(Adnkronos) – "La diagnosi di neoplasia ovarica ha un forte impatto psicologico sulla paziente. Oggi, però, abbiamo a disposizione tutta una serie di procedure terapeutiche e anche la chirurgia è più tollerata e ci sono una serie di trattamenti, come la chemioterapia di prima linea e la terapia di mantenimento, che ci consentono di gestire al meglio la qualità della vita delle pazienti nel post operatorio". Così Gennaro Cormio, direttore dell'Unità operativa di Ginecologia oncologica dell'Irccs Giovanni Paolo II di Bari, durante l'incontro 'Tumore ovarico in Puglia: Cambiamo Rotta', confronto tra clinici, istituzioni e pazienti sull'importanza della personalizzazione della cura del tumore ovarico e dei test genetici per la prevenzione dei tumori eredo-familiari, in corso a Bari. Il progetto a tappe è realizzato con il patrocinio di Acto Puglia, sponsorizzato da Gsk e organizzato da OmnicomPrGroup. "La sorveglianza consiste in una serie di indagini, e in una serie di valutazioni cliniche che vengono proposte alla paziente dopo il trattamento primario per poter fare eventualmente una diagnosi precoce in caso di recidiva – spiega Cormio – In questi ultimi anni abbiamo potuto introdurre nella pratica clinica tutta una serie di nuovi strumenti, sia chirurgici sia medici, e in particolare la terapia di mantenimento che consente di convivere con la malattia e garantire un'ottima qualità della vita alla paziente". —[email protected] (Web Info)
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