Il progetto del biodigestore voluto dal Comune di Roma per la zona di Casal Selce, su un terreno agricolo dedicato alla coltivazione di grano duro attraverso un accordo di filiera esistente, sta suscitando crescente disaccordo. L’impianto dovrebbe “ingoiare” circa 120 mila tonnellate di rifiuti l’anno.
Celestino Leonetti, portavoce dei residenti di Casal Selce, come indicato sullo striscione fuori dalla sua dimora temporanea, dove è in sciopero della fame da 15 giorni per sostenere la sua protesta, non ha intenzione di cedere.
È uno dei tanti residenti che si oppone fermamente all’installazione dell’impianto di riciclaggio dei rifiuti organici su un terreno comunale non di proprietà, progetto approvato dalla giunta capitolina nonostante il forte dissenso della comunità locale.
Ieri mattina, i residenti si sono uniti per impedire l’accesso agli esperti inviati da AMA per una valutazione preliminare del sito. Le forze dell’ordine sono intervenute per garantire l’accesso agli esperti, che tuttavia, pare, non fossero in possesso di alcuna autorizzazione. Inoltre, un membro del comitato è stato portato in commissariato per l’identificazione.
Durante la campagna elettorale, Roberto Gualtieri aveva promesso che il territorio di Valle Galleria è dintorni non sarebbe stato interessato dai rifiuti. Tuttavia, dopo le elezioni, questa promessa è stata infranta, e ora il territorio, si trova minacciato dalla costruzione del biodigestore, progettato per trattare una quantità significativa di rifiuti organici della città.
I residenti di Casal Selce chiedono una revisione del progetto e un confronto con le istituzioni comunali, che finora sembrano ignorare le loro richieste.
Sulla questione è intervenuto anche Daniele Giannini, dirigente regionale Lega, da sempre schierato dalla parte dei residenti contro il biodigestore. “È incredibile che a un chilometro in linea d’aria dalla ex più grande discarica d’Europa, Malagrotta, si sia deciso di portare ancora una volta i rifiuti. Un impatto ambientale enorme in una zona di pregio a livello ambientale e paesaggistico, vicino a scuole e aree residenziali. Ieri come domani saremo gomito a gomito accanto ai comitati e ai residenti per fermare questo maxi scempio del biodigestore, che con la parola bio all’interno, vuole nascondere l’arrivo di una calamità infausta per questo territorio”.
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