“Gli ultimi dati diffusi dall’Organizzazione mondiale della sanità, che indicano come oltre 1 miliardo di persone conviva con disturbi mentali, come ansia e depressione, sono preoccupanti, perché certificano una inerzia di fondo nelle politiche di contrasto a questo problema”. Lo afferma Rosaria Iardino, Presidente di Fondazione The Bridge, che aggiunge: “È un’emergenza trasversale, che riguarda tutti, uomini e donne, maschi e femmine, giovani e anziani, senza particolari distinzioni di carattere socioeconomico e con il suicidio che rappresenta una delle principali cause di morte tra i giovani. I nuovi Rapporti pubblicati dall’Oms evidenziano anche l’urgenza di garantire la salute pubblica attraverso l’avvio di misure più efficaci per migliorare i servizi di salute mentale. Per fare questo – precisa Iardino – occorre intervenire in una prospettiva più ampia, che coinvolga attivamente non solo le persone ma anche le intere comunità, le istituzioni, le imprese. Servono più risorse economiche e, allo stesso tempo, è necessario investire in maniera capillare sul capitale umano, su una adeguata formazione della comunità educante e sull’aggiornamento professionale degli operatori sociosanitari”.
“La salute mentale – osserva la Presidente di Fondazione The Bridge – deve uscire dall’ombra dello stigma. Si avverte il bisogno di acquisire una maggiore consapevolezza di queste problematiche, di un coinvolgimento attivo e responsabile delle nuove generazioni e di un utilizzo avveduto e propositivo delle tecnologie, in particolare della IA. Non bisogna sottovalutare, infatti, l’impatto che i dispositivi digitali hanno sullo sviluppo cognitivo e neurologico dei giovani. In questo contesto – conclude – assume un ruolo di primo piano la scuola, che deve lavorare in piena sinergia con le famiglie e le istituzioni”.