Un’ottima stagione, risultati preziosi e una rivoluzione già portata sulla giusta via. La Lazio di Marco Baroni ha stupito tutti gli appassionati e i tifosi di calcio, grazie ad una squadra completamente rinnovata che ha saputo subito acquisire gli insegnamenti dell’ex tecnico del Verona e applicarli al campo. Uno stupore dettato dai tanti e importanti addii in sede di calciomercato nella scorsa estate, come quelli di Ciro Immobile, Felipe Anderson e Luis Alberto. E per questo di pensava fosse stato necessario un anno di transizione per poi vedere sbocciare la squadra. E invece il rendimento nella prima parte della stagione è stato davvero eccezionale, considerando anche il passo tenuto nella fase campionato dell’Europa League, con 6 vittorie, un pareggio e una sconfitta in 8 match. Secondo i pronostici e secondo le quote Serie A la formazione biancoceleste era considerata una possibile e temibile outsider per la conquista dello Scudetto. Realisticamente, in questo finale di stagione, lotterà per un posto in Champions, ma con la sicurezza di aver fatto un grande campionato.
Le tattiche
La Lazio era passata dal bel gioco di Maurizio Sarri a quello più concreto di Igor Tudor, per poi decidere di resettare tutto e affidare la gestione tecnica a Marco Baroni. Dopo le esperienze di Lecce e Verona l’allenatore era così pronto al grande salto. Tatticamente la sua Lazio è sempre partita con una difesa a quattro mentre in attacco tre trequartisti hanno supportato l’unica punta in campo. Di base i biancocelesti sono sempre partiti con il 4-2-3-1, cambiando a seconda degli avversari ma soprattutto dell’andamento delle fasi di gioco di una partita, passando al 3-1-4-2 con uno dei due mediani che scivola in posizione più offensiva e supporta l’azione d’attacco. Caratteristica della Lazio di Baroni è l’utilizzo molto pronunciato dei terzini che grazie alla loro spinta portano tante palle sul fondo per crossarle sia per gli attaccanti che per i centrocampisti e i trequartisti chiamati a inserirsi con libertà in area. Quando invece la Lazio non ha palla Baroni chiede ai suoi di pressare il portatore di palla. Tattiche che prima funzionavano alla grande con i campioni che aveva in rosa la squadra romana, ma che non vi era certezza potessero funzionare con i nuovi arrivati. Specialmente Taty Castellanos, arrivato a Roma come vice Immobile, si è ritagliato sempre più spazio in rosa fino a diventare oggi titolare inamovibile e segnando dieci gol, con tre assist, in 34 partite. Grazie anche a lui la Lazio riesce a compiere con successo triangolazioni veloci, sfruttare gli spazi e realizzare pressing tale da mettere in difficoltà gli avversari. Questo al netto di qualche amnesia difensiva di troppo. Ma comunque offrendo grande spettacolo e una stagione da sogno che, sperano i tifosi, possa concludersi con la qualificazione alla prossima Champions League.
I risultati
La scorsa stagione 2023-2024, prendendo a riferimento la 34esima giornata di campionato, la Lazio era settima a 55 punti, con 17 vittorie, 4 pareggi e 13 sconfitte. Quest’anno, con lo stesso numero di gare, i biancocelesti sono nuovamente settimi con 17 vittorie, 9 pareggi e 8 sconfitte, e 60 punti come bottino. La posizione in graduatoria è rimasta la medesima, ma è da notare il cambiamento netto di rotta nella gestione delle gare. Ci sono cinque sconfitte in meno, che si sono tradotti in cinque punti in più. Un cambio netto anche se si vanno a leggere i dati relativi ai gol. La scorsa stagione, a questo punto, la Lazio aveva fatto 43 gol e subiti 35, quest’anno le reti sono 57, a fronte di 45 subite. Un incremento su tutti e due i fronti ma che fa capire che la squadra offre più spettacolo in campo giocando a viso aperto.