Presidente Alessandro Cochi, dopo quasi sei mesi dalla sua elezione alla guida del Coni Lazio, che bilancio può tracciare di questo inizio di mandato?
“Direi che il quadro è incoraggiante, anche se le difficoltà non mancano perché il Lazio è una regione articolata: da un lato Roma, con i suoi grandi eventi e strutture, dall’altro le province, che richiedono attenzione e sostegni concreti. L’obiettivo di questi primi mesi è stato quello di impostare il lavoro per ridurre queste distanze e offrire a tutti le stesse opportunità”.
Quali sono state le prime iniziative messe in campo?
“E’ già partita una costante ricerca di alleanze interistituzionali per rafforzare il servizio sportivo sul territorio, questo grazie anche all’impegno dei nostri membri della Giunta, del Consiglio, e dei delegati provinciali e fiduciari in municipi e comuni, questi ultimi in corso di prossima nomina. Parallelamente abbiamo aperto un confronto costante con le istituzioni del territorio sul tema degli impianti sportivi. Un altro aspetto a cui tengo molto riguarda la Scuola dello Sport: la formazione di chi guida le associazioni, ovvero i dirigenti, così come di tecnici e atleti, è determinante per far crescere buone pratiche”.
La questione degli impianti resta centrale, soprattutto nella Capitale.
Qual è la situazione?
“Roma dispone di strutture importanti, ma serve più attenzione alla manutenzione e investimenti mirati. Il nostro compito è facilitare il dialogo tra amministrazioni e mondo sportivo, così da assicurare spazi adeguati e fruibili anche alle associazioni di quartiere, che sono il vero motore dello sport cittadino”.
Quali linee guida caratterizzeranno i prossimi anni di mandato?
“Punteremo soprattutto su due direzioni: radicare ancora di più la presenza sul territorio e promuovere con decisione l’attività fisica e sportiva. È fondamentale creare percorsi che accompagnino i ragazzi dalla scuola alla pratica continuativa, evitando l’abbandono. Al tempo stesso, intendiamo rafforzare il rapporto con le istituzioni locali, perché lo sport va riconosciuto come un bene comune e un diritto per tutti”.
Il Coni Lazio ha appena firmato un protocollo d’intesa con la Regione Lazio teso alla promozione dello sport nei comuni laziali. Il protocollo va avanti da 6 anni, ma ora che c’è lei cosa è cambiato?
“La forma rimane quasi invariata, ma la sostanza cambia. Innanzitutto con il nuovo protocollo daremo maggiore impulso alla promozione sportiva territoriale in generale. Poi abbiamo elaborato un piano che ci vedrà protagonisti degli eventi promossi nei comuni, non solo sportivi, e inoltre stiamo progettando cinque nostri grandi eventi, ciascuno per provincia, grazie a importanti sinergie che stiamo costruendo, anche insieme al Cip, con le amministrazioni comunali e provinciali”.
Qual è il suo auspicio per il CONI Lazio nel futuro?
“Che diventi sempre di più una casa aperta a tutte le realtà sportive, dalle federazioni più strutturate alle piccole associazioni. Lo sport non deve essere un privilegio, ma un diritto: accessibile, inclusivo — grazie anche al lavoro portato avanti insieme al Cip — e sociale, come sancisce la nostra Costituzione dopo l’ingresso della parola “sport” all’articolo 33. Ma deve essere anche di qualità, perché solo così potrà davvero fare la differenza nella vita delle persone”.
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