Dal 4 ottobre 2025 al 25 gennaio 2026 il Museo Storico della Fanteria, a Roma, ospiterà la mostra “Picasso. Il linguaggio delle idee”, organizzata da Navigare Srl. L’esposizione sarà divisa in sei sezioni tematiche e includerà opere dal realismo accademico fino alla pratica incisoria – così si apprende dal sito web degli organizzatori. Numerose, inoltre, le litografie, le acqueforti e le ceramiche in mostra. Saranno poi visibili i disegni per costumi e scenografie del balletto “Le Tricorne”.
Picasso, nato a Malaga nel 1881, morto nel 1973 e dal 1904 vissuto per lo più a Parigi, è a tutti noto come uno dei più grandi artisti del novecento. Vastissima e variegata fu la sua produzione: soltanto dal 1901 alla prima guerra mondiale si contano, di consueto, quattro periodi stilistici: il periodo blu, quello rosa, quello africano ed il cubista. Spaziò dalla pittura alla scultura alla ceramica. Celeberrimi sono “Les Demoiselles d’Avignon, del 1907, e “Guernica”, del 1937. Si può di volta in volta ricondurre i suoi quadri a questo o quel movimento pittorico, ad un influsso stilistico o ad un altro – la ”Donna col mandolino” ha qualcosa di una metopa greca, tra i colori e le forme a blocchi; il “Don Chisciotte” ricorda la pittura rupestre e, al contempo, la fumettistica; in alcune opere si avvicina al surrealismo, altrove le somiglianze sono con Matisse. Rimane la cifra, in ogni caso, di un prevalente antinaturalismo, di una visione frammentata e cangiante della realtà, ora tragica ora quasi carnevalesca: le prospettive si incrociano, i piani si sdoppiano e inaspettatamente si ricompattano, le forme si sciolgono o si induriscono. Non è un’arte facile, perché non ritrae il mondo come ordinariamente lo si vede attraverso il filtro che la ragione fa dei dati sensoriali. Rispetto a tale sintesi che potremmo dire kantiana, Picasso si muove al rialzo o al ribasso: o il sentimento domina immediatamente, plasmando le forme più che ricevendole – che equivale a dire o che l’appercezione manca o che, in qualche modo, avviene sempre attraverso i sensi; o, al limite, l’appercezione manca di dati e dunque lavora astrattamente, metodo che portato agli estremi conduce alla pittura geometrica.
Il Museo Storico della Fanteria, sito in Piazza Santa Croce di Gerusalemme 9, venne inaugurato nel 1959. L’edificio che lo ospita, di stile liberty, era un tempo sede del Comando del 2° Reggimento Granatieri di Sardegna. Gli oggetti esposti vanno da uniformi, armamenti e bandiere fino al bollettino della Vittoria del 4 novembre 1918, nel quale fu dato l’annuncio che la guerra contro l’Impero austro-ungarico era vinta. Al piano terra si trovano due plastici rappresentanti la battaglia di Zama, del 202 a.C., nella quale Scipione sconfisse Annibale vincendo così la seconda guerra punica, e quella di Waterloo, del 18 giugno 1815, l’ultima e definitiva sconfitta di Napoleone ad opera della settima coalizione.
Notevole anche la ricostruzione a grandezza naturale, al secondo piano, di una trincea della prima guerra mondiale; nonché la sala del primo piano, ancora in allestimento, destinata ad ospitare equipaggiamenti che ricordino le missioni di pace effettuate dal 1993. Nell’ampio parco annesso alla struttura si trovano, poi, i ruderi di un tempio romano dedicato a Venere e Cupidine.
Foto del Museo Storico della Fanteria, tratta dal sito turismoroma.it presso https://www.turismoroma.it/it/luoghi/museo-storico-della-fanteria
- Leandro Stroppa

