(Adnkronos) – Il conflitto Ucraina-Russia e i sussulti che si propagano – l'ultimo i droni abbattuti in Polonia – fino a un possibile allargamento all'intera Europa delle ostilità militari con un coinvolgimento della Nato, hanno messo in allarme la Francia e la Germania sulla preparazione delle rete ospedaliera nell'accogliere soldati feriti. Una circolare del ministero della Salute francese ha comunicato alle agenzie regionali della sanità sul territorio di preparare l'installazione, in caso di necessità, di strutture sanitarie in collaborazione con il ministero della Difesa, affinché – viene riportato dal settimanale 'Le Canard Enchainé' – gli ospedali civili possano prepararsi a un eventuale afflusso importante di militari feriti. In Germania è stato presentato un piano con lo stesso scopo: preparare gli ospedali all'eventualità di un conflitto su larga scala in Europa. E in Italia? Più probabile la scelta di una 'regia' Palazzo Chigi-Difesa, anche se il nostro Paese durante le emergenze, dai terremoti al Covid, ha potuto contare sulla Protezione civile nel coordinamento degli interventi sanitari. "In Italia c'è un Piano nazionale di difesa, che comprende anche la parte batteriologica di cui mi sono occupato io, o almeno c'era fino al 2020". Lo spiega all'Adnkronos Salute Ranieri Guerra, già direttore generale aggiunto dell'Organizzazione mondiale della sanità e oggi consulente dell'Areu Lombardia, l'Agenzia regionale emergenza-urgenza. E sul ruolo che potrebbe avere la Protezione civile "c'è il decreto legislativo del 2 gennaio 2018, che nell'articolo 7 comprende la tipologia degli eventi" dove è previsto l'intervento, precisa l'esperto. Ma in caso di coinvolgimento dell'Italia sul fronte Ucraina-Russia, riflette Guerra, "immagino che si debba prima di tutto pensare ai posti letto (traumatologia soprattutto) e alle terapie intensive. Mi ricordo che con l'emergenza Ebola di qualche anno fa si scelse l'aeroporto di Pratica di Mare come 'hub' di arrivo dei voli militari con i pazienti. Si potrebbe pensare – suggerisce – di farlo anche in caso di soldati feriti. Ma c'è anche l'ospedale Niguarda, che oggi è pronto per qualsiasi emergenza e sarà di supporto alle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina. Potrebbe essere un polo di riferimento in caso di coinvolgimento dei soldati italiani in uno scenario di guerra", che al momento non è assolutamente previsto. Secondo Walter Riccardi, professore ordinario di Sanità pubblica all'università Cattolica, "innanzitutto in Italia si dovrebbe maturare la consapevolezza che siamo in una situazione prebellica e la maggior parte degli italiani mi pare rimuova il concetto". Secondo l'ex presidente dell'Istituto superiore di sanità, il punto di partenza "per non muoversi troppo tardi" è che "le istituzioni interessate inizino a coordinarsi" come è accaduto in Francia e Germania. —[email protected] (Web Info)
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