecnica e divulgazione culturale.
Una Éclat vera, non solo nella forma
L’auto, certificata dall’HSCC con telaio originale, monta il noto 4 cilindri Lotus 907 da 2.0 litri, derivato da una lunga esperienza in Formula 2. La potenza è superiore ai 200 cavalli, su un peso contenuto poco sopra la tonnellata. Il cambio è manuale, la frenata affidata a un impianto rivisto ma conforme al regolamento storico, l’assetto regolato secondo i dettami Lotus dell’epoca.
«Quello che sorprende non sono i numeri – spiega Gianluca Bardelli – ma la pulizia del comportamento dinamico. L’anteriore comunica in modo cristallino, lo sterzo è diretto senza filtri, il retrotreno è sincero anche nei transitori. È un’auto che non ammette scorciatoie ma regala moltissimo a chi sa ascoltarla.»
Non solo pista: cultura e artigianato
Accanto alla parte agonistica, Éclat Racing sviluppa anche un’attività di valorizzazione tecnica e storica: giornate di guida storica, esposizioni, seminari e workshop rivolti al pubblico e agli appassionati. L’obiettivo è trasmettere il sapere meccanico di un’epoca fatta di attrezzi, sensibilità e competenza manuale.
«Vogliamo raccontare – dice Lucarocco Cippone – che un’auto storica non è un oggetto immobile. È viva, deve respirare, muoversi, generare memoria dinamica. Solo così può continuare a esistere.»
Un grazie particolare, da parte del team, va all’azienda SI CERT di Capaccio (Salerno), main sponsor del progetto, che ha deciso di supportare la stagione con entusiasmo e spirito mecenatesco.
Un ritorno, non un revival
In un momento in cui la tecnologia sembra voler riscrivere ogni aspetto dell’esperienza automobilistica, la scelta di riportare una Lotus Éclat in pista non è un gesto nostalgico. È un atto di resistenza culturale, una dichiarazione d’amore verso un’epoca in cui il pilota era parte integrante del meccanismo, e non solo un utilizzatore finale.
Perché certe auto non vanno solo custodite: vanno guidate, comprese, fatte vibrare.
Come questa Éclat. Come un ricordo che non vuole svanire.