“Sono incoraggianti gli ultimi dati diffusi dall’Istat secondo cui a novembre 2023, rispetto al mese precedente, aumentano gli occupati, mentre diminuiscono i disoccupati. In particolare, il numero degli occupati, pari a 23milioni 743mila, è in complesso superiore a quello di novembre 2022 di 520 mila unità e aumenta tra le donne, i dipendenti e gli over 34”. Lo ha dichiarato la Presidente di UN.I.COOP. Avv. Lucia Dello Russo, commentando i dati provvisori diffusi dall’Istat sugli occupati e i disoccupati in riferimento a novembre 2023. “Si vedono degli spiragli, ma dobbiamo puntare a creare figure professionali più stabili e qualificate, investendo per esempio sulla formazione per i lavori green del futuro, che attiveranno più contratti a tempo indeterminato. Si tratterà, da una parte, di favorire le imprese nei processi di sostenibilità ambientale, sociale, etica ed economica, dall’altra parte, ridurre il mismatching di competenze richieste: in questo senso sarà più facile per le imprese reperire personale qualificato, che sappia rispondere alle sfide innovative imposte dalla necessaria transizione tecnologica e digitale. Sarà questo uno degli obiettivi della UN.I.COOP. insieme a quello di sviluppare competenze green nell’ambito di percorsi finalizzati all’autoimprenditorialità nel settore cooperativistico.
Tuttavia, in presenza di molte piccole e medie imprese italiane per le quali gli elevati costi di produzione e gli investimenti tipici di un’economia circolare all’insegna della sostenibilità economica, sociale ed ambientale possono costituire un serio problema di gestione e di strategia, occorre ripensare una strategia fondata su criteri di organizzazione e collaborazione che possano risultare più efficienti nel garantire alle imprese un futuro competitivo.
La transizione verso modelli di aggregazione e/o di rete tra imprese sarà fondamentale per affrontare la sfida dell’innovazione ecologica e digitale che presuppone una maggiore capacità di organizzazione e posizionamento sul mercato in vista della partecipazione ai bandi regionali, nazionali o comunitari (PNRR) e della necessità di reperire i fondi necessari per la ricerca e sviluppo delle nuove tecnologie.
Il contratto di rete diventa quindi il terreno virtuale di sperimentazione contrattuale e lo strumento di sviluppo locale, attraverso il quale sarà possibile anche contenere il tasso di disoccupazione con una politica di mobilità del lavoratore nell’ambito della rete e del territorio, andando a costruire uno speciale sistema di inquadramento dei lavoratori che tenga conto dei nuovi profili green e digitali”.
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