“La cancellazione del tetto massimo di sei mensilità per i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese, decisa dalla Corte Costituzionale con la sentenza 118/2025, avrà ripercussioni profonde su un mercato del lavoro già fragile e polarizzato”. Lo dichiara Roberto Capobianco, presidente nazionale di Conflavoro, commentando la recente pronuncia della Consulta.
“Non si giudicano le sentenze, ma è doveroso evidenziare l’effetto concreto: aumenterà la prudenza, se non la rinuncia, delle micro e piccole imprese ad attivare nuovi contratti a tempo indeterminato. Si rischia – prosegue il presidente di Conflavoro – di alimentare l’insicurezza, non la protezione del lavoro. Le imprese, di fronte a un contenzioso potenzialmente elevatissimo, preferiranno ricorrere a forme contrattuali più flessibili o rinunciare del tutto ad assumere. L’effetto sarà opposto a quello auspicato: meno contratti stabili, meno produttività, meno crescita”.
“Chi oggi esulta per questa sentenza – conclude Capobianco – ne fa una lettura ideologica e miope. Non è una vittoria del lavoro, ma una sconfitta per la sostenibilità occupazionale. Il legislatore intervenga introducendo un sistema di indennità modulato per le PMI su base personalizzata, con un tetto massimo flessibile sulla base di indicatori economici reali quali fatturato, utile, patrimonio. Va costruito un equilibrio giusto che tuteli il lavoro senza affondare chi lo crea”.